“Noi studiamo degli organismi, o almeno delle loro parti, come se fossero stati creati, come se fossero stati progettati, e poi cerchiamo di trovare le loro funzioni. Una mentalità finalistica – teleologica – è appropriata in biologia, per il semplice fatto che gli organismi sembrano essere stati costruiti, sembrano essere stati creati da un’intelligenza” (Michael Ruse - Darwin and Design - Does Evolution have a purpose? - Harward University Press 2003).
Continuo con un altro post sugli indizi di Intelligent Design, quelli precedenti sono consultabili Qui Qui Qui.
Come detto nei precedenti post, il naturalismo non accetta l’idea che negli esseri viventi ci sia un finalismo, cioè un disegno o una progettazione per uno scopo. Eppure molti indizi in biologia farebbero pensare al contrario. Questo si nota nella complessità
strutturale e funzionale di certi organi, ma dal punto di vista della teoria dell’evoluzione non è nota
nessuna pressione selettiva che potrebbe favorire l’origine di
strutture più complesse di quanto sarebbe richiesto per la
sopravvivenza. Esempi di questa complessità se ne potrebbero portare molti, qui ne elencherò alcuni nell’ambito della complessità che potremmo dire di 'tecnologia avanzata o futuristica'. La natura infatti è stata spesso
fonte di ispirazione per il progresso tecnologico; gli
scienziati nello
studiare piante e animali si
sono accorti di frequente dell’esistenza di soluzioni ingegneristiche avanzate che hanno poi utilizzato nei loro manufatti.
Porto gli esempi delle ali
delle farfalle con i LED, degli occhi con sistema di orientamento entangled-quantistico nel pettirosso, delle zampette dei gechi, della testa e
della lingua del picchio.