9 luglio 2009

Felicità - istruzioni per l'uso - (parte 1^)





Nella mia scheda di presentazione su Facebook figura questa frase: "Ragazzi, non ci crederete, ma io sono una persona felice!". Pare una esagerazione ma non lo è, perchè è la verità!








Da un po’ di tempo infatti mi capita effettivamente di sentirmi felice. Intendiamoci, non è che io mi senta così perché le vicende della vita vanno sempre per il verso giusto, spesso anzi capitano nel modo indesiderato, ma, sotto sotto, nel mio animo dove un tempo c’era una specie di "angoscia esistenziale" adesso regna quella che potrei definire come una "gioia esistenziale".
Mi pare ovvio che si può dire che uno è felice non perché è ricco, possidente, viaggia, ha successo, ecc. ma semplicemente perché "dentro di se" sente di esserlo. Punto. Le condizioni esteriori possono essere le più disparate, ma la sensazione interiore è quella che fa la differenza fra uno stato di infelicità e uno di felicità.
Scrivo questo post per aiutare chi mi legge ad essere felice, cercando di dare dei consigli su cosa penso che possa rendere tale. O almeno ci provo e, se ci riuscirò anche per una sola persona, sarò ancora più felice! Però io non lo faccio per questo scopo, diciamo "egoistico", ma perché desidero che ognuno, e quindi anche chi mi legge, sia felice, e se possibile anche più di me.
Personalmente non mi sono sempre sentito così, anzi ci sono stati periodi della vita in cui mi sono proprio sentito infelice, altri in cui ho provato una sensazione di vuoto, altri di ansia, altri ancora di depressione. Ad esempio molti anni fa provai per circa un mese (quindi per un periodo abbastanza breve per mia fortuna) una specie di depressione, e fu veramente penoso. Quella forma di depressione la potrei descrivere come uno stato in cui il mondo sembrava piatto e in bianco e nero, nessuna sensazione provocava emozioni, percepivo ogni cosa come grigia, monotona e senza significato o importanza. Era uno stato in cui ti senti paralizzato dentro, come se pur volendo "volare" il tuo spirito in realtà è pesantissimo, incatenato e prigioniero di una gabbia fatta di pareti senza finestre e buia. Si prova come un’asfissia dell’anima, le molle interiori, quelle che vibrano e "risuonano" quando provi delle sensazioni piacevoli, sono come bloccate. Considero la depressione come uno dei possibili modi in cui si può presentare l’infelicità.
A quanto pare l’infelicità purtroppo è molto diffusa al giorno d’oggi, ci sono in giro tante persone disperate "dentro", alcune coscienti di esserlo altre un po’ meno. La "terapia" che anche inconsapevolmente molti attuano per diminuire tale sensazione penosa è quello di bombardarsi di stimoli, darsi ai divertimenti, al frastuono, alla "feste", ai viaggi, allo shopping , agli spettacoli, e talvolta all’alcool, al sesso e alla droga, e questo nella speranza che tutto ciò provochi delle sensazioni tanto forti da far vibrare un po’ le molle interiori bloccate e così creare delle emozioni piacevoli che facciano sentire "vivi". Ma, ahi me, spesso in realtà accade che il tutto si riveli inutile ... (continua leggendo la 2^ parte ) oppure (torna alla pagina iniziale)

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