Mi sono domandato spesso perchè esiste l'Inferno e come
possa accordarsi con l'attributo dell'infinita misericordia divina.
Che esista un inferno per i malvagi e un paradiso per i buoni è
credenza di quasi tutte le religioni che si sono susseguite nel corso della storia.
E in particolare per il Cristianesimo possiamo dire che ben
quattordici volte Gesù nei Vangeli parla di un inferno eterno e
forse anche di più i suoi apostoli.
Così come stabilito da papa Benedetto II e numerosi concili
successivi, è verità di fede che dopo la morte vi è un giudizio
particolare e che l'anima anche se priva temporaneamente del corpo va
subito o all'inferno, o in purgatorio o in paradiso.
Essendo Dio infinitamente buono, nel donare l'esistenza alle sue
creature, non aveva pensato di
creare anche l'Inferno. Questo fu costretto a farlo solo a causa
della ribellione di alcuni, in primis
di Lucifero e poi degli altri angeli che lo seguirono.
Insomma, l'Inferno esiste
perché così hanno voluto alcune creature, non Dio!
23 novembre 2015
5 novembre 2015
La lotta in atto e i polli di Renzo ...
Anche gli Angeli in questo momento storico sembrano perplessi.. |
Alle
volte provo a leggere su alcuni blog i commenti su quello che
Bergoglio ha fatto o fa e il loro tono mi fa capire che è in atto
una guerra tra cattolici.. e non solo.
Grosso
modo la situazione è questa: Bergoglio è circondato dai suoi
che lo difendono sempre e comunque, pur arrampicandosi alle volte
sugli specchi; poi sono schierati i cosiddetti
cattolici tradizionalisti, nelle cui file credo di
trovarmi - se proprio devo mettermi, anche se controvoglia, una
etichetta - e che esprimono spesso dubbi, quando non critiche
abbastanza palesi, nei confronti dell'operato e delle parole di
questo Papa; per finire, dietro di questi, si sono appostati quasi
come cecchini, i cattolici tradizionalisti pentiti e risentiti
che presi da Papismo conpulsivo, da scrupoli basati sul fatto
che "il Papa è sempre il Papa" e che "la figura del
Papa non si tocca" ecc., si divertono a colpire i
tradizionalisti, rei di non rispettare il Primato petrino.