La teoria dell’Evoluzione ha prodotto delle conseguenze negative in diversi ambiti, come ad esempio in quello medico, perché considerando (erroneamente) alcuni organi come un inutile retaggio evolutivo, ha incoraggiato ‘mutilazioni’ chirurgiche non necessarie, in quello genetico, in quanto ritenendo (erroneamente) che il 97% del DNA fosse 'spazzatura', mentre invece è fondamentale per lo sviluppo individuale dei mammiferi e degli altri vertebrati, ne ha frenato lo studio, in quello bioetico, in quanto ritenendo (erroneamente) che l’embrione attraversi stadi ricapitolativi di sviluppo ‘animale’, ha portato alla sua svalutazione e all’incremento degli aborti.
Organi inutili?
Un
errore dell’Evoluzionismo è stato il ritenere molti organi di
animali come vestigiali, cioè ‘atrofizzati’ e retaggio
di un passato in cui invece sarebbero stati utili. In pratica
l’ipotesi evoluzionistica, sin da Darwin, sostiene che alcuni
organi, come ad esempio nell’uomo le tonsille, l’appendice
cecale, il coccige, i denti del giudizio, i peli, i muscoli
dell’orecchio, l’osso sacro, la plica semilunare della
congiuntiva e molti altri per i rimanenti esseri viventi, sarebbero
dei ‘rudimenti’ che a causa dell’evoluzione avrebbero perso la
loro funzione originaria e sarebbero diventati così inutili se non
dannosi e quindi, se possibile, da eliminare quanto prima.
Il
problema è che ora si sta scoprendo che tutti questi organi
considerati ‘inutili’ in realtà hanno importanti funzioni: ad
esempio le tonsille costituiscono una protezione della gola e del
sistema linfatico e l’appendice cecale "soprattutto nei primi
anni di vita, si comporta come una sorta di ‘tonsille
dell’intestino crasso’ e contribuisce alla difesa dagli agenti
patogeni, il coccige, "che per lungo tempo è stato considerato il
’resto rudimentale’ di una coda, è necessario per fissare
diversi legamenti della muscolatura pelvica e dell’articolazione
dell’anca che sono indispensabili per un portamento eretto e
inoltre la sua mobilità nelle donne è determinante durante il
parto", e lo stesso vale per altri organi quali il cosiddetto 'tubercolo di Darwin' del padiglione auricolare, "che ha una
importante funzione nella percezione dei suoni" o l’incrocio
dell’esofago con la trachea, "che addirittura viene considerato un
’errore di costruzione’ e invece è funzionale per diverse
operazioni legate alla deglutizione e alla respirazione” (1).
Quindi non è vero che nel corpo umano ci sarebbero organi inutili o
atrofizzati: un’altra supposta prova dell’evoluzionismo che si
rivela inconsistente! Quello che invece è reale è l’applicazione
perversa e nefasta di tale ipotesi nel
campo della chirurgia.
In
proposito vorrei portare anche una testimonianza personale.
Quaranta
anni fa andai a visita medica da uno specialista gastroenterologo
molto noto nel suo campo, un luminare, il quale parlandomi
dell’appendice cecale mi disse: “lo sa che l’80% delle
appendicectomie che vengono eseguite non sono necessarie? E lo sa che
dopo queste operazioni chirurgiche inutili bisogna curare i pazienti
per i disturbi causati dalla perdita di questo importante organo di
protezione?” Quindi mi convinse a non rinunciare alla mia appendice
e devo dire che ho avuto un buon consiglio! Ce l’ho tuttora e non
ho nessun disturbo.
Fra l’altro, l’accettazione per più di un secolo dell’affermazione di Darwin sulla inutilità dell’appendice (2) ha frenato le ricerche mediche sulle cause della sua infiammazione. Infatti solo recentemente si è scoperto che essa si infiamma non perché ‘difettosa’ in quanto organo vestigale, ma per una dieta non equilibrata. Questa scoperta permette di “prevenire tale infiammazione attraverso cambiamenti costruttivi nella dieta e negli stili di vita, piuttosto che trattare il sintomo della malattia attraverso la sua rimozione chirurgica” (3). Ma nonostante ciò la visione di Darwin viene ancora sostenuta da fonti di informazione rispettate. Infatti H. Owen riporta la scritta nella home page di “Science and Nature” del sito della British Broadcasting Corporation che dice:
“L’appendice non ha alcuna funzione nota agli esseri umani. Le prove (sic) suggeriscono che i nostri antenati evoluzionistici usavano le loro appendici per la digestione del cibo resistente come cortecce di alberi, ma noi non la usiamo oggi nella digestione. Alcuni scienziati credono che l’appendice scomparirà dal corpo umano” (4).
