15 marzo 2018

L’Universo e il Tempo – la concezione scientifica e la visione mistica.

Ho già detto in precedenti post qual’è la mia 'visione' del tempo, ma ne voglio parlare di nuovo qui. Questa mia concezione non è ‘scientifica’,  perché non può essere 'provata' con gli strumenti di misura attuali, ma nel contempo, almeno per me, non  è ‘fantasiosa’ o ‘assurda’ ma  'ragionevole'. Essa fa parte  delle mie convinzioni personali che non voglio imporre a nessuno, ne tanto meno far passare come verità, e mi è stata suggerita per la maggior parte da un libro interessante che ho letto tempo fa (1) e si è poi arricchita con alcune  riflessioni derivanti dal mio essere credente.

Questa ‘costruzione’ ha in qualche maniera risposto agli interrogativi che mi  sono sempre posto relativamente al come Dio può conoscere il futuro e al fatto che alcuni mistici sono stati  ‘trasportati’ spiritualmente nel passato dove hanno potuto osservare in tutti i particolari scene accadute molti anni prima. La storia del Cristianesimo è piena di veggenti degni di fede quali Maria Valtorta (2), Caterina Emmerick (3), Teresa Neuman (4), per elencare le più recenti, che hanno riferito e descritto con dovizia di particolari  ad esempio scene della vita di Gesù Cristo, alcune anche non riportate nei Vangeli. E fra l'altro questo 'modello' potrebbe spiegare in maniera semplice anche le ‘visioni' delle vicende della propria vita che numerose persone hanno durante le esperienze di pre-morte.

Anche in alcune teorie fisiche è stato ipotizzato l’esistenza di un ‘quanto’ temporale, cioè di un intervallo di tempo, il più piccolo che possa esistere,  di cui il tempo sarebbe composto. La cosa non è inverosimile in quanto tutto in natura sembra essere costituito da entità elementari piccole ma non infinitesime: ad esempio, allo stato delle nostre conoscenze attuali, la materia sembra composta da quark e l’energia da fotoni. Quindi anche se noi abbiamo l’impressione che il tempo scorra con continuità e che sia fatto di istanti uno di seguito all’altro così come una retta è fatta di punti, in realtà esso potrebbe essere composto da intervalli temporali discreti, così piccoli però che non riusciamo ad avvertirne gli scatti, cioè i passaggi dall’uno al seguente nel fluire temporale che scorre dal passato al futuro. Quindi il nostro tempo in questa ipotesi sarebbe composto non da infiniti istanti ma da un numero finito ancorchè numeroso di ‘tempuscoli elementari’ o  'quanti temporali', come  mattoncini o granuli indivisibili che messi di seguito formano lo scorrere del tempo.  

La storia dell’Universo allora si potrebbe immaginare come un gigantesco film in cui ogni ‘fotogramma’ conterrebbe l’Universo ad un dato ‘momento elementare’, quello avvertiamo come ‘istante’. I fotogrammi sarebbero ovviamente numerosissimi e uno di seguito all'altro, dal Big Bang ad oggi, come una 'istantanea' di ogni intervallino minimo e non ulteriormente divisibile di tempo. Ognuno dei ‘fotogrammi’ sarebbe costituito dall’Universo nella sua interezza di massa ed energia, con tutte le galassie e mondi ed eventuali esseri che lo dovessero abitare in quel particolare ‘momento’ della sua storia…

Immaginiamo quindi che dal suo ‘inizio’ l’Universo si sia sviluppato nel suo ‘film’ e non solo fino ad oggi ma magari fino alla sua ‘fine’ temporale, ammesso che ci sia stata. Perciò tutto sarebbe ormai scritto, ogni evento si sarebbe già realizzato e il film starebbe perciò ‘lì’, da qualche ‘parte’, nella sua interezza e limpidezza, a disposizione dello sguardo di Dio, che perciò senza ‘sforzo’ potrebbe  conoscere, senza fare calcoli complicati o astruse deduzioni causa-effetto, ma dando semplicemente un'occhiata, il passato, il presente e il futuro dell’Universo, comprese le scene della nostra vita. E Dio inoltre potrebbe intervenire in queste scene in qualunque 'momento' e quando lo ritenesse opportuno, perché essendo Egli al di fuori del tempo, nella dimensione dell’eternità, tutte i quadri del 'film' sarebbero per Lui  presenti e  contemporanei.

