24 dicembre 2009

Su Pio XII




Ancora una volta ambienti ebraici e numerosi mass-media cercano di interferire nelle vicende interne della Chiesa Cattolica criticando il beneplacito di Benedetto XVI alla causa di beatificazione di Pio XII, e ciò a causa dei presunti 'silenzi’ nella condanna della ‘Shoah’ da parte del grande Papa, e tutto questo senza considerare che egli aveva dietro la porta i nazisti, che silenziosamente fece ospitare nei conventi e nelle chiese decine di migliaia di ebrei salvandoli così da morte certa, e che in realtà una sua aperta condanna, che nessuno delle potenze occidentali fece durante quel periodo, avrebbe potuto ottenere l’effetto contrario… (quando si dice dell'ingratitudine umana...)



Purtroppo dagli anni sessanta in poi la calunnia sui presunti appoggi del Papa al Nazismo , creata ad arte dai servizi segreti della Germania Est per vendetta, a causa della scomunica di Pio XII contro il comunismo, è stata raccolta dai nemici della Chiesa e tuttora viene usata da essi con l’unico scopo di attaccare il Cristianesimo. Questi nemici in mala fede si trovano fuori e dentro la Chiesa: sono ambienti ebraici estremisti e i soliti cattocomunisti che fanno riferimento alla scuola di Bologna… Il tutto viene raccolto e amplificato dalle potenti forze laiciste e massoniche che imperversano nella disinformazione mondiale con i loro mass-media e a cui non pare vero di poter sferrare in maniera così facile ancora una volta un attacco al Cattolicesimo e alla figura del Papa..

A far capire in maniera lampante quanto ingiusti, falsi, ingrati e calunniosi siano questi attacchi basterà leggere alcune delle testimonianze di ebrei dopo la guerra su Pio XII (li ho presi dal sito Messainlatino.it):

a. "Risulta sempre più chiaro che gli Ebrei son stati salvati dentro le mura del Vaticano durante l'occupazione di Roma." (Jewish News di Detroit, 7.07.1944).
b. "La Santa Sede aveva fornito ai rifugiati ebrei anche cibo e kosher." (Congress Weekly, 14.07.1944).
c. "Il Vaticano ha sempre aiutato gli Ebrei e gli Ebrei son grati alla carità del Vaticano, fatta e distribuita senza distinzione di razza." (American Hebrew di New York, 14.07.1944).
d. "Salvati dalla Chiesa, atti eroici di cattolici italiani. - In migliaia salvati dai cardinali ai curati di campagna. Sebbene messi pericolo per il fatto di soccorrere Ebrei, cattolici italiani aiutarono migliaia di nostri fratelli. Lo stesso Papa Pio XII ha dato asilo, entro le mura vaticane a centinaia di Ebrei senza tetto." (R. R. Resnik , sul Palestine Post del 22.01.1946).
e. I rabbini dell'esercito Statunitense mandarono dettagliai rapporti sull'azione della Chiesa in favolre degli ebrei italiani (Bollettino Jewish Brigade Group, giugno 1944 - Commitee on Armu and Navy Religious Activity of the National Jewish Welfare Board, 21 luglio 1944).
f. Giuseppe Nathan, commissario dell'Unione delle Comunità israelitiche rese grazie, il 7.09.1945, "al Sovrano Pontefice e ai religiosi che non hanno visto nei preseguitati nient'altro che fratelli da salvare, secondo le indicazioni del Santo Padre" (L’ Osservatore Romano, 8-9-1945).
g. Il 21 settembre 1945 il dott. Leo Kubowitski, Segretario del Congresso Ebraico Mondiale, fu ricevuto dal Papa Pio XII per presentargli i suoi ringraziamenti per l'opera effettutata dalla Chiesa Cattolica in tutta Europa in difesa del popolo ebraico ebraico (L’ Osservatore Romano, 23-9-1945).
h. Il mese dopo, l'11 ottobre 1945, lo stesso Congresso Ebraico Mondiale offrì 20.000 dollari alla Santa Sede come segno di riconoscenza degli sforzi profusi dalla Santa Chiesa Cattolica Romana nel salvataggio degli Ebrei perseguitatai dal nazismo (New-York Times, 11 octobre 1945).
i. Il 29 novembre 1945 80 ebrei delegati dai rifugiati nei campi di concentramento tedeschi, vennero ricevuti dal Papa Pio XII per potergli riferire : " siamo onoratissimi di poter ringraziare personalmente il Santo Padre per la generosita che Egli ci ha mostrato durante il terribile periodo nazista."

