4 luglio 2009

il Paradiso - (parte 2^)

La Gloria essenziale del Paradiso

In Giovanni (10,35) Gesù rivela che coloro che si salveranno sono destinati a diventare degli dei. In Paradiso l’oggetto vero della gioia (la cosiddetta ‘gloria essenziale’) sarà il Bene Infinito, Dio, e la trasformazione per potere sostenere il peso di una gioia infinita, sarà una reale assimilazione a Lui.

I Santi e i Dottori della Chiesa qualificano questo stato di assimilazione e immedesimazione dei Beati con Dio con la parola ‘deiforme’. San Tommaso scrive: "Il Figlio di Dio si è fatto uomo non per se stesso, ma per fare di noi degli ‘dei’ per grazia". E San Giovanni della Croce : "La sostanza dell’anima, pur non essendo sostanza divina, perché non può mutarsi in lei, tuttavia, trovandosi unita a Dio e assorbita in Lui, è Dio per partecipazione. L’anima diventa luminosa; è inondata dalle gioie e dalla gloria di Dio nella sua sostanza più intima. Dio le comunica il suo essere soprannaturale di maniera che sembra di essere Dio e di possedere ciò che possiede Dio. Quando Dio accorda all’anima questa grazia sovrana, si fa una tale unione tra Dio e lei che tutte le cose di Dio e quelle dell’anima diventano una sola cosa in trasformazione partecipante, di modo che l’anima pur restando totalmente distinta da Dio, sembra che sia più Dio che se stessa. Dio vuole fare di noi degli ‘dei’ per partecipazione, mentre Lui lo è per natura”. In Paradiso gli uomini saranno divinizzati, nel senso che conserveranno intera la propria natura e nello stesso tempo parteciperanno a quella di Dio: creature deiformi, simili ma non uguali a Dio.
Ed ecco che (paradossalmente) l’antico sogno di Adamo ed Eva, quando furono tentati dal serpente infernale con la promessa “mangiate di questo frutto e sarete come dei”, si avvererà, ma non con la ribellione a Dio, bensì con l’adesione al suo Amore, tramite il sacrificio di Redenzione attuato da Gesù Cristo.
E la felicità sarà infinita, durerà per sempre e nessuno potrà mai più toglierla.

La Gloria accidentale del Paradiso

Vacanze eterne e completa libertà
Il nome di ‘vacanze’ al Paradiso è stato dato da S. Agostino, quando scrisse che in paradiso , cioè si sarà liberi.
Ebbene il Paradiso sarà la vacanza senza fine, libertà da tutto quello che è causa di pena, di sofferenza, di noia, di disagio, di fastidio, d’inciampo. Infatti gli eletti saranno:

Liberi dalla tirannia della sofferenza.
(..) Quale gioia sentiranno i beati quando, con assoluta certezza, verrà detto loro: "il dolore è cessato per sempre" (Apocalisse. 21,4).

Liberi dalla tirannia del peso.
In Paradiso si sentirà che il corpo (glorioso) avrà perduto ogni peso e ci si sposterà con la massima velocità senza sentire alcuna difficoltà nei movimenti, e senza che le forze corporali si affatichino e si consumino. Ci si potrà lanciare, senza alcun pericolo, attraverso l’intero universo con la velocità del pensiero perché Dio donerà ai corpi gloriosi due doti, la sottigliezza e la leggerezza. In virtù della sottigliezza i Beati, senza incontrare alcuna resistenza, potranno attraversare i corpi anche i più solidi, come un raggio di luce attraversa il vetro. In virtù della leggerezza i Beati saranno capaci di spostarsi da una parte all’altra dell’universo senza compiere il minimo sforzo.

Liberi della tirannia dello spazio.
In terra, la lotta per lo spazio vitale non manca mai. Nella vita beata del Paradiso di quale impedimento potranno essere le distanze, se si sarà dotati di spostarsi con la velocità del pensiero?

Liberi dalla tirannia del tempo
Entrati nell’eternità, i beati vedranno stabilizzato tutto ciò che continuamente sfuggiva sulla terra. La vita celeste sarà conferita come un dono definitivo, un regalo eterno.
Si succederanno milioni e miliardi di secoli, ma nessuno di essi strapperà mai un cappello dal capo, scaverà una ruga nella pelle, rallenterà mai di un battito il cuore, logorerà mai una delle forze fisiche, uno degli organi, una delle facoltà

Liberi dalla schiavitù della fatica
Il Paradiso è tutto solo un luogo di riposo e di ricreazione, una villeggiatura gratuita ed eterna, fornita abbondantemente di quanto al presente non si sà neppure immaginare e desiderare.

