23 ottobre 2009

Eugenio Scalfari


Sul numero in edicola dell'Espresso il signor Eugenio Scalfari offende pesantemente Benedetto XVI...

Infatti dice:

"Ricordo queste verità per sottolineare che il popolo di Dio è una cosa, i ministri del culto e delle anime un'altra e i membri della Gerarchia un'altra ancora. I Papi poi rappresentano un fenomeno a se stante. Ce ne sono stati di grandissimi, di mediocri, di viziosi, di esemplari. Direi che gli ultimi esemplari sono stati Giovanni XXIII, Paolo VI, Papa Wojtyla. Quello attuale è un modesto teologo che fa rimpiangere i suoi predecessori".



Che dire?
Da un po’ di tempo sembra che Eugenio Scalfari abbia assunto il ruolo di Papa laico. Ormai esprime giudizi su tutto...(ora come si vede parla anche da teologo) e offende quelli che non la pensano come lui. Non ultimo vittima dei suoi ‘rimproveri’ è stato il direttore del Corriere della Sera perché secondo lui troppo ‘buono’ nei suoi giudizi e articoli su Berlusconi.
In tutto il mondo teologico Papa Ratzinger viene considerato uno dei più grandi teologi viventi, e coma Papa è riuscito nei suoi 3 anni di Regno a richiamare fortemente ad una più corretta interpretazione del Concilio Vaticano II, che invece dai cosiddetti cattolici progressisti era stato travisato trasformandolo in un concilio di rottura con la cosiddetta 'ermeneutica della discontinuità’, è riuscito a rimettere in uso la liturgia antica che, nel furore ‘iconoclasta’ innovatore post-sessantottino (di cui Scalfari è ed è stato uno dei maggiori artefici nella società civile), era stata praticamente abolita e rischiava di scomparire dall’orizzonte culturale e religioso nostro e delle generazioni future, ha scritto una enciclica, la ‘Caritas in Veritate’, letta e apprezzata da diversi leader politici mondiali, ha tolto la scomunica ai tradizionalisti seguaci di Lefevre, ( ma neanche questo è andato bene a Scalfari e suoi seguaci in quanto quando la Chiesa affibbia una scomunica ai preti progressisti della teologia della liberazione, allora la Chiesa è repressiva, ma quando la toglie a dei cattolici conservatori allora è arretrata e conservatrice), e per ultimo è riuscito ad accogliere in seno alla Chiesa cattolica una consistente fetta di Anglicani, cosa mai avvenuta da quando 5 secoli fa, a causa dei pruriti di Enrico VIII, fu fatto lo scisma. In questa maniera Ratzinger rischia di diventare il vero Papa della riunione delle Chiese cristiane sotto l’unica vera Chiesa: quella cattolica.
Ed è quindi poco tutto questo? A mio avviso non è per niente poco, ma per Scalfari non va bene lo stesso...
Forse Scalfari è abituato a dividere le persone tra ‘buoni’ e ‘cattivi’? Intelligenti, colti e capaci tutti quelli che la pensano come lui, incapaci e anche un tantinello ignoranti quelli che la pensano diversamente? C'è forse un po' di 'ipersicurezza' intellettuale in questo atteggiamento? Mah!
Una volta si diceva che la vecchiaia portasse ad una maggiore saggezza, però forse per Scalfari non è così.

2 commenti:

  1. Sinceramente non so come Scalfari abbia argomentato il suo giudizio negativo sul papa, ma sicuramente è vero che, almeno in apparenza, è il più conservatore dei suoi precedessori. Da una parte lui mostra aperture verso le altre realtà cristiane, siano essi gli angligani o lefevriani, dall'altra erge muri verso le altre religioni e arretra sulle questioni scienza-fede. Il giudizio di Scalfari è un giudizio politico, ragionevole e condivisibile di un progressista che pensa che il mea culpa per l'olocausto di Papa Wojtyla sia qualcosa di molto diverso dall'apertura verso i filonazisti di Lefevre (o la chiusura verso i teologi della liberazione, è evidente che questi due eventi non sono in contraddizione). Allo stesso modo il clima di tolleranza verso le altre religioni che si respirava con papa Giovanni Paolo è qualcosa di diverso da quello inquisitorio di questi giorni.

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  2. Non mi risulta che Papa Wojtyla abbia fatto 'mea culpa' della Chiesa per l'Olocausto ( come se l'Olocausto fosse stato colpa della Chiesa! ma scherziamo?). Se ha fatto 'mea culpa' è stato per gli errori che alcuni membri della Chiesa hanno commesso nei secoli passati ( e fra l'altro non mi risulta che abbiano avuto il coraggio di fare altrettanto altre religioni o ideologie antireligiose che di errori e orrori ne hanno compiuto, eccome..). Inoltre forse lei dimentica che la condanna della 'teologia della liberazione' è stata fatta sotto il pontificato di Wojtyla, così come l'emanazione della scomunica per i seguaci di Lefevre, che non sono per niente neonazisti come afferma lei perchè, a parte le dichiarazioni di uno dei loro vescovi a livello di opinione personale e di tipo 'riduzionista' sull'Olocausto, tutti i documenti e le loro dichiarazioni esprimono una condanna netta del razzismo perchè contrario al principio dell'eguaglianza degli uomini davanti a Dio e all'amore verso il prossimo, principi che sono basilari nel Cristianesimo (sennò i lefevriani che si considerano cristiani non potrebbero essere tali, non crede?).
    Lei afferma che Benedetto XVI erigerebbe muri verso le altre religioni, qui sono parzialmente d'accordo con lei, però io direi che ha cominciato a mettere dei 'paletti', perchè non si può basare il dialogo con le altre religioni e anche con i laici sulla confusione e la superficialità come è stato fatto alle volte ai tempi di Wojtyla: ogni religione deve affermare prima di tutto la propria identità in modo chiaro e solo dopo si può discutere su temi comuni e trovare accordi, senza però commistioni o operazioni di unità di pura facciata che vorrebbero conciliare l'inconciliabile e che alla fine si rivelerebbero solo un inganno.

    (P.S Il suo intervento è stato stimolante per cui la ringrazio e spero di risentirla presto).

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