l. Il 9 marzo 1946, 82 sopravvissuti di Auschwitz e Dachau ringraziarono personalmente il Papa per averli aiutati a scappare, salvandoli.
m. Dieci anni dopo, in occasione delle commemorazioni della fine del conflitto mondiale, il 26 maggio 1955, l' orchestra Filarmonica d'Israele (composta da 94 professori ebrei, diretti dal Maestro Paul Kletzki), suonarono sotto le finestre del Palazzo Apostolico come segno "di riconoscenza della grandiosa opera umanitaria compiuta dal Papa per salvare un gran numero di ebrei, durante la II Guerra Mondiale" .

Come si vede, i contemporanei del Papa, che avevano conosciuto o sperimentato la sua salvifica attività di migliaia di ebrei, gli avevano espresso la loro sincera e spontanea riconoscenza al termine del conflitto.

Nell'immediatezza della sua morte, inoltre, furono molti i sensi di cordoglio che giunsero dalle comunità ebraiche di allora, alcune delle quali espresse addirittura da autorevoli colonne di importanti quotidiani (nazionali e non).

Se ne riportano alcuni a scopo di esempio:

1. L'allora Ministro degli Esteri di Israele, Gota Meir, ad esempio, appresa che ebbe la morte di Pio XII, inviò alla S. Sede un accorato telegramma: "Partecipiamo al dolore dell'umanità per la morte di S. Santità Pio XII. In periodo turbato da guerre e da discordie, egli ha mantenuto alti gli ideali più belli di pace e di carità. Quanto il martirio più spaventoso ha colpito il nostro popolo, durante i dieci anni di terrore nazzista, la voce del Pontefice si è levata a favore delle vittime.".
2. Il Gran Rabbino di Gerusalemme di quel tempo (la più alta autorità religiosa ebraica) Isaac Herzog inviò telegramma, la mattina del 9 ottobre 1958 col seguente messaggio: "La morte di Pio XII è una grave perdita per tutto il mondo libero. I cattolici non sono i soli a deplorarne il decesso.".
3. Dagli Stati Uniti, il Rabbino Jacob Philip Rudin, presidente della Central Conference of American Rabbies così commentò la morte del Papa: "La Conferenza centrale dei Rabbini americani si unisce con profonda commozione ai milioni di membri della Chiesa Cattolica romana, per la morte di Pio XII. [...]. Possa il suo ricordo essere una benedizione per la vita della Chiesa cattolica Romana e per il Mondo." (L'Osservatore Romano, 10.10.1058).
4. Il Rabbino capo di Londra, Brodie, in un messaggio inviato all'Arcivescovo di Westminster, così si doleva: "Noi della Comunità ebraica abbiamo ragioni perticolari per dolerci della morte di una personalià la quale, in ogni circostanza, ha dimostrato coraggiosa e concreta preoccupazione per le vittime della sofferenza e della persecuzione." (L'Osservatore Romano, 11.10.1958).
5. Il Presidente d'Israele, Itzhak Ben-Zvi per tramite dell'Ambasciatore israeliano a Roma, trasmise il seguente messaggio di sincero cordoglio al Cardinal Tisserant (decano del S. Collegio): "... facendomi portavoce dei numerosi rifugiati ebrei, salvati dalla morte e dalle torture, per l'intercessione di Pio XII." (Christian News from Israel, vol IX, nn. 3-4-, dicembre 1958).
6. William Zunkeramann, direttore di "Jewish Newsletter" (rivista ebraica americana) il 10 ottobre 1958 invitò tutti gli Ebrei d'America "a rendere omaggio e a esprimere il loro compianto perchè probabilmente nessun statista di quella generazione aveva dato agli Ebrei più poderoso aiuto nell'ora della più grande tragedia. [...] Quello che il Vaticano ha fatto è stata una delle più grandi manifestazione di 'umanitarismo' del secolo XX e ha costituito un nuovo ed efficace metodo di combattere l'antisemitismo. [...] Qualcunque ebreo toccasse il Vaticano, era salvo." (The Commonweal, 7.11.1958).
7. Messaggi di cordoglio e tribuzioni di stima furono rivolti al Papa da poco defunto anche da Leonard Bernistein (che impose un minuto di silenzio prima di iniziare un concerto dell'Orchestra Filarmonica di New York), dal Rabbino Israel Goldstein e dai membri del Comitato esecutivo sionista.
E ancora.
8. Il Rabbino Capo di Roma, Elio Toaff, il 10 ottobre 1958 rendeva così omaggio a Pio XII: "Più di chiunque altri noi abbiamo abbiamo avuto modo di beneficare della grande e caritatevole bontà e della magnanimità del rimpanto Pontefice, durante gli anni della persecuzione e del terrore, quanto ogni speranza sembrava per noi essere morta" (parole riportate dai quotidiani italiani e internazionali del 11 ottobre 1958).
Egli solennemente affermò cioè che i suoi successori sembrano aver oggi dimenticato: "Gli Ebrei si ricorderanno sempre di quello che la Chiesa Cattolica ha fatto per loro su ordine del Papa al momento della persecuzione razziale. (Le Monde 10.10.1958). (peccato che la Storia gli abbia dato torto, almeno fin ora, e molti ambienti della Comunità Ebraia se ne siano scordati)
9. Il noto Console israeliano a Milano, M. Pinchas Lapide, ebbe ad ammetere, riferendosi a Pio XII: "Non c'è Papa nella storia degli ebrei che sia mai stato ringraziato tanto calorasamente per l'aiuto e la salvezza ai loro fratelli nei momenti di grave pericolo."
Anni dopo, dalle colonne dell'autorevole "Le Monde" il console consegnò alla Storia la conferma dell'impegno silenzioso della Chiesa. Chiaro ed inequivocabile il suo pensiero di "testimone" referenziato e attendibile (in quanto diplomatico attivo con la S. Sede): "Io posso affermanre che il Papa, La Santa Sede i Nunzi e tutta la Chiesa Cattolica hanno salvato dai 150.000 ai 400.000 ebrei da una morte certa. La Chiesa Cattolica. La Chiesa Cattolica ha salvato più vite ebree da sola, che tutte le altre chiese, istituzioni religiose e organizzazioni messe insieme." (Le Monde le 13.12.1963).
10. Gli ufficiali statunitensi ebrei della brigata entrata a Roma per la liberazione riferirono: "... i superstiti ebrei ci dissero con voce piena di gratitudine e di rispetto: 'Se siamo vivi bisogna ringraziare Pio XII. E' nel Vaticano, nelle chiese, nei monasteri, nelle case private che Ebrei son stati tenuti nascosti per suo ordine personale. Persino sulla sinagoga vicino al Tevere aveva fatto imprimere il suo sigillo Pontificio e anchi i nazisti l'hanno rispettato." (Davar, 10 ottobre 1959).
Ulteriore conferma ne sia la mirabile conversione del Gran Rabbino di Roma, Israële Zolli (1881-1956) che il 13 febbraio 1945 si convertì al cattolicesimo, scegliendo come nome di batteseimo proprio Eugenio Pio, in omaggio a Papa Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli.

