10 gennaio 2010
Satanisti
Purtroppo è una amara realtà l’esistenza dei satanisti, cioè delle persone che si consacrano a Satana.
Nessuno sa dire con precisione quanti siano questi individui, in quanto mantengono una segretezza estrema, ma degli indizi fanno pensare che siano tanti e che il loro numero sia in aumento, e purtroppo anche tra giovani. Normalmente non si sente parlare di essi, tranne nel caso in cui si facciano ritrovamenti strani in caverne o luoghi abbandonati fuori città o quando viene fuori qualche episodio eclatante di cronaca nera in cui si palesano le efferatezze di cui sono capaci.
A quanto pare per tanti che si trovano coinvolti in questi gruppi l’inizio è costituito dalla curiosità di voler provare qualcosa nel bel mezzo della noia esistenziale, qualcosa che quando Dio è assente dall’anima non può che essere costituito dal suo Nemico. Eh sì, io penso che non vi possa essere per molto tempo una situazione di neutralità nell’anima di ciascuno di noi: prima o poi bisogna scegliere, è solo questione di tempo ma alla fine o ci si ritrova in compagnia di Dio o di Satana…
Mi viene di fare queste considerazioni perché sto leggendo un libro scritto da una ex satanista, intitolato ‘Fuggita da Satana’ (Ediz. Piemme 2007).
Il libro è molto intenso e a tratti raccapricciante, ad esempio quando parla di orge a cui vengono fatti partecipare animali e bambini. Ci sono stati alcuni capitoli, in cui vengono descritte delle cose orrende che vengono fatte con le ostie consacrate rubate, che ho letto malvolentieri e con molta pena. Mi è rimasta impressa la seguente considerazione fatta dall’autrice: “Per le sette sataniche il permesso ai fedeli di ricevere la comunione nella mano ha rappresentato davvero un punto di svolta (..).Questa innovazione fu introdotta in Italia nelle chiese a partire dal 3 dicembre 1989 e da quel momento il furto delle particole fu un gioco da ragazzi. Oggi mi capita spesso di pensare che, se i cattolici credessero nella reale presenza di Gesù Cristo nell’ostia consacrata come ci credono i satanisti, il mondo sarebbe certamente molto più evangelizzato.” (pag. 89/90) (Certo, essere superati nella fede dai satanisti sembrerebbe una barzelletta se non fosse in realtà nel contempo una cosa tragica e paradossale! A questo siamo arrivati ormai,anche grazie ad una parte di Clero composto da chierici felloni che imperversa nella Chiesa soprattutto dal Concilio Vaticano II in poi).
E c’è un paragrafo, quello in cui si parla di ‘rituali sui bambini’, che non sono riuscito a leggere, perché come accennato dall’autrice nei capitoli precedenti, in esso vengono descritti atti orrendi che si concludono con infanticidi… e allora proprio non ce l'ho fatta a leggere cose simili, se lo facessi starei male per molto tempo, così come mi successe dopo la visione dell’ultimo film di Pasolini ‘Le cento giornate di Salò’, film che sconsiglio vivamente di vedere a chiunque sia un po' sano di mente perché, vabbé che siamo adulti e vaccinati, ma c’è un limite a tutto!
Che dire? Si resta sbalorditi nel constatare come ci possano essere persone che scelgono di fare tutto ciò. A parte il senso di potenza e il fugace piacere che possono provare in quei momenti in cui si fanno messe nere e rituali, poi cosa resta? Una disperazione interiore che cresce sempre più e che, se non si riesce ad uscirne in tempo, porta all’ autodistruzione, alla follia o alla possessione diabolica, con la fase terminale costituita dal suicidio! Lo testimoniano i pochi che sono riusciti a liberarsi…
Questi sono i regali che fa Satana: infelicità, malessere, disperazione e morte! E la cosa non finisce lì… se queste persone dopo la morte vanno all'Inferno, come è probabile perché così loro vogliono, cosa pensano di potervi trovare o provare?
Pare che molti adepti siano convinti che nell’altra vita Satana, che hanno così adorato e servito, li ricompenserà facendoli diventare non ‘semplici dannati’ ma demoni, cioè suoi 'aiutanti' nel torturare in eterno i 'semplici peccatori dannati'! Tragica illusione! A parte che questo è impossibile che avvenga per il semplice fatto che natura angelica (anche se decaduta) e natura umana sono ontologicamente diverse, ma anche se fosse possibile, che bella prospettiva sarebbe! Essere demoni per l’eternità, e cioè partecipare alla stessa natura di esseri immondi immensamente più colpevoli degli umani e che pertanto soffrono infinitamente più dei dannati e che hanno come unico ‘sollazzo’, per i secoli dei secoli, quello derivante dal dolore e dalla disperazione dei compagni di sventura. Davvero un futuro senza fine molto 'luminoso' e attraente, non c’è che dire!
