13 marzo 2010

Prega e fa' ciò che vuoi...

Nella religione cattolica esiste una specie di paradosso  compendiato dall'affermazione di Sant’ Alfonso De Liguori: “Chi prega si salva, chi non prega si danna”.
Ma c’è di più. Papa Giovanni Paolo II, presentando un’altra stupefacente frase di Sant’Agostino e cioè “Ama e fa' ciò che vuoi “, ebbe a dire in una sua catechesi che è altrettanto vera la seguente frase: “Prega e fa' ciò che vuoi”!
Per assicurarci il Paradiso non bisogna quindi necessariamente sforzarsi di agire eroicamente, compiere azioni impossibili o diventare martiri, no, basta fare una cosa molto semplice che ci hanno insegnato da piccoli: recitare ogni giorno delle preghiere. Sembra incredibile, ma a quanto pare è proprio così!

Questa è una delle verità della fede cattolica che sembrano  difficili da credere.
Viene infatti da chiedersi : ma come è possibile? basta solo semplicemente pregare e uno si salva? oppure basta non pregare e uno si danna? non è contraddittorio che uno possa fare ciò che vuole, ma se prega si salva comunque? non dice la religione cattolica che se uno fa ciò che gli aggrada e quindi pecca, prima o poi va all’Inferno?
L’apparente paradosso si spiega così: con la preghiera noi stabiliamo un contatto con Dio, ci riconosciamo come Sue creature,  mostrandogli così riconoscenza e gratitudine, e ci disponiamo con umiltà a ricevere il Suo aiuto, che d’altronde è desiderosissimo di darci. E siccome nulla è impossibile a Dio, quello che per noi sembrerebbe umanamente impossibile diventa  possibile. Infatti se uno prega con continuità, fosse anche immerso nel peccato come nella melma fino al collo, riceverà da Dio tanta luce e tanta forza che man mano imparerà ad amarlo, e siccome si cerca di non ferire quelli che si amano, allora progressivamente cercherà di comportarsi sempre meglio per compiacerlo. E alla fine non peccherà più. Ecco quindi spiegato come con la preghiera ci si salva.
Qualcuno potrebbe chiedersi: ma visto che Dio vuole la nostra salvezza, perché non ci aiuta  anche senza la preghiera? La risposta è semplice: perché rispetta fino in fondo la nostra libertà e ci può aiutare quindi solo se noi Glielo chiediamo.
Ma nel contempo viene anche spontaneo chiedersi: ma se uno si comporta bene e non prega, perché dovrebbe dannarsi? Credo che si debba rispondere così:  innanzitutto  a Dio il culto è dovuto, non è un optional della creatura, è un dovere adorarlo, se non altro per ringraziarlo del dono dell'esistenza; inoltre la natura umana è debole e Satana ci gira intorno come un leone cercando di divorarci (lo dice San Paolo), e quindi con le nostre sole forze non possiamo farcela. E d’altronde se uno non crede in Dio, manifesta la sua intenzione di non riconoscersi come creatura, pensa di poter fare quello che gli aggrada, mostrando spesso autosufficienza, orgoglio e presunzione. Dio allora si mantiene alla larga, e così Satana ha campo libero e gioco facile e alla fine troverà il modo di far cadere. Bisogna ricordare infatti che è molto più intelligente di noi, a causa della sua natura angelica.
E allora forse è per questo  che in tutte le apparizioni soprannaturali l’invito che viene ripetuto più spesso  è quello di convertirsi  e  di pregare. Infatti non può esserci vera conversione senza la preghiera. La preghiera è per l’anima come il respiro per il corpo: senza di essa avvizzisce e muore.

5 commenti:

  1. Leggendo il Vangelo, e in particolare quello di Giovanni, mi è parso che Gesù desse molta più importanza agli atti di carità compiuti dalle persone piuttosto che alle preghiere elevate al Creatore e mi è parso ( e ci tengo a specificare che non ho competenze teologiche) che gli atti di carità stessi in favore dei più deboli siano una forma di culto... mi piacerebbe sapere la sua opinione a riguardo

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  2. Credo che siano importanti entrambe, cioè le opere buone e la preghiera. Ma d'altronde la preghiera per gli altri, per la loro salvezza e anche per la loro salute, è una forma di Carità, la forma più alta di aiuto che possiamo offrire perchè inviatiamo Dio, l'Onnipotente, ad agire in loro favore, non credi?

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  3. Pregare per gli altri è sicuramente un'altissima forma di carità. e quindi qualcosa che giova sia a chi amiamo sia a Dio e infine a noi. Putroppo però sembra che il Creatore non sia sempre disposto ad ascoltarci ... mi piacerebbe in futuro discutere con lei sull'atteggiamento che Dio ha nei confronti delle sue creature.

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  4. Invece Dio ci ascolta sempre, ovviamente non può esaudire sempre e comunque le nostre richieste e questo perché quello che chiediamo spesso non è utile alla salvezza eterna nostra o degli altri...
    Per quanto riguarda l'atteggiamento divino verso le creature posso citarti questo passo ripreso dal Salmo 145:
    "Paziente e misericordioso è il Signore, lento all’ira e ricco di grazia. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature"

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  5. Mi correggo. Quello che volevo dire è " non è sempre disposto ad esaudire le nostre preghiere". Un motivo esiste, ma noi non possiamo conoscerlo.

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