22 aprile 2018

I docenti, i giovani e il buonismo che genera mostri.

Ero indeciso se scrivere o meno qualcosa sulla situazione pericolosa in cui versa la scuola riguardo al comportamento di quelli che la vivono, messa in risalto da alcuni recenti fatti di cronaca, quelli in cui si narra di genitori e di alunni che insultano gli insegnanti e/o li picchiano, perché c’è sempre il rischio o di minimizzare o al contrario di descrivere come usuali dei comportamenti estremi che invece per fortuna non sono frequentissimi a questi livelli. Il fatto però è che un certo spartiacque ormai da tempo è stato superato e un’impotenza ‘educativa’ si è ormai impossessata di questa istituzione, lo posso dire con cognizione di causa visto che in essa ci lavoro da anni, e quindi mi sono ora deciso di dire anche la mia.

Ho già evidenziato, in alcuni precedenti post (qui , qui e anche qui e ancora qui), quali sono quelle che considero essere le cause principali del degrado che avanza nella scuola ma anche nelle famiglie e in tutta la società e cioè il fatto che non è vero che gli studenti per il motivo di essere ‘giovani’ siano ‘buoni’ e il fatto che la reazione al loro cattivo comportamento sia praticamente o inesistente o blanda o sbagliata e ciò per via dell’atteggiamento buonista e del politicamente corretto imperanti.

In realtà i giovani mostrano spesso lo stesso modo di agire sbagliato degli adulti: essendo corrotti dentro, come lo sono tutti gli esseri umani - infatti da cattolico convinto credo fermamente nel dogma del peccato originale che ha reso l'umana natura imperfetta e mortale - , quando capita si comportano male come i più vecchi, se non peggio, perchè spesso questa cattiva condotta è aggravata  dalla sicurezza dell’impunità e da un certo grado di incoscienza verso le conseguenze dei propri atti. 

Niente di più falso perciò, a mio modesto avviso, della convinzione di Rousseau che tutti gli uomini nascerebbero ‘buoni’ e diventerebbero invece ‘cattivi’ solo per via delle circostanze e a causa delle influenze nefaste trasmesse dalla società! A mio parere ogni persona dall’età della ragione in poi è cosciente di operare il bene o il male e quindi è responsabile dei propri atti: se è giovincello può forse avere qualche attenuante a causa dell’immaturità e dell’inesperienza, ma il ragazzo non lo si può considerare innocente ‘a priori’. E invece è praticamente su quest’ultimo presupposto sbagliato che si basa l’attuale ‘buonismo’ che sta generando mostri.

Con l’avvento del sessantotto, e dei movimenti cosiddetti progressisti che lo hanno cavalcato e poi incamerato nel loro DNA, quando con la scusa di contestare l’autoritarismo si è fatto però di tutta l’erba un fascio e si è cercato di distruggere il principio di autorità, quello che è necessario che ci sia affinché la società possa funzionare e non cadere nel caos e nella violenza, è nato il buonismo, una variante geneticamente modificata ed estremamente pericolosa della misericordia, quella in cui alla fin fine i carnefici vengono posti sullo stesso piano delle vittime, e si ha verso di loro la massima comprensione e indulgenza, e invece viene quasi considerato cattivo chi vuole ristabilire la giustizia e comminare una vera punizione.

L’ho detto e lo ripeto: per me credente il buonismo ha qualcosa di diabolico. Non per niente esso va spesso a braccetto con l'ateismo e come questo viene propugnato soprattutto dalla forze che si definiscono progressiste. L’ateismo militante ha la sua principale causa nel rifiuto di Dio, che viene visto più o meno inconsciamente come il padre che proibisce e punisce, così come è successo per primo a Lucifero e ai suoi angeli ribelli e poi ai nostri capostipiti umani che portarono il peccato nel mondo. Il buonismo alla fin fine è basato sul ritenere che Dio, a causa del fatto che giudica e se necessario castiga, sarebbe  ‘non buono’, visto che sarebbe ingiusto punire sul serio chi sbaglia - che perciò farà tutto fuorché pentirsi e rimediare. E questo perchè la libertà di fare ciò che si vuole verrebbe prima di ogni cosa! Ed è perciò in questo che consiste l’equivoco che porta tanta gente alla rovina!