Ho visto tempo fa un film: El sicario – room 164 - un Film (documentario) di Francesco Rosi che ha vinto il premio documentari Doc It a Venezia , tratto dal saggio The Sicario di Charles Bowden, pubblicato nel 2009 su “Harper’s Magazine.
RispondiEliminaDura ottanta minuti ed è girato nella stanza di un hotel riprendendo un ex sicario, la stessa stanza dove in complicità di altri (poliziotti) come lui, ha rapito, nascosto e ucciso alcune delle tante vittime del narcotraffico, dopo averle torturate nei modi più fantasiosamente atroci.
Gianfranco Rosi lesse un articolo dell'amico Charles Bowden, pubblicato da "Harper's magazine", sul tasso di criminalità di Ciudad Juarez, la più pericolosa del mondo, e volle incontrare quest'uomo, “il sicario”, arruolato dai narcos giovanissimo, comandante della polizia statale di Chihuahua, addestrato dal FBI, libero e impunito dopo centinaia (500 circa) esecuzioni sommarie e di massa, con una taglia di 250.000 mila dollari sulla testa (messa dai narcotrafficanti dopo che è uscito dal giro perché considerato un traditore). Di questo film documentario in Messico è interdetta la visione (ovvio!, svela quanto è corrotta la polizia, i suoi capi e su su fino ai più alti vertici del governo collusi con i trafficanti della droga).
Mentre al pubblico del film la figura e il volto del sicario resta opportunamente nascosta dietro un velo nero, ciò che dice non fa sconti. Uomini bolliti vivi in pentola perché colpevoli di aver disobbedito al Cartello; alcool e droga senza soluzione di continuità, per fare il lavoro sporco senza lasciare fessure alle pericolose infiltrazioni della coscienza; e poi il punto di non ritorno, quando il sogno di vivere di risorse illimitate diventa incubo e raggiunge la propria casa, il proprio letto.
Il sicario, nella stanza 164, ravviva infatti l'esposizione della sua parabola (come se ce ne fosse bisogno…) abbandonando spesso il discorso indiretto per recitare i dialoghi tra lui e la vittima di turno o per mimare le azioni (come tirare la corda deputata al soffocamento), mentre con metodo disegna su un blocco la sequenza delle sue personalissime “memorie di un gangster”, sottolineando le cifre macabre, riscrivendo le parole che pronuncia a voce, perché inchiostrandole si carichino di peso e autenticità.
Non si vede assolutamente nulla, si immagina tutto seguendo il racconto-confessione che il regista Rosi chiede venga creduto in toto. Il sicario dimostra profonda intelligenza, grande dialettica e assoluta credibilità.
Mentre, ipnotizzata, seguivo il racconto che faceva quell’uomo mi chiedevo perché continuare a vedere il film. Non riuscivo a capire il senso del documentario, che finalità avesse questa lunga confessione di crimini efferati, cosa ne avrei tratto io.
Dovevo forse capire fino a che punto di efferatezza, indifferenza o abitudine al male può arrivare chi procura la sofferenza ad un suo simile ? la banalità nel male ? (continua)
(continua) ? e mi chiedevo anche, sapendo che quell’uomo ben remunerato dai narcos conduceva una vita agiata, (bella casa, belle macchine, yacht, cospicuo conto in banca) avendo e amando la moglie e figli, che cosa faceva quando entrava a casa? Accarezzava con quelle mani i figli e la moglie? E una volta addormentato nel suo letto che tipo di sonno e di sogni faceva?
RispondiEliminaPuntuale è arrivata la risposta..a 10 minuti dalla fine il racconto dell’uomo cambia tenore……. e racconta che per torturare e aumentare la ferocia doveva prendere la cocaina durante il giorno e la sera, per dormire, si doveva inebetire con l’alcool. Di notte aveva degli incubi spaventosi in cui si trovava a lottare e a doversi difendere da assalitori. La moglie, che dormiva accanto a lui, sentendolo mugolare nel sonno faceva fatica, scuotendolo forte, a svegliarlo. Una notte di quelle così agitate, intrappolato in un incubo in cui si doveva difendere da un assalitore, si gira in stato di sonnambulismo verso la moglie che lo stava scuotendo come al solito per svegliarlo, e le stringe il collo per soffocarla sognando di avere le mani intorno al collo di un assalitore. Si sveglia appena in tempo per non ucciderla e entrambi capiscono che doveva essere messa la parola fine alla situazione che lo portava a quello stato.
Dal “cartello” non è possibile uscire vivi, è chiaro. E non sto a raccontare altro ma lui con tutta la famiglia riescono a scappare oltre la frontiera lasciando beni e soldi. Moglie e i figli, passata la frontiera, vanno in una direzione e lui in un’altra perché capisce che lui rappresenta un pericolo per loro. Nella città in cui si rifugia una persona che lo vuole aiutare gli dice:
<>
E lo conduce in un posto immenso, una chiesa o luogo di culto, un posto veramente grande.
Proseguo traducendo dal francese il monologo che fa il “sicario” negli ultimi 10 intensi minuti del film.
