“Voi siete dèi e figli tutti dell'Altissimo…”
Questa affermazione impegnativa rivolta agli esseri umani si trova in un versetto del Salmo 82 (81),7. Lo stesso Gesù lo cita e lo conferma in Giovanni (10,31-38).
Che significa ciò? Vuol ’semplicemente’ dire una cosa: che il senso dell’intera Creazione e lo scopo primario dell’incarnazione del Verbo, cioè di Gesù Cristo, è che noi creature siamo destinati a diventare dèi.
Per la dottrina cristiana, eravamo destinati a diventare dèi per Grazia, per dono gratuito divino, sin dall‘inizio, ma a causa del peccato originale abbiamo perso questo privilegio. E’ stato Gesù Cristo che, come seconda persona della trinità divina e figlio di Dio, ci ha nuovamente innalzato all’altezza della divinità perché ha accettato sia di incarnarsi, abbassando così la divinità a livello della creatura (1), sia di morire in croce, espiando così, al posto nostro e con una sofferenza infinita, il peccato, che mai noi creature avremmo potuto ‘estinguere‘ da soli perché esso è un‘offesa senza limiti’ alla maestà divina.
Il guaio però è che questa nostra ’divinizzazione’ non è automatica: proprio per l’esistenza della nostra libertà, che neanche Dio può violare, dobbiamo scegliere se accettarla oppure rifiutarla! E la scelta deve essere fatta già durante la nostra vita attuale, in terra con un passo decisivo e fondamentale: amando Dio, e nella fattispecie Gesù Cristo, essendogli riconoscenti per il dono infinito che ci ha fatto, e amando per amor suo tutte le altre creature, soprattutto gli altri esseri umani.
Quello che ci viene richiesto è di sforzarci di conformare la nostra condotta al volere divino, e nel caso molto probabile di una caduta, di affidarci alla sua inesauribile misericordia. Fra l’altro Dio non ci chiede di fare cose impossibili ma di vivere la nostra umanità in maniera perfetta e il modo più semplice e sicuro di farlo è quello affidarci completamente a Gesù stesso chiedendogli di uniformare quanto più è possibile la nostra vita alla sua. Dio sa che non siamo perfetti e non ci chiederà mai un passo più lungo della nostra gamba. Ma in questo modo gli permettiamo di operare in noi e stiamo sicuri che farà meraviglie.
I santi e i mistici sono quelle persone che essendosi conformati talmente tanto all’amore divino con una interiorizzazione della persona di Gesù Cristo, già in questa terra si sono ‘divinizzati’, anche se la loro 'deizazione' completa è addivenuta con la loro morte terrena e l'entrata in Paradiso.
D’altronde lo scopo dei cristiani è quello di diventare santi cioè, appunto, di arrivare ad essere dèi. Ma questo santificarsi però non è esente dalla sofferenza in questa terra, anzi per dirla con San Paolo, dobbiamo ‘completare nella nostra carne ciò che manca ai patimenti di Cristo’ (2). Significa che seguire Dio nella nostra esistenza terrena non ci esenta dalle tribolazioni e dal dolore, ognuno infatti deve portare la sua croce, ma comunque le avversità servono, non sono sprecate, perché se li si accetta con cristiana rassegnazione e affidamento alla divina volontà, contribuiscono nel loro piccolo alla redenzione nostra e dell’intero Universo.
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Note
(1) “il Verbo di Dio, Gesù Cristo Signore nostro, nella sua immensa carità, s’è fatto ciò che noi siamo per elevarci a ciò che Lui è” (Sant’Ireneo )
“Colui che era Dio si è fatto uomo, facendo dèi coloro che erano uomini” (Sant’Agostino)
“L’unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per fare di noi da uomini dèi” (San Tommaso d'Aquino)
(Sembrano affermazioni esagerate ma è da notare che il primo è un Padre della Chiesa e gli altri due Dottori della Chiesa! )
(le citazioni sono riprese dal libro di Socci - Il segreto di Padre Pio - Rizzoli)
(2) San Paolo - Lettera ai Colossesi 1,24
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