Ma anche al giorno d’oggi non sono mancate attestazioni che cercano finalmente di ristabilire la verità:

I. Di recente, il 16 febbraio 2001, il Gran Rabbino di New York David Dalin, ha dichiarato che Pio XII è stato ingiustamente attaccato dal momento che egli può essere considerato un "Giusto" agli occhi degli Ebrei. "Egli fu un grande amico degli Ebrei, e merita di essere proclamato "Giusto tra le Nazioni", giacchè egli salvò moltisismi dei miei correligionari, molti più di Schindler. Stando a certi conti, almeno 800.000."
Omaggiando Antonio Gaspari (per l'opera "Gli ebrei salvati da Pio XII) il Gran Rabbino ha ricordato che "nei mesi in cui Roma era stata occupata dai Nazisti, Pio XII aveva dato istruzioni al clero di salvare gli ebrei in tutti i modi" . Dal momento in cui veniva consegnata la medaglia dei "Giusti" al Cardinal Palazzini per aver salvato molti Ebrei, egli affermò. "Il merito va interamente a Pio XII".
Il Gran Rabbino Dalin così concludeva il suo commento: "Mai un Papa è stato così omaggiato e ringraziato dagli Ebrei".
Anche il Dott. Dalin, ha riconosciuto che subito dopo la II Guerra Mondiale e durante gli anni successivi ci furono molte manifestazione di stima verso Pio XII che gli vennero rivolte dalle più alte autorità d'Israele, dal Ministro Golda Meir, al Gran Rabbino di Gerusalemme fino al Gran Rabbinodi Roma, Elio Toaff . (Interview au Weekly Standard).

