Il rifiuto della fede nell’esistenza di Dio Creatore ha portato anche a questa ulteriore ipotesi, che definire ‘strana’ è il minimo: l’Universo e tutto ciò che vi è contenuto, quindi anche il nostro mondo e noi stessi, non sarebbero altro che una grande simulazione all’interno di un gigantesco computer il cui software sarebbe stato inventato da un ‘programmatore alieno’. Insomma, la nostra essenza, secondo questa ipotesi, potrebbe non essere altro che una ‘realtà virtuale’ come quella dei giochi sempre più sofisticati che girano nei nostri computer attuali.
Quindi secondo chi formula questa teoria noi saremmo il risultato di un software e il nostro ‘creatore’ non sarebbe altro che un programmatore esterno alla nostra ‘realtà virtuale’! (1)
Sembra uno scherzo, ma invece questa dell'Universo come realtà
virtuale viene considerata da alcuni come una ipotesi abbastanza
credibile tanto da giustificare il lavoro di scienziati che si stanno
dedicando alla sua verifica. Leggete ad esempio questo articolo
pubblicato da poco su un giornale online oppure quest'altro (in inglese) pubblicato dalla rivista scientifica 'Tecnology Review '
del Mit per convincervene. Nella nota (2) cerco di spiegare in poche
parole su cosa si basa l'ipotesi e quello che si cerca di misurare.
Se venisse accertata questa teoria parrebbe risolto il problema di Dio, negandolo o declassandolo a semplice programmatore e 'sminuendo' nel contempo la sua meravigliosa creazione.
Ma le cose non sono così semplici, e quella che sembra essere una soluzione in realtà apre un vaso di Pandora.
Infatti verrebbe da chiedersi subito dopo: ma il programmatore, supposto che esista veramente, chi lo avrebbe generato?
Chi ha lanciato questa idea perciò forse non pone molta attenzione al fatto conseguente e cioè che anche il programmatore e lo stesso computer su cui girerebbe il suo software (a meno di supporre che sia 'increato' e quindi eterno e perciò Dio), potrebbe trovarsi in un altro programma di un altro computer 'più esterno' come ulteriore simulazione…. E così via con un regresso all’infinito!
Dopo quella degli infiniti universi reali, diciamo così, ‘contigui’, e di cui ho parlato in un precedente post, ecco un’altra ipotesi, quella di universo virtuale che inevitabilmente rimanda a infiniti universi anch'essi virtuali contenuti uno dentro l’altro.
C'è da dire che questa dell'Universo creato da un programmatore almeno ha il pregio di essere più vicina al credo religioso in quanto presuppone il fatto che la realtà sarebbe 'causata' e non 'casuale', al contrario dell'altra ipotesi, quella degli infiniti universi contigui che spunterebbero dal nulla e per caso, come le bolle in una schiuma.
Però, ancora una volta, si può concludere che il non voler ammettere l’esistenza del Dio ‘infinito’ porta all'incredibile supposizione dell’esistenza di infiniti universi, in questo caso interni l’uno all’altro, come in un gioco di scatole cinesi che non ha mai fine.
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Note
(1) viene da chiedersi fra l'altro 'che succederebbe se questo nostro programmatore si decidesse di staccare la spina del suo computer?'
(2) Esiste in fisica un effetto detto di Greisen-Zatsepin-Kuzmin o GZK che impone una energia massima ai protoni che viaggiano nel nostro Universo, perché ad elevate energie il protone ha una altissima velocità e ‘vede’, nel suo sistema di riferimento proprio, i fotoni di bassa energia della radiazione di fondo come fotoni ad alta energia gamma. Ne consegue che i protoni interagiscono con questi fotoni e durante il processo vengono prodotti pioni. In Meccanica Quantistica più elevata è la velocità di una particella più piccola è la zona di spazio in cui può essere rivelata. Perciò per esplorare regioni di spazio molto piccole si debbono usare particelle molto veloci e molto energetiche. L’effetto GZK impone una specie di limite inferiore alla ‘finezza’ dello spazio. L’idea è che questa finezza limite minima non nulla sia dovuta alla risoluzione con cui è fatta la simulazione al computer. Inoltre a causa del reticolo cubico di questa eventuale simulazione i raggi cosmici dovrebbero viaggiare preferibilmente lungo alcune direzioni anziché altre, ed è questo che si vuole rilevare. E' una misura che si può già fare con le attuali tecnologie. Per i sostenitori della simulazione trovare l'effetto sarebbe equivalente a essere in grado di 'vedere' l'orientamento del reticolo su cui il nostro universo sarebbe simulato.
"Sembra uno scherzo, ma invece questa dell'Universo come realtà virtuale viene considerata da alcuni come una ipotesi abbastanza credibile tanto da giustificare il lavoro di scienziati che si stanno dedicando alla sua verifica."
RispondiEliminaBisogna darli lavoro ai ecienziati, se no aumenta il tasso di disoccupazione!
Blas
Se devo credere ad un fantomatico alieno che ha programmato tutto l'universo... tanto vale credere in Dio!
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