Frequento ogni tanto Facebook e mi capita di leggere le frasi e i messaggi che molti giovani si scambiano tra loro.
Quello che noto è un quadro che purtroppo spesso è fatto di argomenti un po' ripetitivi e superficiali
Sembra come essere in un teatro in cui gli attori tentano di intrattenere il pubblico ma, incapaci di farlo fino in fondo, assumono il ruolo di comparse recitando battute preconfezionate. Raramente infatti ci si imbatte in una riflessione personale (anche se esistono lodevoli eccezioni!).
Spesso la realtà viene semplificata e descritta con frasi ad effetto pescate qui e la...
E questo significa che la capacità di riflettere e di strutturare un discorso forse sta sempre più diminuendo, e soprattutto tra le nuove generazioni...
Ma con chi scambiano e condividono queste 'frasi' i frequentatori di Facebook? Con i cosiddetti ‘amici’... Questi alle volte sono centinaia e sfido chiunque a dire che sono veramente degli 'amici'; anche nel lessico quindi Facebook è un inganno: infatti sarebbe molto meglio parlare di ‘contatti’, ma probabilmente neanche questo termine può essere adatto in quanto molte di queste ‘persone’ dopo essere state inserite nella lista non vengono mai più ricontattate, semplicemente vengono ignorate, anche perchè non si ha ovviamente il tempo e la volontà di farlo. E' come se si preferisca la quantità a scapito della qualità.
E il 'dialogo', con linguaggio sempre più stringato e criptico, riguarda soprattutto lo sport, il sesso, solo un po' la musica e raramente i sentimenti, e comunque il tutto spesso condito da pregiudizi, sentenze preconfezionate, frasi fatte, luoghi comuni e leggende metropolitane.
Forse l’amicizia virtuale è diventata una specie di scudo che protegge dal vero contatto umano. Prova ne è il fatto che spesso alcuni dei miei ‘amici’, che magari mi avevano chiesto l’amicizia e a cui volentieri l’ho accordata, se li incontro per caso a mala appena mi salutano o non mi salutano affatto.
E purtroppo credo che ci siano dei segnali che fanno capire che i rapporti umani, soprattutto tra i giovani, si stanno impoverendo rapidamente, e questo nonostante l'uso di strumenti tecnologici che dovrebbero favorire la comunicazione e che invece paradossalmente si rivelano sempre più adatti ad intrattenere solo rapporti distanti e superficiali. La vera comunicazione con le persone comporta infatti dei doveri e dei sacrifici, che quasi nessuno ormai ha la volontà o anche il tempo di fare. E anche di una certa frequentazione fisica che fra l'altro nelle grandi città diventa sempre più difficile da realizzare. E allora ci si accontenta di surrogati, come gli scambi di semplici messaggi con il telefonino …So di amori che sono finiti con un semplice sms di addio!
Ma quello che è più triste è che molti giovani sembra abbiano ormai abrogato volontariamente il dialogo con noi adulti. La maggior parte di loro ha infatti saltato il fosso e non vuole avere molto a che fare con noi. E' come se si sia instaurato una specie di 'autismo' generazionale. Cosa temono? Forse la nostra incomprensione e il nostro giudizio? Infatti sono davvero pochi quelli che tentano di ragionare e sono disposti ad ascoltare le cose che cerchiamo di trasmettergli. Semplicemente non ci riconoscono più il ruolo di maestri: non si fidano, non ci credono e quindi cercano di fare da soli.
Infatti posso portare un esempio della mia esperienza personale a scuola: quando cerco di proporre qualche riflessione religiosa o spirituale invitandoli a leggere un particolare post del mio Blog o un libro, stimolandoli così ad esprimere anche il loro parere, inizialmente mostrano interesse, ma poi non si prendono neanche la briga di leggere o anche solo guardare quello che scrivo ( e forse c'è qualcuno che fa da vedetta e ogni tanto controlla per vedere se si possono trovare degli elementi da usare contro di me...).
Il fatto è che i discorsi un po' più elevati rispetto alla quotidianità non li attirano. Punto!
Ecco, questi sono quindi i risultati di una educazione basata sull'antitrascendenza!
I nostri giovani sono diventati così dei materialisti. Per loro la religione e la spiritualità sono poco interessanti se non addirittura da combattere perché responsabili di tutto il male dell’umanità.
Eppure quando manca il legame con il trascendente si vive molto male: infatti questi giovani così lontani da Dio non sono per niente sereni ma anzi molto insoddisfatti. Per dirla con San Paolo, la loro anima, così come tutta la creazione, grida e ‘geme come nelle doglie del parto’ in attesa della rivelazione dei Figli di Dio. E per non sentire questo 'grido' si bombardano di stimoli inadatti che non fanno che accrescere ulteriormente il disagio. E mi viene il sospetto che, privati della trascendenza e della vita spirituale, inariditi, si stiano abituando ad accettare il male come se fosse un bene, e stiano diventando sempre più freddi e insensibili, in poche parole 'privi di vera pietà'.