II. In tempi ancor più recenti si ha avuto finalmente un'altra conferma di correzione di rotta, rispetto alla infondata critica e monotona polemica sul preteso "silenzio" di Pio XII.
Il 13 ottobre 2008, infatti, molti ebrei hanno testimoniato davanti alle telecamere di essere stati salvati dal clero cattolico, con il sostegno di Pio XII durante le persecuzioni nazziste. Tra coloro, Emanuele Pacifici, figlio di Riccardo Pacifici, Rabbino di Genova, ai tempi della guerra.

III. In un bell'articolo di Arrigo Levi su Pio XII del 27.10.2008 egli ha sintetizzato quanto fin ora detto: "la Santa Sede compì ripetuti passi diplomatici, fidandosi, a torto, dell’ambasciatore tedesco, minacciando una protesta pubblica del Papa se la deportazione fosse continuata. Il terzo è che non solo a Roma ma in tutta Italia l’apertura dei conventi e l'organizzazione del salvataggio degli Ebrei e di altri perseguitati da parte del clero ebbe dimensioni tali da rendere certo, anche per molte testimonianze, che il Papa avesse dato il proprio assenso (anche se non per iscritto: sarebbe stato follia) a questa azione corale. Posso aggiungere che nei primi tempi dopo la fine della guerra le espressioni di gratitudine di Ebrei alla Chiesa e al Papa furono numerosissime. (E perchè oggi di quelle espressioni ci si è quasi dimenticati o non si dà più il giusto peso?) [...] al Laterano: dove si rifugiarono, protetti dalla extraterritorialità della sede del vescovo di Roma, non solo ebrei ma l’intero Cln centrale, con Nenni, Saragat, Ivanoe Bonomi, De Gasperi, Meuccio Ruini e altri ancora: gli ospiti del Laterano furono in totale più di 40 mila). Certo che il Papa sapeva! Tacque sulla Shoah, per prudenza, nel timore del peggio. [...] Come ebreo, mi associo a Toaff nella lode della 'grande compassionevole bontà del Papa durante gli infelici anni della persecuzione', e giustifico il suo silenzio, senza il quale molte altre migliaia di ebrei sarebbero finiti nei forni crematori. " (quale fonte autorevole e obiettiva!)

IV: Su Sat2000, il 23 maggio 2009 è andata in onda una obiettiva inchiesta che finalmente rende giustizia a Pio XII. "In essa sono contenute anche altre nuove testimonianze e documenti inediti che chiariscono ancora di più come la rete di salvataggio per i perseguitati, costituita da conventi, istituti religiosi e nunziature - non solo a Roma, ma anche in Italia e nel mondo - facesse capo a precise disposizioni di Pio XII" (Arrigo Levi, LaStampa del 22.05.2009)

V. Quest'anno addirittura, il 3 luglio 2009, la Fondazione Pave the way (PTWF) ha annunciato la sua intenzione di proporre al Museo della Memoria Yad Vashem, a Gerusalemme il riconoscimento del titolo di "Giusto tra le Nazioni" a Eugenio Pacelli, Papa XII

VI. Padre Lombardi, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in una nota indirizzata alla Comunita Ebraica per rassicurarli (ma si è mai visto la Chiesa che deve render conto o giustificarsi circa i propri Santi?) ha oggi ricordato che: "L’attenzione e la preoccupazione di Pio XII per la sorte degli ebrei, cosa che certamente è rilevante per la valutazione delle sue virtù, sono largamente testimoniate e riconosciute da molti ebrei" [...] le sue scelte sono stata compiute con la pura intenzione di svolgere al meglio il servizio di altissima e drammatica responsabilità di pontefice"

Per concludere: è incontestabile l'opera di Papa Pio XII nella salvezza di tantissimi ebrei, quindi si può discutere quanto si vuole sulla sua scelta di usare la prudenza nel condannare il Nazismo ma non si può assolutamente mettere in discussione la sua intenzione e la sua ferma volontà di salvare i perseguitati e ciò nel più perfetto stile evangelico.
I detrattori invece, e duole dire che tra questi ci stia anche il rabbino capo di Roma Di Segni, che a me personalmente fa rimpiangere il grande e sincero suo predecessore rabbino Toaf, mettono in dubbio la buona fede di Pio XII, e questo contro con la verità dei fatti.
Allora qual è il loro fine? Semplice, sempre quello: attaccare il Cristianesimo, e soprattutto la Chiesa Cattolica e il Papato.

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