Ogni essere vivente sarebbe come 'composto' da copie di se stesso nei diversi momenti della sua vita, dalla nascita alla morte. In pratica ogni creatura esisterebbe in un ‘film’ fatto da tutte le ‘scene’ della sua esistenza, e forse queste sarebbero proprio quelle intraviste dai morenti nelle esperienze di premorte (nelle NDE). E sarebbero anche quelle visitate dai ‘mistici’ che  hanno avuto  visioni di eventi passati o futuri.

Il modello non contraddirebbe il principio del ‘libero arbitrio’, perché il nostro futuro si sarebbe sviluppato anche secondo le decisioni derivanti dalla nostra volontà. Noi abbiamo  l’impressione di vivere il presente con il passato ormai estinto e il futuro ancora da venire per il semplice fatto che la nostra coscienza sarebbe come vincolata a scorrere nel tempo, dal passato al futuro e potrebbe ricevere ‘sensazioni’ solo dall’Universo ‘contemporaneo’ a cui è agganciata in quel momento, una scena per volta.

Forse dopo la morte avremo la possibilità di visitare e immedesimarci in ogni ‘scena’ della storia dell’Universo e quindi anche della nostra vita, così come Dio stesso può fare. Ecco forse spiegato perciò come avverrà il nostro giudizio particolare, dopo la morte, o  anche la tremenda ‘rassegna’ del Giudizio Universale: nessuna azione o fatto potrànno rimanere celati perché saranno lì davanti a tutti incancellabili e per l’eternità. Ed ecco forse manifestato così il significato più profondo delle parole dette dal Maestro nei Vangeli contro l’ipocrisia dei Farisei: “Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non verrà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. (Luca 12, 2-3 ).

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Note e crediti

1) Ricardo Perez Hernandez - Al di là dello Spazio e del tempo – il libro di Teneramata” Edizioni Segno 1991

2) Maria Valtorta – Il poema dell’Uomo-Dio – opera in 10 volumi – Centro editoriale Valtortiano

3) Eugenio Pilla – Le rivelazioni di Caterina Emmerick – Edizioni Cantagalli

4) Maria Giovetti – Teresa Neuman – Ed. mediterranee


9 commenti:

  1. Molto interessante. Non sono d'accordo però con questa parte:

    "Forse dopo la morte avremo la possibilità di visitare e immedesimarci in ogni ‘scena’ della storia dell’Universo e quindi anche della nostra vita, così come Dio stesso può fare. Ecco spiegato perciò forse come avverrà il nostro giudizio particolare, dopo la morte, o la tremenda ‘rassegna’ del Giudizio Universale: nessuna azione o fatto potrà rimanere celato perché sarà lì davanti a tutti incancellabile e per l’eternità. Ed ecco forse manifestato così il significato più profondo delle parole dette dal Maestro nei Vangeli contro l’ipocrisia dei Farisei: “Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non verrà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. ” (Luca 12, 2-3 )."

    Potrebbe, e dico potrebbe avere senso solamente se si parlasse di peccati non confessati. Infatti, una volta confessati i nostri peccati in modo consono, sappiamo che Dio li eliminerebbe completamente dalla sua memoria, come se questi non fossero mai avvenuti, perdonandoci allo stesso tempo. Quindi, nessun altro potrebbe ovviamente venire a conoscenza dei nostri peccati, essendo questi cancellati da Dio stesso.

    Conseguentemente, il discorso è molto più complesso.

    Makt

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    1. Sì, senz'altro il discorso è complesso, ma non è detto che quello esposto sia completo. Bisognerebbe capire però il vero significato del 'dimenticare' divino. Se qualcuno uccide una persona e poi si pente e viene perdonato da Dio , ok Dio 'dimenticherà', ma la persona uccisa nelle scene successive non ci sarà comunque e questo sarà evidente per tutti: cioè le conseguenze dei nostri peccati rimangono in ogni caso e questo anche se questo supposto film non dovesse esistere. Come la mettiamo quindi? Forse il 'dimenticare' di Dio è un tantino diverso e più complesso di come ci immaginiamo...

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    2. E inoltre riprendendo la frase di Gesù nel Vangelo di Luca che ho riportato è detto chiaramente: " non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato..." non sembra che ci siano eccezioni.