Lo stesso problema si è presentato per le tonsille. Negli anni della mia giovinezza era di moda toglierle, perché erano considerate ‘inutili’ se non ‘dannose’. E infatti io stesso ho perso le mie all’età di 13 anni. Ma studi successivi hanno riconosciuto il loro ruolo vitale nel sistema immunitario. “Oltre a produrre linfociti, le tonsille sono attive nella sintesi delle immunoglobuline. Essendo i primi aggregati linfoidi nel tratto aero-digestivo, si pensa che le tonsille giochino un ruolo nell’immunità” (5). La ragione principale per cui si consigliava l’asportazione delle tonsille era la loro infezione cronica. Ma è stato dimostrato in ricerche effettuate su un gruppo di bambini operati e su un gruppo di controllo di bambini con gli stessi sintomi ma non operati che mentre nei primi 6 mesi dall’intervento il gruppo di quelli senza tonsille ha avuto meno episodi di febbre e infezioni di gola, dai 6 ai 24 mesi la differenza tra i due gruppi si è azzerata. La conclusione è stata che la rimozione delle tonsille “non presenta alcun beneficio clinico di rilievo” (6). In pratica si può concludere con Hugh Owen “delle decine di migliaia di pazienti che sono morti come risultato di complicanze dopo una tonsillectomia, una larga percentuale – quasi certamente la stragrande maggioranza – non sarebbe stata neanche da operare” (7) e in tal caso non sarebbe deceduta! Ma inoltre così come successo per l’appendice cecale, la credenza evoluzionista che fossero organi ‘inutili’ “ha rallentato la ricerca medica nei confronti delle problematiche di salute più profonde che danno origine alle affezioni alle tonsille” (8).
Un’altra
ulteriore falla è rappresentata dall'ipotizzata esistenza di organi
atavici, cioè di quelle caratteristiche che solo
occasionalmente si formano nei singoli individui di una specie e che
ricorderebbero presunti stati evolutivi precedenti. Nell’uomo
vengono considerati atavismi le fistole del collo, una peluria
insolitamente folta, l’appendice caudale e un numero eccessivo di
capezzoli.
In realtà queste formazioni inusuali vengono
considerati dalla medicina attuale come delle malformazioni, insieme
al labbro leporino, alle costole biforcute, all’esadattilia (sei
dita) , alla presenza di due teste o di una quinta gamba. E’ una
scelta a priori e non ammissibile che fa l’evoluzionismo il
considerare alcune di queste come prova dell’evoluzione: si
scelgono infatti alcune malformazioni, quelle che fanno comodo, e le
si indica come prove dell’evoluzione, ma tutte le altre allora? Fra
l’altro è stato dimostrato che “l’interpretazione atavica
può portare a conclusioni assurde come mostra l’esempio di mutanti
a quattro ali della drosofila … oppure l’esempio degli eventuali
moncherini degli arti posteriori delle balene” (9)
L’abbaglio del DNA spazzatura
Fino a poco tempo fa una grande parte del genoma umano veniva considerato ‘spazzatura’ e ‘residuo inutile’ derivante dall’evoluzione. Molti evoluzionisti non riuscendo a capire la funzione di questa parte di genoma, a partire dagli anni ‘70 l’ avevano ritenuta un resto fossile all’interno delle cellule e ciò a loro avviso comportava ancora una volta la ‘conferma’ della teoria dell’evoluzione stessa. Ma a quanto pare non è così: non c’è niente di inutile nelle nostre cellule, è tutto funzionante, nessun residuo che confermerebbe l’evoluzione.
Infatti contrariamente a quanto prima si pensava e che cioè che la parte veramente importante del DNA fosse quello dei geni che codificano proteine, la parte rimanente, che negli esseri umani rappresenta ben il 97% del genoma, non è privo di importanza ma bensì è composto da pseudogeni regolatori mobili, detti trasposoni, che si muovono nel genoma attraverso la loro trascrizione in RNA e quindi di nuovo in DNA e sono implicati nei complicati processi che avvengono nella cellula e in definitiva nell’organismo. Si ritiene ormai che svolgano un ruolo nella regolazione genica e nella promozione della diversità genetica e che possano contribuire alla “riprogrammazione del genoma embrionale dei mammiferi, che è un presupposto per lo sviluppo normale” (10) . Fra l’altro si è scoperto che è la parte del genoma che più resiste alle mutazioni, come se gli organismi stessi stessero attenti a conservare integra l’informazione in esso contenuta. Il fatto che quanto gli organismi sono più ‘complessi’ tanto più genoma non codificante hanno, e invece di collegarlo con la complessità, gli evoluzionisti lo hanno legato ad un presunto retaggio inutile evolutivo. Questo errore ha portato per diverso tempo ad un disinteresse nello studio di tale parte del genoma, così come successo con gli organi ‘vestigali’ e ‘la ricapitolazione embrionale’, e ciò ha ritardato la scoperta che quello che un tempo era stato considerato come DNA ‘spazzatura’ è in realtà fondamentale per lo sviluppo individuale dei mammiferi e degli altri vertebrati. “Il fallimento nel riconoscere le implicazioni del DNA non codificante si riveleranno il più grande errore nella storia della biologia molecolare” ha detto il genetista John Mattick (11). In pratica tale abbaglio evoluzionista ha ritardato la comprensione e il trattamento di gravi malattie genetiche: infatti recentemente i ricercatori in campo medico hanno identificato elementi di ‘DNA spazzatura’ che giocano un ruolo chiave nella prevenzione e nello sviluppo di un mucchio di malattie umane, fra cui il diabete e molte malattie cardiache.