<< Entriamo e sono sorpreso di vedere dopo l’entrata alcune migliaia di uomini in piedi cantando, gridando, cantando inni di lode………..ce n’erano dappertutto, anche nei corridoi, uomini che stavano piangendo accoratamente per quel che stavano vivendo. Ciò mi sbalordiva. Essi gridavano e io avevo l’impressione di essere in una fiera. Ero del tutto cosciente di tutto quel che vedevo. Quel che mi ha sorpreso era vedere tanti uomini che stavano gridando e saltando. Era impressionante entrare in un luogo dove non c’erano 30 persone ma migliaia, ranghi interi di uomini. (Avevo già partecipato a dei meetings, manifestazioni come se ne vedono spesso in Messico). Mi sorprendevano certuni che piangevano a terra. Io mi dicevo “”sono in un covo di matti, è un’assemblea di pederasti”. Mai avrei creduto di vedere migliaia di uomini mani al cielo, saltando da un piede all’altro, cantando e piangendo. Io non avevo mai visto niente di tutto questo. È stata una giornata molto sconcertante.
(continua) Poi ci siamo ritirati per riposarci.
RispondiEliminaL’indomani mattina il mio accompagnatore mi sveglia e mi dice << vieni, andiamo>> <> <> << ah no! Sono tutti finocchi che piangono e saltano>> lui mi dice << Vieni, come io ti ho ricevuto ieri lasciami offrirti questo>>
E mi prende per la mano. Ci si arriva, ci si siede in una fila e mi rendo conto di nuovo della moltitudine che c’era; ma cos’è che conduce migliaia di uomini qui?. Io guardo davanti a me e vedo una strada immensa e inizia una musica. Uomini cantano inni di lode. Il mio amico mi mette una mano sulla spalla e un’altra persona fa la stessa cosa e pregano per me. E là, ascoltandoli pregare la mia vista si è offuscata, ho sentito un calore immenso e non ho capito più niente. Di colpo sono caduto in ginocchio. Questi momenti sono stati cruciali per me. Non ho sentito nient’altro che il mio corpo vibrare, il mio sangue bollire. Non ho parole per spiegare ciò che mi accadeva. Le mie lacrime scendevano irrefrenabilmente e non bastavano numerosi fazzoletti ad asciugarle. Io volevo alzarmi e riprendermi. Non potevo! . I pianti mi paralizzavano. Non ho potuto fare nient’altro, finché ero in quella chiesa, che piangere. Non sono riuscito a dominarmi. Ci sono rimasto 8 ore, ero come incosciente. Non ho fatto che piangere , piangere, piangere……. Perché accadeva qualcosa in me, qualcosa più forte di tutto… piangevo come un bambino. Io mi sono visto bambino, ho visto la mia vita sfilarmi velocemente …. Infanzia, adolescenza, giovinezza…..tutta la mia vita. Io vedevo belle cose, mi sono ricordato dei miei parenti, la mia infanzia, dei momenti felici…. del circo...di
mia madre ancora vivente, delle risate con i miei fratelli e sorelle, di tutto quello che avevo scordato. Di tutto quello che avevo lasciato dietro di me per servire qualcuno che non valeva la pena. Il mio cuore s’è riempito di gioia . Mi sono detto “tutto questo è molto buono” sentivo che mi liberavo da questo giogo, da questo peso che portavo sulle spalle, di tutti questi anni al servizio dei cartelli, schiavo di queste persone che mi schiacciavano al suolo e mi davano ordini; io mi liberavo da tutto questo.
Furono dei momenti meravigliosi dove la mia passione si scatenava. Io non sapevo ancora che LUI piangeva. Mi rendevo conto, però, che succedeva qualcosa.
Il giorno seguente è stato detto << se qualcuno vuole ricevere il Signore che si alzi e lo chieda>> come un automa non ho avuto da rispondere, mi sono alzato e ho avanzato, ho fatto qualche preghiera ho detto qualche parola << sì, lo voglio, sento che voglio appartenere a questa famiglia, io voglio appartenergli perché mi ha dato quel che nessuno mi ha dato: la soddisfazione di vivere, vedere come è bello vivere, essere libero, essere con i miei fratelli, la mia famiglia, di gioire della vita, con la famiglia che avevo perduta >>
Quando Dio mi ha chiamato mi ha obbligato a rituffarmi nel fango. Mi ha spogliato fino all’ultimo centesimo che avevo guadagnato con la malavita, mi ha messo a nudo, mi ha lavato di tutti i miei concetti, di tutto. Mi ha svuotato ………. E sai cosa? Mi ha lasciato così, nudo, con la mia famiglia, e a partire da lì, si può ricominciare una vita con Lui .
Dal 1° gennaio 2008 al 2010, 5.000 persone sono state massacrate a Ciudad Juarez, da 8.000 a 10.000 soldati e poliziotti federali pattugliano Juarez che è la città più violenta al mondo.