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  5. Parte 1^
    Caro prof. Canto,

    la Sua espressione “La storia dell’Universo si potrebbe immaginare come un gigantesco film in cui ogni ‘fotogramma’ riporterebbe l’Universo …” è opportunamente ispirata dal suggestivo libro di Teneramata che, come Lei dice, ha letto tempo fa, ed io pure.
    Per serietà, aggiunge che la concezione del tempo manifestata da Teneramata (T.), dei quantum temporali degli atti di esistenza (e del ‘film’ che producono) sfortunatamente non è scientificamente provata dalla stessa T.
    Allora provocatoriamente propongo un approfondimento sulle c.d. ‘rivelazioni’ di T. sul tempo, a partire dal fatto che lo stesso ‘veggente’, Ricardo, domanda a T. :
    “Perché noi viatori ignoriamo queste verità? Non sarebbe meglio che Dio ci permettesse di conoscere tutte le sue meraviglie create, così come lo consente per le verità semplicemente scientifiche?”
    Risponde T.: “Perché il nostro Dio ha rivelato il necessario perché ogni uomo di buona volontà raggiunga la propria vita eterna, che è la cosa che veramente vale ed è necessaria.”
    “Tuttavia, Lui rispetta i lavori d’investigazione scientifica dei suoi amati figli mortali. E per onorare l’intelligenza che Egli stesso ha concesso loro, potrebbe darsi che nel futuro conceda loro di viaggiare attraverso il tempo...”
    Il viaggiare nel tempo, presupporrebbe da parte nostra sforzarci di capire com’è congegnato il tempo per poterlo poi utilizzare in futuro.
    Come punto di partenza su una possibile attendibilità di T. mi rifaccio ad una sua perentoria affermazione :
    “… la verità è che il tempo è REALMENTE nelle cose (a partire dagli atomi di cui è fatta la materia, ndr) ; non esiste separato da esse, perché i corpi sono fatti di materia ed energia in movimento, e il movimento ha bisogno necessariamente del tempo”.
    In questo T. richiama la famosa equazione di Einstein sull’equivalenza fra massa (materia) ed energia E=mc2.; equivalenza che tutti conosciamo avendola pagata, da Hiroshima in poi, al prezzo del timore di subire una guerra atomica.
    In particolare, secondo l’equazione einsteiniana la massa è formata di tantissima energia divisa per la velocità della luce (C) al quadrato (m=E/C2). (mi scuso, ma il form del commento non consente il corretto posizionamento degli esponenti).

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  6. parte 2^
    Da cui conviene osservare che la dimensione di C è data da una costante (300.000 x 300.000), che dimensionalmente parlando va trascurata, che moltiplica il rapporto delle grandezze fisiche tempo/spazio, per cui l’equazione dimensionale di C2 è: t elevato +2; l elevato –2.
    Riepilogando, secondo Einstein la materia (le cose) sarebbero perciò un impasto di tanta energia con tempo e spazio, questi ultimi in proporzioni uguali ed in grande quantità (elevati al quadrato).
    RIGUARDO ALLO SPAZIO quantizzato NELLA MATERIA (che difatti possiamo misurare col metro, suddividendolo come ci pare fino al quantum dello spazio di Planck, di ordine 10 alla meno 35), Feynman (premio Nobel per la fisica nel 1965) riconobbe questa realtà nel 1959 quando a proposito dell’atomo affermò : There's Plenty of Room at the Bottom (C'è un sacco di spazio giù in fondo).
    T. (che in vita fu invece solo una semplice casalinga), sembra estendere la conclusione di Feynman addirittura anche rispetto al tempo: C’è un sacco di tempo laggiù.
    In tal senso per es. il momento angolare dello spin, che presuppone il tempo, è già stato misurato per l’elettrone, ed è riconosciuto dalla fisica come PROPRIETÀ INTRINSECA della materia, anche se ad oggi non se ne possiede la spiegazione scientifica.
    Nell’esperienza con l’altro protagonista Ricardo, T. quantizza il tempo in miliardesimi di picosecondo, cioè in yoctosecondi, un tempo piccolissimo ma che, secondo il Modello Standard, è ancora un tempo mille volte superiore a quello necessario ad un quark per emettere un gluone.
    Dunque, tempo piccolissimo quello indicato da T., pari a 10 alla –21 sec., ma possibile perchè enormemente distante dal limite del “tempo di Planck”, pari 10 alla –44 sec., con la quale la scienza lo ha ritenuto fisicamente suddivisibile. (Non a caso T. precisa rispetto ai suoi miliardesimi di picosecondo: “Stiamo molto lontani dall’immobilità assoluta. Ricorda l’esempio classico della teoria della relatività….”)
    Finora quindi ci sono solo conferme alle affermazioni di T., anche se come possa avvenire il meccanismo di questo ‘impasto’ di energia+spazio+tempo per produrre la materia che tocchiamo, ancora nessuno l’ha spiegato.
    Si è provato ad ipotizzare che l’impasto avvenga attraverso il bosone di Higgs, particella materiale che conferirebbe la materia alle altre particelle elementari.

