Il
credere in Dio dipende dalla storia personale di ognuno, infatti le
strade che portano alla Fede sono molte e una di queste può essere
costituita da un percorso razionale illuminato dalla Grazia e fatto
nell'ambito della filosofia o della teologia.
Ma questo
percorso può essere costituito anche dallo studio dei fenomeni
naturali?
La storia
della scienza è piena di studiosi che erano credenti e studiosi che
non lo sono stati, così come la filosofia ha avuto filosofi
religiosi e filosofi atei. Quindi lo studio della natura e delle sue
leggi, come pure quello della filosofia e della teologia, non può
automaticamente portare al credere in Dio.
Per poter
credere occorre che ci sia comunque la Grazia, l’illuminazione
soprannaturale, che è un dono divino che noi possiamo accettare o
rifiutare (anche senza rendercene conto) e che deve agire o prima o
durante o dopo la nostra ricerca della 'verità'.
Ciò
succede in particolare nell'ambito delle scienze sperimentali, che
sono il ramo del sapere di cui mi interesso di più..
Tale
studio viene influenzato da ciò che già lo studioso crede in
termini di esistenza del divino: infatti se uno è ateo e vuole
continuare ad esserlo, sarà completamente materialista ed attribuirà
al caso la nascita delle leggi naturali e invece se è credente nello
studiare i fenomeni intravederà in essi una causa che riporta
al trascendente. Ad esempio, per me che sono credente il fatto che le
leggi fisiche siano razionali mi rimanda all’esistenza di un Altro
che le ha create, mentre chi non crede si accontenta di dire che
esistono le leggi fisiche e basta, non si preoccupa se sono state
state fatte da un essere Superiore, anzi di solito lo esclude a
priori (anche se non ha prove per poterlo fare, spesso si tratta
quindi anche di un atteggiamento di autosufficienza..).
Comunque
è inutile negarlo, purtroppo l’atteggiamento dominante della
Scienza verso la Religione non è neutrale, soprattutto
dall’ illuminismo in poi, questo è sempre stato negativo per non
dire ‘spregiativo’. Forse complice il cosiddetto ‘materialismo
dialettico’ che ha infiltrato tutto, anche i modi di pensare
e le basi del discorso scientifico, lo scienziato lo si ritiene tale
solo se (fideisticamente) aderisce ai dogmi materialistici. E questo
alla faccia dell’indipendenza dai pregiudizi dello scienziato,
pregiudizi di cui vengono invece accusati paradossalmente i credenti.
Si è
passati dalla necessità metodologica nel cercare le
leggi della natura senza semplicisticamente rapportare tutto al
divino, così come invece facevano gli uomini preistorici, ad una
assolutizzazione ontologica, negando del
tutto l'esistenza del soprannaturale. Insomma, invece di
ammettere la possibilità di cause oltre che naturali anche
extranaturali, metafisiche, e quindi al di là dei metodi di indagine
della fisica, le si nega aprioristicamente, facendo così un discorso
simmetrico e opposto rispetto a quello esclusivamente spiritulistico
degli uomini primitivi.
E questo
modo di pensare si è infiltrato anche nella mente delle persone
'comuni' che non studiano le scienze e ormai molti credono che avere
fede sia sinonimo di ignoranza o stupidità e invece sia giusto e
moderno credere in ogni affermazione della Scienza. Ma questa fiducia
alle volte è forse un po' eccessiva e alla lunga può rivelarsi
deludente perchè in realtà le teorie scientifiche sono spesso
costruzioni umane approssimate e provvisorie, approssimate -
perché la conoscenza ‘perfetta’ dell'esistente è al di là
della nostra portata per limiti nostri e per quelli imposti
dalla realtà stessa nella sua essenza, come insegna ad esempio il
Principio di Indeterminazione - e provvisorie - in quanto
trattano casi particolari di situazioni più generali 'comprensibili'
solo con teorie più raffinate che devono ancora essere inventate e
che molto probabilmente forniranno un modo diverso di
interpretare la realtà (la teoria della Relatività e la Meccanica
Quantistica che hanno sostituito la Fisica classica Newtoniana
ne sono state un esempio).
