Ripubblico un post di qualche tempo fa...
I discorsi che fanno certi atei che si occupano di scienza sono insidiosi.
Uno di questi ad esempio è la spiegazione che danno del fenomeno religioso, motivandolo come una ‘illusione’ o ‘consolazione’ più o meno inconscia che l’essere umano si creerebbe per stemperare la paura della morte.
Una interpretazione di questo tipo l’ho trovata ultimamente anche tra le ipotesi che vengono fatte sulla genesi delle Esperienze di Pre-Morte.
Essa viene fornita da uno studioso di nome Wettach (1). Egli si pone tra coloro che pensano che questi fenomeni non siano riferibili a qualcosa che accade nella realtà ma bensì a una specie di ‘fantasia’ generata dal cervello morente per ‘illudere’ la persona e così preservarla in qualche modo dall’angoscia della morte .
Ecco cosa dice (2): "Immaginate una tribù preistorica in cui un uomo di medicina ha
dichiarato un membro tribale morto, e gli anziani preparano un funerale rituale (..)ma la vittima senza vita si sveglia improvvisamente e, con grande stupore degli anziani, comincia a raccontare dei viaggi mentali in un luogo strano e bello. Gli anziani non sanno spiegare come questa resurrezione dei morti si è verificata e, forse per confermare la loro posizione dominante nella tribù, inventano (sic!) il concetto di Dio e di una vita dopo la morte, e dichiarano che solo loro sono in grado di interpretare Dio per il resto della tribù. Così, ai bambini della tribù vengono insegnati i concetti religiosi facendo memorizzare loro queste idee nelle loro menti infantili. Se uno di questi bambini più tardi ha una esperienza di Pre-morte, il suo viaggio mentale in un bel posto può essere arricchito da una visita spirituale con Dio, dimostrando così alla tribù che gli anziani avevano ragione e che Dio esiste ".
Anche se si può sospettare che le esperienze di Pre-Morte (3) possono aver contribuito in qualche modo allo sviluppo della religione non concordo con le conclusioni di Wettach il quale, ritenendo che le NDE siano solo il prodotto di un cervello morente, ipotizza in definitiva che la religione sia solo una creazione della mente umana derivata da tali esperienze. Io penso invece che anche se venisse dimostrato (e non lo credo) che le esperienze di Pre-Morte non sono reali, la nascita della religione non può comunque essere imputata ad esse. Ritengo infatti che Dio sia intervenuto nel corso della storia umana in maniera ben più incisiva di quanto vorrebbero farci credere alcuni tiepidi ‘interioristi’, ad esempio inviando i profeti o servendosi di segni e miracoli, e che sia stata quindi questa azione divina la vera causa della nascita della religione.
Ecco perché i certi discorsi soft di alcuni credenti - del tipo ‘la fede non ha bisogno di segni o di miracoli se no non è vera fede’ - suonano di atteggiamento prudente e rinunciatario rispetto alle argomentazioni atee. Infatti i miracoli e i segni non servono tanto a chi ha già una solida fede, ma certamente - visto che Dio ha ritenuto di doverli fare - sono importanti per coloro che questo dono non ce l’hanno ancora.
L’affermazione che i fatti straordinari non servono a me sembra fra l’altro eretica, in quanto nega il modo in cui lo stesso Gesù Cristo ha scelto di manifestare la sua Divinità. Infatti i segni e i miracoli non sono stati certo un aspetto secondario nella sua vita, Egli se ne servì abbondantemente per dare forza e credibilità alla sua parola e basta leggere i Vangeli per rendersene conto. E così pure i Santi nel loro pellegrinaggio terreno spesso hanno rivelato l’onnipotenza divina con dei prodigi.
Ritengo quindi che l’atteggiamento di quelli che vogliono aiutare il prossimo a convertirsi debba essere anche quello di non sottovalutare i segni, ma di studiarli per contrastare così le spiegazioni superficiali che vengono fornite da alcuni miscredenti, che risultano spesso false e ammantate di pseudo-scientificità. Un esempio è la Sindone, oppure i miracoli eucaristici, o le stesse Esperienze di Pre-Morte.
Occorre cioè armarsi di pazienza, ma anche di prudenza ovviamente, e considerare seriamente questi fenomeni che la provvidenza divina ci ha donato, perché possono rivelarsi un formidabile strumento per convertire chi non crede.
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Note e crediti
(1) Wettach, G. (2000) - The near death experience as a product of isolated
subcortical brain function. Journal of Near-Death Studies, 19, 71–90.
(2) Traduzione da un brano in inglese citato in Christian Agrillo – Near-Death Experince: Out-of-Body and Out-of-Brain? – Rewiew of General Psycology 2011 vol 15 -American Psychological Association
(3) ho dedicato numerosi post al fenomeno 'Esperienza di Pre-Morte ' o NDE. Essi possono essere rinvenuti all'etichetta Morte in questo blog a questo Link
I discorsi che fanno certi atei che si occupano di scienza sono insidiosi.
Uno di questi ad esempio è la spiegazione che danno del fenomeno religioso, motivandolo come una ‘illusione’ o ‘consolazione’ più o meno inconscia che l’essere umano si creerebbe per stemperare la paura della morte.
Una interpretazione di questo tipo l’ho trovata ultimamente anche tra le ipotesi che vengono fatte sulla genesi delle Esperienze di Pre-Morte.