Ma torniamo agli insegnanti: come volete che possano svolgere con serenità il loro ruolo educativo se in questi anni sono stati dipinti dalle forze che contano, e che non vogliono certo il bene dei giovani, come nullafacenti, ignoranti, se non beceri punitori? Ma come si fa ad insegnare tranquillamente e ben operare in classe se genitori e alunni supportati dalla pubblica opinione e dalla legge sono con le pistole legali continuamente puntate?

I professori nello svolgere il loro lavoro alle volte possono essere degli eroi, ma sicuramente non sono dei superman, sono esseri umani spesso bistrattati e umiliati da studenti e genitori irriconoscenti e maleducati e da dirigenti pretenziosi, con la spada di Damocle di ricorsi e azioni legali, e perciò frequentemente sull’orlo di una crisi di nervi e tentati alle volte di mollare tutto e di dire "ma chi me la fa fare?". E anche se nella maggior parte dei casi hanno la voglia di continuare a fare al meglio il loro lavoro, pur in  condizioni così difficili, non possono certo fare miracoli visto che le loro ‘armi’ educative sono state da tempo volutamente spuntate, anzi eliminate. E’ come pretendere che scrivano alla lavagna senza i gessetti. 

E adesso che quasi tutto sta andando a rotoli si mostra dispiacere? Si piange ipocritamente sul latte versato? Ma questa situazione è stata voluta, è la logica conseguenza delle politiche attuate a tutti i livelli per distruggere i giovani, la scuola e in definitiva la società! E' perciò inutile meravigliarsi di  questi fatti di cronaca, sono solo la conseguenza più eclatante di un malessere diffuso che da tempo ormai pervade le persone, le famiglie, la scuola e l'intera società, e sono anche il frutto di una  sciagurata ‘politica buonista’ perseguita con determinazione, figlia di un sessantotto che sembra non essere mai terminato.

2 commenti:

  1. Bravo professor Canto, condivido al 100%.
    Sono un padre di tre figli (due ragazze e un ragazzo) e noto come per tutti, ma soprattutto per il maschio, quanto sia stata e sia tutt'ora importante la figura del padre, anche se afflitto da diversi difetti come il sottoscritto, che si distingua in modo congruo e armonico da quella della madre.
    Non per nulla oggi gli adolescenti, a mio parere, mancano delle capacità di concentrazione, di sintesi, di decisione e quindi di assumersi le proprie responsabilità. Sono convinto che queste doti possano essere sviluppate dagli adolescenti solamente se a loro coerentemente testimoniate da veri uomini e padri.
    Pierluigi

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  2. Ricordo che alle medie,ora ho 52 anni,la mia classe era ancora di quelle rispettose dei professori,a priori.Credo che i ragazzi fossero molto più sereni di adesso e molto più fiduciosi.Per esempio,in prima media,il primo giorno di scuola,il bidello avvertì tutta la classe di avere pazienza,perchè la professoressa era "un pò strana".Effettivamente,lei,dopo essersi seduta diceva "Adesso riposatevi e dormite" e ci faceva abbassare le tapparelle in modo che entrasse meno luce,E così tutta l'ora e per tutto l'anno.In seconda media,invece non riesco a dimenticare la prof. di matematica che,senza nemmeno togliersi la giacca e senza guardarci mai,per tutta l'ora scriveva sulla lavagna la lezione e poi se ne andava,ripeto senza girarsi mai verso di noi e in tutto questo non ci siamo mai permessi di dire "a".Forse eravamo noi i buonisti allora....adesso la ruota è evidentemente girata.

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