Ma al di
là di ciò, uno 'scienziato' credente può trovare appoggi nella
realtà per la sua Fede ?
Le
condizioni credo siano che essa sia razionale, nel senso
'ragionevole', e che ci siano per lo meno degli indizi, come quasi
delle prove 'sperimentali' della sua consistenza.
Io penso
che sussistano per il Cristianesimo ambedue le condizioni.
Infatti
la religione Cristiana nella sua espressione ‘cattolica’ è la
più ‘ragionevole’ tra tutte le religioni e ciò lo hanno
mostrato nel corso dei secoli grandi teologi come San Tommaso
D’Aquino (con la sua monumentale ‘Summa Teologica’), Sant’
Agostino o altri Padri e Dottori della Chiesa.
Essi
hanno analizzato e discettato sui dogmi e i contenuti della fede in
modo rigoroso e ‘razionale’. Infatti se si studia la religione
cattolica si trova che tutti i discorsi sono coerenti, non ci sono
sbavature irrazionali, né contraddizioni.
Certo
esistono i Dogmi, ma questo succede perché la nostra mente non può
capire del tutto il mondo trascendente, almeno finché è in questo
mondo. D’altronde alcune affermazioni previe tipo i ‘dogmi’ ci
sono anche nelle discipline scientifiche, i cosiddetti ‘principi’
della fisica o gli ‘assiomi’ della matematica ad esempio.
E inoltre
esistono dei fenomeni e reperti, che possono essere
assoggettati a verifiche sperimentali, quali ad esempio la Sindone o
i miracoli eucaristici: studiati in maniera imparziale, proprio in
virtù di una spiegazione scientifica, sembrano ‘per forza’
rimandare all’esistenza del trascendente.
E'
davanti a questi fenomeni che lo studioso ateo si trova più in
difficoltà e sembra arrampicarsi sugli specchi nel cercare di dare
una spiegazione ‘naturale’ che escluda ogni intervento
soprannaturale, mentre per me che sono credente essi sono una
conferma ‘lampante’ (oserei dire ‘abbagliante’…) di ciò in
cui credo. E forse proprio lo studio ‘onesto’ di questi
fenomeni e reperti ‘al di fuori del comune’ e ‘inspiegabili’,
con mente aperta e scevra da pregiudizi, può costituire quel
‘percorso razionale’ nell'ambito delle scienze sperimentali che
può portere alla Fede. (E, guarda caso, tutti i fenomeni ‘seri’
ma 'inspiegabili' si ritrovano nel cristianesimo...).
Andrebbe riscoperta e rivalutata la Scuola di Antiochia, che parte dal Gesù uomo per arrivare a sancire la
RispondiEliminasua divinità e la fede in Lui come conseguenza, che poi è lo stesso tipo di esperienza avuta dagli apostoli.
Chi scrive da agnostico è diventato credente proprio con l'ausilio delle argomrntazioni di questa scuola.
Invece ad aver sempre avuto il primato è la Scuola di Alessandria, che parte dall'incarnazione del Verbo, ma corre il rischio di essere vista come una bella favola e niente più e il noioso catechismo di S. Pio X - che io ho subito e credo abbia fatto più male che bene - era la quintessenza della Scuola Alessandrina.
Non si può discutere con qualche matematico più ottuso che impertinente con argomenti della Scuola Alessandrina, ma lo si può fare benissimo (ammesso che si abbia voglia e tempo da perdere) con una formazione da Scuola di Antiochia.
E per finire, cathopedia.org non ha neppure la voce, basti questo per capire quanto poco sia considerata
la Scuola di Antiochia.