Mi spiace dirlo, ma nonostante i proclami di impegno ecologico o di solidarietà generica verso il terzo mondo o contrarietà verso le presunte ingiustizie, tipiche dell' ipocrisia del 'politicamente corretto', noto ormai nella sostanza molta indifferenza verso gli ideali alti della vita e cattiveria nei confronti del prossimo in numerosi ambiti della società umana, ma soprattutto tra i giovani. E quello che è allarmante è che si tratta di indifferenza e cattiveria ormai accettati come qualcosa di normale di cui neanche vergognarsi e con il pieno diritto di esercitare.
Sicuramente l'atteggiamento di continua critica e accusa nei confronti delle nuove generazioni non aiuta queste a migliorarsi....
RispondiEliminaE' vero , come dici tu, che ci sono molti ragazzi materialisti,superficiali,che non credono ai valori,ma ci sono anche tanti ragazzi che hanno molti valori, che lavorano, che studiano, che credono nell'amore, nel rispetto,nella sincerità.
Non sono un'utopista....questi ragazzi esistono...
I ragazzi di cui parli tu, sono spesso delle vittime, persone sole, che non hanno ricevuto una buona educazione, che sono cresciuti in un ambiente che non li aiutati, che per farsi forza e per non venire emarginati si sono omologati agli altri.
Molto spesso la gente per paura della solitudine , della derisione, perde la propria identità e la libertà di essere se stessi.
La solitudine spesso fà percorrere strade che fanno deviare.
non credo che la mia generazione sia materialista o lontana dalla luce, anzi, credo che ciò sia più proprio di quelle precedenti. per molti anni la religione si è accettata come se fosse tradizione, e questo è il massimo degrado a cui può arrivare. ora i giovani, mancanti di sostegni sicuri( i genitori perchè con l'accettazione passiva della religione in realtà sono pieni di dubbi ), si sono momentaneamente persi, è vero, ma per trovarsi. i loro genitori ( per citare Nietzche )"si erano trovati prima ancora di essersi cercati". ora invece i giovani con un cammino individuale troveranno se stessi e con se stessi l'amore, che è Dio. non so se si è notato che ho molto fiducia nel futuro :D
RispondiEliminaMa di cosa parlate?
RispondiEliminaE' ovvio che ci sono dei ragazzi impegnati, che credono in Dio, eccetera...ma sono pochi rispetto alla maggior parte. Io ho messo in evidenza una tendenza generale del mondo giovanile, anzi della società tutta. E mi pare di aver comunque detto che nell'animo di ognuno lo spirito soffocato 'grida'.
C'è un detto chassidico che dice: "Nel tempo della distruzione la forza giace nel fondo e cresce". Paradossalmente questa situzione contiene in se i germi del proprio riscatto.
Anch'io sono ottimista per il futuro, ci mancherebbe: sono perfettamente convinto che la vittoria finale sarà di Dio.
Però forse si dovrà toccare il fondo per rinascere...
tra noi giovani in realtà.. c'è poco dialogo, poco contatto umano!!nn è+km1volta (km dice my padre) qnd le persone uscivano d casa x stare insieme, gg è ttt cambiato:i giovani d gg nn fanno neanche 1 discorso sensato, parlano x monosillabi!!
RispondiEliminaposso dire k qst è trp veroO__o poi x il resto credo k sia molto+semplice x i giovani adeguarsi alla grande massa km tnt piccole pecore k pensare diversamnete e kn la testa propria,è molto semplice lasciare k sia l'altro a pensare al posto nstr senza sprecare energie!!! strano vero???
Professore,
RispondiEliminanon è la prima volta che mi capita di leggere il suo blog e, anche se non lascio commenti, la seguo con interesse.
Personalmente, non mi rispecchio assolutamente nel genere di ragazzo che ha descritto nel suo post che però purtroppo corrisponde esattamente alla realtà.
Credo che la causa di tutto ciò sia chi controlla e detta leggi nella società di oggi. Mi riferisco anche ad esempio alla Massoneria mondiale, prima nemica della religione e del Cristianesimo, la quale cerca di guidare la società in un forte processo di massificazione. Si sa, il gregge di pecore non ragiona, crede nel materialismo e nel falso motto di fratellanza ed uguaglianza che cercano di proporre come ideali, in realtà molto diversi dalla loro vera definizione.
Della Massoneria però non si parla. E' bene che non sappia come agisce e quali sono i suoi scopi.
Le consiglio la lettura di questo post sempre su facebook [non sempre è un male :)]: http://www.facebook.com/home.php?#!/topic.php?uid=128294416636&topic=13305 in cui viene enunciato il piano massonico per l'eliminazione del Cattolicesimo e del Cristianesimo in generale.