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  7. parte 3^

    Ma il fatto che questo bosone, a detta del CERN, sia stato rilevato nel 2012, non risponde però alla successiva domanda: chi è che a sua volta dà la materia alla particella elementare chiamata bosone di Higgs ?
    E’ noto che gli scienziati nucleari sono riusciti a sintetizzare nuovi elementi ( i transuranici) impiegando tanta energia, o anche a fonderli o fissionarli ottenendo tanta energia. Addirittura gli scienziati si stanno scervellando su come estrarre piano piano questa energia attraverso la c.d. “fusione fredda”, per averla in quantità praticamente illimitata. (cfr. anche T. : «Ricorda che l’atomo è un grande magazzino, di energia»…).
    Però, maneggiare spazio e tempo impastandoli in presenza di energia per ottenere ‘ex nihilo’, cioè creare anche un solo atomo, nessuno è ancora riuscito a farlo.
    In verità c’è uno stimolante tentativo di spiegazione da parte del cattolico fisico teorico italiano Massimo Corrucci proposto nel suo libro “Alla scoperta della particella di Dio, Macroedizioni”, il quale contesta che sia il bosone di Higgs ad occuparsi dell’impasto. La sua sembra essere più che una promettente ipotesi, dato che ad essa c’è stato perfino l’interessamento dal centro sperimentale nucleare tedesco GSI di Darmstadt.
    Il prof. Corbucci ipotizzerebbe, infatti, l’esistenza del vuoto quanto-meccanico dopo gli elementi con numeri atomici 71-72 e 103-104 come agente di questo impasto, ma anche qui non c’è niente di definitivo.
    Nelle sue affermazioni, scientificamente indimostrate, T. aggiunge anche che il tempo avrebbe natura ondulatoria, e quindi possederebbe una frequenza, anzi, molte frequenze che consentirebbero l’accesso ai ‘fotogrammi’ del passato conservati nell’eternità (creata).
    Dice T.: “Perché devi sapere che il tempo ha molte frequenze, come anche lunghezze e ampiezze, nelle sue onde… Pensa tuttavia che un secondo è divisibile fino all’infinito matematico. Non ti è mai venuto in mente cosa succede durante una di queste frazioni infinitesimali del tempo? Succedono molte cose! …”
    “(per es. nell’aldilà, ndr) le persone ‘morte’ proseguono vive, a passo diverso, per altri SENTIERI DELLE INTRICATE FREQUENZE DEL TEMPO…”
    “Con quanta ragione Dio ci tiene rinchiusi entro le transenne dello spazio-tempo del momento attuale! Perché se ci lasciasse vagare a nostro piacimento nel complesso labirinto delle onde temporali, ci danneggeremmo noi stessi fino al disastro.”
    Al sentire queste asserzioni L’ing. Ricardo, rievocò automaticamente le sue nozioni universitarie sulla propagazione delle onde, ma Teneramata lo bloccò istantaneamente: «No - aggiunse nell’osservare il mio pensiero -, non voler applicare le classiche equazioni del movimento ondulatorio alle onde temporali; non coincidono. Queste formule si compiono soltanto nel momento presente del tempo normale della terra»
    Tutti questi cenni sulle intricate frequenze del tempo potrebbero apparire battute visionarie e anche paradossali, ma se abbiamo ‘digerito’ i paradossi prodotti dalla meccanica quantistica, non vedo perché dovremmo scandalizzarci ora.
    Senonchè la Scrittura contiene il seguente misteriosissimo passo di Isaia che diventa comprensibile solo alla luce di quanto espresso da T., e anzi sembrerebbe convalidarlo sapienzalmente :
    «Farò camminare i ciechi (noi, siamo diventati ciechi dopo il peccato originale) per VIE CHE NON CONOSCONO, LI GUIDERÒ PER SENTIERI SCONOSCIUTI» (Is 42,16)
    Che siano i sentieri delle intricate frequenze del tempo citate da Teneramata?
    Concludo osservando che, se T. non è caduta in alcuna contraddizione né con la scienza attuale né col Magistero, allora la faccenda dei ‘fotogrammi’ diventerebbe una cosa seria.
    Un saluto a tutti

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