La svalutazione dell’embrione umano.
Dopo la pubblicazione del libro ‘L’origine delle Specie’ di Darwin, il suo sfegatato seguace Ernst Haeckel sviluppò la teoria della ‘ricapitolazione embrionale’ in cui sosteneva che a causa della somiglianza degli embrioni di vari tipi di organismi veniva provata una certa ‘ricapitolazione’ della loro storia evolutiva e la discendenza da un progenitore comune. Nonostante già dai suoi contemporanei fu riconosciuta una sua falsificazione dei disegni di embrioni animali per esaltarne presunte caratteristiche comuni, egli esercitò una profonda influenza sulla studio dell’embriologia per diversi anni successivi, anche dopo la sua morte. Secondo molti studiosi, la sua opera ha rappresentato un freno al progresso della corretta interpretazione scientifica delle prime fasi dello sviluppo animale e umano. E nonostante ormai sia riconosciuto lo scarso valore scientifico delle sue tesi, tuttora molti libri di testo e divulgativi si basano sulla sua falsa affermazione di somiglianze tra gli embrioni di pesci, anfibi, rettili, umani e mammiferi inferiori. “Di fatto, l’idea della ricapitolazione embrionale non solo ha condotto i ricercatori in embriologia sulla strada sbagliata, ma anche ad una svalutazione dell’embrione umano simile alla svalutazione delle tonsille o dell’appendice. In questo caso, tuttavia, le conseguenze della svalutazione sono state di gran lunga più serie in quanto ciò che è stato svalutato non è più un organo del corpo umano, ma il corpo umano stesso! In tutto il mondo, i sostenitori dell’aborto hanno usato la presunta somiglianza tra embrioni umani e di animali inferiori per banalizzare l’aborto nelle prime fasi della gravidanza.” (12).
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Note e crediti
(1) Junker e Scherer - Evoluzione un trattato critico - Gribaudi 2007 pag 188
(2) Darwin – The Descent of Man – 1874, 2° ed. cap. 1 citato da Hugh Owen in “Evoluzionismo – tramonto di una ipotesi - Cantagalli a pag. 212
(3) Hugh Owen – L’impatto negativo dell’ipotesi evoluzionista sulla ricerca scientifica – in “Evoluzionismo – tramonto di una ipotesi” a cura di E. Mattei – Ed. Cantagalli a pag. 217
(4) Hugh Owen – op. cit. nota a pag. 215 (accesso del 5/12/2008 della British Broadcasting Corporation’s “Science and Nature Home Page”)
(5) Amelia Drake in Tonsillectomy citata da Hugh Owen in op. cit. a pag 220.
(6) Van Staaji, Van Der Akker e altri – Effectiveness of adenotonsillectomy in children … - British Medical Journal 329 18 sett. 2004 citato da Hugh Owen in op. cit. a pag 221.
(7) Hugh Owen – op. cit. a pag. 221
(8) Hugh Owen – op. cit. a pag. 221
(9) Junker e Scherer op. cit pag 190
(10) Hugh Owen – op. cit. a pag. 231
(11) John Mattik – Genius of Junk DNA – in Catalist 10-07-2003 citato da Hugh Owen – op. cit. a pag. 231
(12) Hugh Owen – op. cit. a pag. 225
Non dimentichiamoci neppure dell'altra faccia del Darwinismo: la teoria degli "alieni creatori". Sebbene appaia come un'alternativa all'evoluzionismo, in realtà i presupposti sono identici: l'uomo è un animale, niente di più. Il solo fatto che gli scaffali delle librerie siano strapieni di libri su questo tema, mentre opere come quella di don Guido Bortoluzzi siano tuttora quasi sconosciute, dovrebbe far quantomeno riflettere. Comunque, colgo l'occasione per invitarla sul mio blog, che tratta anch'esso delle origini dell'uomo e del (possibile) futuro che ci attende.
RispondiEliminaUn saluto!
Grazie per aver letto il mio post. Ho visitato il suo Blog e l'ho trovato interessante. Notevoli il post sulle ultime scoperte sul corpo umano e quello sulle carte degli illuminati. La saluto anch'io e spero di risentirla prossimamente.
EliminaInteressante, mi ha fatto riprendere in mano il volume curato da De Mattei e quello del caro Georgiev che ci ha lasciato troppo presto
RispondiEliminahttps://abart56blog.wordpress.com/wp-admin/post.php?post=221&action=edit