Essa viene fornita da uno studioso di nome Wettach (1). Egli si pone tra coloro che pensano che questi fenomeni non siano riferibili a qualcosa che accade nella realtà ma bensì a una specie di ‘fantasia’ generata dal cervello morente per ‘illudere’ la persona e così preservarla in qualche modo dall’angoscia della morte .
Ecco cosa dice (2): "Immaginate una tribù preistorica in cui un uomo di medicina ha
dichiarato un membro tribale morto, e gli anziani preparano un funerale rituale (..)ma la vittima senza vita si sveglia improvvisamente e, con grande stupore degli anziani, comincia a raccontare dei viaggi mentali in un luogo strano e bello. Gli anziani non sanno spiegare come questa resurrezione dei morti si è verificata e, forse per confermare la loro posizione dominante nella tribù, inventano (sic!) il concetto di Dio e di una vita dopo la morte, e dichiarano che solo loro sono in grado di interpretare Dio per il resto della tribù. Così, ai bambini della tribù vengono insegnati i concetti religiosi facendo memorizzare loro queste idee nelle loro menti infantili. Se uno di questi bambini più tardi ha una esperienza di Pre-morte, il suo viaggio mentale in un bel posto può essere arricchito da una visita spirituale con Dio, dimostrando così alla tribù che gli anziani avevano ragione e che Dio esiste ".
Anche se si può sospettare che le esperienze di Pre-Morte (3) possono aver contribuito in qualche modo allo sviluppo della religione non concordo con le conclusioni di Wettach il quale, ritenendo che le NDE siano solo il prodotto di un cervello morente, ipotizza in definitiva che la religione sia solo una creazione della mente umana derivata da tali esperienze. Io penso invece che anche se venisse dimostrato (e non lo credo) che le esperienze di Pre-Morte non sono reali, la nascita della religione non può comunque essere imputata ad esse. Ritengo infatti che Dio sia intervenuto nel corso della storia umana in maniera ben più incisiva di quanto vorrebbero farci credere alcuni tiepidi ‘interioristi’, ad esempio inviando i profeti o servendosi di segni e miracoli, e che sia stata quindi questa azione divina la vera causa della nascita della religione.
Ecco perché i certi discorsi soft di alcuni credenti - del tipo ‘la fede non ha bisogno di segni o di miracoli se no non è vera fede’ - suonano di atteggiamento prudente e rinunciatario rispetto alle argomentazioni atee. Infatti i miracoli e i segni non servono tanto a chi ha già una solida fede, ma certamente - visto che Dio ha ritenuto di doverli fare - sono importanti per coloro che questo dono non ce l’hanno ancora.
L’affermazione che i fatti straordinari non servono a me sembra fra l’altro eretica, in quanto nega il modo in cui lo stesso Gesù Cristo ha scelto di manifestare la sua Divinità. Infatti i segni e i miracoli non sono stati certo un aspetto secondario nella sua vita, Egli se ne servì abbondantemente per dare forza e credibilità alla sua parola e basta leggere i Vangeli per rendersene conto. E così pure i Santi nel loro pellegrinaggio terreno spesso hanno rivelato l’onnipotenza divina con dei prodigi.
Ritengo quindi che l’atteggiamento di quelli che vogliono aiutare il prossimo a convertirsi debba essere anche quello di non sottovalutare i segni, ma di studiarli per contrastare così le spiegazioni superficiali che vengono fornite da alcuni miscredenti, che risultano spesso false e ammantate di pseudo-scientificità. Un esempio è la Sindone, oppure i miracoli eucaristici, o le stesse Esperienze di Pre-Morte.
Occorre cioè armarsi di pazienza, ma anche di prudenza ovviamente, e considerare seriamente questi fenomeni che la provvidenza divina ci ha donato, perché possono rivelarsi un formidabile strumento per convertire chi non crede.
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Note e crediti
(1) Wettach, G. (2000) - The near death experience as a product of isolated
subcortical brain function. Journal of Near-Death Studies, 19, 71–90.
(2) Traduzione da un brano in inglese citato in Christian Agrillo – Near-Death Experince: Out-of-Body and Out-of-Brain? – Rewiew of General Psycology 2011 vol 15 -American Psychological Association
(3) ho dedicato numerosi post al fenomeno 'Esperienza di Pre-Morte ' o NDE. Essi possono essere rinvenuti all'etichetta Morte in questo blog a questo Link
Il cristianesimo non esisterebbe neppure senza i miracoli:
RispondiElimina1. Il concepimento di Maria
2. l'incarnazione di Gesù
2. la verginità di Maria
3. tutti i miracoli raccontati dai Vangeli
4. la resurrezione di Gesù
5. la sua ascensione al cielo
Speriamo che i vescovi che eleggeranno il papa finalmente prendano coscienza della frase di San Paolo :
RispondiElimina"Il regno di Dio non consiste in parole ma in potenza"
Sono d'accordo, e andrei anche oltre. Vorrei sapere chi ha una fede così solida da non aver bisogno, almeno ogni tanto, di segni e miracoli. Essi non servono soltanto a chi non crede, ma anche a chi già crede. Coloro che sostengono di non aver bisogno di alcun aiutino celeste per tenere in piedi la propria fede, a mio avviso peccano un po' di presunzione spirituale.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaIl miracolo più grande per un uomo è credere senza aspettare i miracoli i segni... ma credere a prescindere ed è il raggiungimento della perfezione spirituale...quella che..se meritata porterà l anima alla salvezza
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