Liberi dalla tirannia dell’ignoranza
In Paradiso si sarà anche liberi dall’ignoranza. Davanti agli occhi, purificati e potenziati, balzerà tutto il mondo della creazione materiale, e lo stesso Dio.
In Paradiso tutto lo scibile sarà alla portata, gli occhi lo vedranno da sé e la nostra mente lo comprenderà da sé, senza sforzi, senza bisogno di riflettere, ma direttamente e intuitivamente.

Liberi dall’ignoranza di noi stessi.
Chi su questa terra può dire di conoscere se stesso veramente?
In Paradiso i beati si troveranno immersi nella luce di Dio e così il loro io si scoprirà a loro per quello che veramente è in realtà. Lo stesso ‘nome nuovo’ manifesterà l’essenza della propria personalità .

Liberi dalla tirannia dell’ignoranza degli altri 
Su questa terra incerta è la conoscenza che si ha del prossimo. Tutti sono portati alla diffidenza e a vedere spesso delle mire oblique nelle opere degli altri. L’orgoglio non lascia vedere il bene degli altri, mentre dà la convinzione che solo il proprio modo di pensare e di vedere
è retto. L’invidia innata del bene altrui non permette di lodare, approvare, esaltare spassionatamente la condotta e le buone opere altrui per paura di eclissare le proprie. L’inevitabile difettosità umana che si vede negli altri, spesso è molto minore o diversa dalla propria, ma è sufficiente per diminuire la propria stima in persone spesso più benemerite. Purtroppo ognuno conosce se stesso e gli altri soltanto superficialmente, il resto viene coperto dai pregiudizi. Perciò quanti malintesi, e continue diffidenze!
In Paradiso invece la conoscenza mutua sarà perfetta. La Luce chiara in cui svaniranno tutti i sospetti, farà realizzare per sempre la più perfetta comprensione scambievole.

Stato di Pace e di riposo
S. Agostino diceva che la Pace è un vero stato di perfezione, è il vero regno di Dio in noi. Infatti è pacifico colui che tiene composti tutti i moti del suo animo sotto il dominio della ragione. Questa pace, fatta di equilibrio perfetto interiore è un dono di Dio. Tale dono della pace i beati lo posseggono in Paradiso in grado assoluto e irrevocabile. Uniformati alla volontà divina, non avranno più da rattristarsi per il timore che il sereno della loro anima venga offuscato minimamente.
Mai più l’assillo di preoccupazioni di sorta, ma solo e sempre pace imperturbabile, lieta, serena, tranquilla nel godimento della felicità eterna.

Il corpo glorioso
La Chiesa ha definito in un concilio (quello Lateranense): “Tutti risorgereranno col proprio corpo che hanno ora”.
Il corpo nella resurrezione verrà trasformato per essere in grado di vivere eternamente senza più guai, ma sempre glorioso e ricolmo di ogni felicità.
San Paolo riassume le future proprietà dei corpi gloriosi in quattro doti: impassibilità (cioè impossibilità di soffrire o morire), sottigliezza (cioè con la dote che lo sottrarrà alla limitazione dell’impenetrabilità della materia), agilità (capacità del corpo di ubbidire all’anima nei suoi movimenti con grandissima facilità e agilità, contrapposta alla pesantezza e inerzia del corpo terrestre attuale), chiarezza (cioè assenza di ogni bruttezza e pienezza di bellezza e splendore).
Inoltre il corpo glorioso sarà :

Integro
Cioè vivente sano e robusto senza difetti, con sanate e scomparse tutte le eventuali imperfezioni che c’erano sulla terra

Spiritualizzato
Cioè il corpo pur restando materiale sarà completamente sottomesso alle leggi dello spirito, sarà interamente soggetto all’anima

Eternamente giovane
Sarà eternamente giovane, senza le ingiurie del tempo, sempre efficiente. Avrà la massima bellezza. Su questa terra il corpo viene deformato in mille modi dalle fatiche, dagli stenti, dalle malattie e dalla vecchiaia. In Paradiso esso sarà così bello da essere invidiato, per così dire, da tutto il creato perché la sua bellezza sarà tale da non temere nessun raffronto: bellezza perfetta.

Luminoso
Un’altra dote dei corpi risorti sarà la luminosità. San paolo dice: “Si semina un corpo spregevole e risorge in splendore” (I Corinti 15,43)
Splendore luminoso che è riflesso fedele della luce di Dio.

(Liberamente tratto da: Gnarocas - E' tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto - Il Paradiso - Editrice Comunità - Adriano - CT)

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