Da tempo ormai gli esami conclusivi della scuola superiore italiana, i cosiddetti ‘Esami di Stato’, sono diventati una specie di facile e inutile rito a cui si vogliono sottoporre alunni svogliati ed esauriti. Da un po' di anni si è cercato di renderli più seri e selettivi, ma non ci si è riusciti. Infatti che esame serio sarebbe mai quello in cui , nonostante i correttivi introdotti, il 98% dei candidati viene promosso e il loro voto non viene preso in considerazione dalle Università perché si sono accorte che la preparazione reale non corrisponde alla valutazione finale, almeno nella stramaggioranza dei casi? A mio avviso il problema di questi esami è che continuano a risentire nella loro radice della sciagurata riforma, fatta subito dopo il sessantotto, dal ministro Sullo ( e ci risiamo con questo famigerato 'sessantotto'...)