Too bad! :(
Molto interessante!la mia esperienza riguardo la fede,credo sia stata proprio una grazia,perchè in un momento molto "brutto" della mia vita nel quale mi chiesi se ci fosse qualcosa di eterno o qualcosa per cui "valesse la pena" di apprezzare questa vita,per qualche misterioso motivo e dopo aver chiesto a Dio di aiutarmi,cominciai a leggere la Bibbia....nei momenti più difficili la aprivo e sistematicamente "quella" frase che trovavo,rispondeva ai miei "gemiti" come se mi parlasse e questo mi tranquillizzava,sentivo e capivo il Suo amore...questo processo è durato circa un mese...dai profeti e Mosè, passai poi a S.Paolo e da lì arrivai finalmente ai vangeli....da notare,che ho sempre creduto in Dio ma non avevo mai letto la Sacra Scrittura....quando sono arrivato al capitolo dove si trova la frase "Prima che Abramo fosse, io sono" ho subìto quasi uno shock perchè quel Dio l'ho visto,nella mia mente, immediatamente sulla croce che moriva in quel modo orribile ed era come se stessi davanti a Lui e fossi pienamente consapevole che si trovava lì, ESATTAMENTE per colpa mia!il dolore mi fece contorcere come un verme,è stato un tutt'uno il sentirmi in colpa,piangere, chiedere perdono e sentirmi votato all'abisso......mi ritrovai addirittura nell'atto di coprirmi la testa come per difenderla da tutta l'ira che sentivo doveva da un momento all'altro venirmi addosso...e piangevo, piangevo....poi all'improvviso un'ondata di amore e perdono mi hanno avvolto e da quel momento la vera pace non mi ha più lasciato e ho capito che accettando e credendo nel suo sacrificio come atto d'amore per la riconciliazione, è stato proprio come "mangiare la sua carne e bere il suo sangue" e mi chiedo...forse è per questo che quando Gesù parla di questo,alla fine del capitolo 6 di S.Giovanni dice "E' lo Spirito che dà la vita,la carne non giova a nulla;le parole che vi ho dette sono Spirito e vita"?E' interessante anche il fatto che,sempre nello stesso capitolo,si legge che però alcuni non credevano e allora Gesù dice "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è concesso dal Padre mio" e sembra proprio quello che è successo a me.Spero di non essere stato prolisso ma volevo condividere la mia esperienza e complimenti per il sito!Andrea.
RispondiEliminaGrazie della testimonianza molto toccante, benvenuto.
RispondiEliminaIO penso che la scienza stessa porti a Dio riferendomi alla prima parte dell'articolo,solo che gli atei ,a mio avviso,NON vogliono vederci la mano del creatore in tutto cio' che esiste,eppure basterebbe fermarsi a riflettere,ad esempio,sugli apparati e sistemi del corpo umano,cosi' complessi,organizzati e finalizzati allo scopo di portare a compimento e seguire il programma genetico impostato all'atto della fecondazione.Se non avessimo una nostra capacita' di autoregolazione,pensiamo a tutti sistemi del nostro corpo,dal sistema nervoso,a quello immunitario,cardiovascolare,respiratorio,renale ecc che si regolano continuamente mantenendo una omeostasi interna,una adatta e idonea concentrazione delle sostanze ,nei confronti dell'ambiente esterno e delle sue variazioni, e del nostro stile di vita,una neutralizzazione continua dei microrganismi estranei,non vivremmo un solo istante su questo pianeta.
RispondiEliminaSiamo quindi esseri che si autoregolano,tutto su una programmazione genetica che solo in minima parte produce proteine strutturali,ma in massima parte ha geni con funzioni di regolazione e di attivazione,in caso di necessita', delle varie esigenze dell'organismo.Qui ci vedo la mano del creatore,solo i fideistici atei pensano che siamo un frutto del caso o di un incidente di percorso.TUtto cio' che siamo e'prodotto di una intelligenza,perche' dove c'e' programmazione c'e' una intelligenza che l'ha decisa e concepita.
Bisognerebbe solo rispettare e seguire le leggi di Dio,il Decalogo, per essere in pace con noi stessi e nelle nostre famiglie e seguire il vangelo,magari leggendolo ogni giorno.
Nel mondo di oggi,a mio avviso molto brutto, dove l'egoismo e il narcisismo sono diventate leggi(vedi l'aborto e altre aberrazioni)che prevaricano gli interessi soprattutto dei piu' deboli,penso all'eutanasia e all'utero in affitto,in cui il bambino neonato e' diventato un pacco da acquistare,c'e' bisogno,almeno da parte di noi cristiani,di seguire scrupolosamente le leggi di Dio e di pregare...