Allora,
RispondiEliminal'arrivo dei Social Network e della comunicazione istantanea e veloce (vedi SMS, Chat e Twitter) hanno modificato in grandissima parte il modo e le finalità della comunicazione.
La tendenza dei social network (e quella in cui lavoro), comunque è quella di raggiungere il mobile. Pertanto nei prossimi 1-2 anni (3-4 anni in Italia) ci sarà una sovrapposizione tra vita reale/territoriale e social network. Quindi vedo uno spiraglio di luce in questa direzione. I social network non saranno più una novità utilizzata dagli utenti in maniera assidua e compulsiva, ma piuttosto una necessità della comunicazione. Insomma verrà utilizzato per il suo vero e proprio aspetto utilitario. Ci sembrerà normale che tutte le nostre azioni, luoghi, relazioni, esperienze, insomma il nostro profilo sociale verrà automaticamente condiviso nel social network e l'intera mole di dati verrà utilizzata nei più disparati settori(Recruitment, marketing, advertisment etc..)
Siamo solo nella fase transitoria.E' solo il grande boom, non lo sappiamo ancora gestire. Un pò come quando arrivò il telefono. Non ha di certo rinchiuso le persone dentro casa a telefonarsi, piuttosto che a vedersi di persona!
Per il fatto che i giovani non si interessano a riflessioni spirituali o filosofiche mi viene da domandarmi: perchè 40 anni fa erano tutti interessati a questi argomenti?
Secondo me, i giovani di oggi tendono più a considerare le cose in base alla loro immediata utilità. E non è di certo un difetto! Quindi il rifiuto a priori può essere "risolto" mostrandogli gli aspetti che loro reputano interessanti e necessari: UTILITA' PRATICA NELLA VITA QUOTIDIANA!
Comunque sia, quei pochi che sono interessati a questi argomenti hanno tutte le possibilità per approfondirli e discuterne con altre persone simili. (Internet)
Per il fatto dell'incapacità dei giovani a formulare discorsi e frasi più lughe di 140 caratteri (vedi definizione Twitter) purtroppo non riesco a vederne una soluzione. Sicuramente si tenderà a proseguire nella direzione della comunicazione immediata e sintesi. I messaggi (di testo o vocali che siano) non moriranno mai.
Ad EQUILIBRARE questa incapacità l'unica che può fare qualcosa è l'istruzione pubblica. In quanto si dovrà sempre più investire nella BASE formativa di un individuo. Ed è questa necessità di investimento che sinceramente mi spaventa di più.
Parole dure di un uomo Duro! Giustissimo il discorso .... il problema è però secondo me più ampio prof, si và a scuola per prendere un voto e solo e soltanto per trovare un lavoro, io penso che i ragazzi della mia età non hanno stimoli, obbiettivi, imparare solo per ripetere e alla fine dell'interrogazione resettare è come non aver imparato. Questo si riversa sul carattere dei ragazzi che non interessati più in niente trovano la loro ispirazione nelle stupidaggini, nel vedersi forti a scapito degli altri.... questo porta alla mancanza di argomenti di discussione, un giorno ascoltando un dialogo di miei coetanei ho fatto caso che nel discorso si alternavano bestemmie parolacce e argomenti futili... Questo per parlare della pochezza ... quindi su facebook si tende ad aggiungere amici per poi andare in giro a dire "io ho più amici di te su facebook"... e poi magari è tutta gente che non si conosce vel con cui nn si parla mai. Il problema nasce dagli obbiettivi, e dai brutti esempi dati dalla televisione dalla politica... continuano a far vedere sempre di più sto grande fratello... nei programmi di politica invece di parlare di come migliorare le cose si attaccano i politici su fatti personali, e i non solo i ragazzi, ma anche un buon 90% degli adulti (ben alienati!) si rispecchiano in questo sistema. Si forse ne ho dette un po' tante insieme però secondo me è tutto collegato.... (per quanto riguarda i ragazzi che usano questo materiale per attaccarla, è logico, una persona che insegna bene e si fà rispettare, è logico non sia apprezzata dagli studenti nullafacenti...)
RispondiEliminada: ex studente
Caro Professore,
RispondiEliminaTemo di non avere nulla con cui rispondere contro l'accusa di materialismo riguardo la nostra generazione. Non sono invece d'accordo sulla sua "idea" di Facebook; a mio avviso Facebook, come gli altri social network, non devono costituire una "seconda vita" dove isolarsi o addirittura rifugiarsi dalla vita reale. Personalmente intendo Facebook come momento di svago, lo uso principalmente per ritrovare vecchi amici, organizzare uscite di gruppo senza dover fare giri di chiamate e, occasionalmente, per fare nuove conoscenze.
P.S. Qualche volta li leggo i post del blog!