Prendo
spunto da un fatto di cronaca accaduto ieri - quello di un bambino di 7 anni, già lanciatore di coltelli, che ha dato una testata alla maestra - per
esprimere ancora una volta il mio disappunto sul buonismo imperante e
onnipervasivo, che va a braccetto col ‘politicamente corretto’, e
che sta facendo danni incalcolabili alla nostra gioventù.
E’
sotto gli occhi di tutti la situazione di estremo degrado a cui siamo arrivati in ambito
educativo, ma nello stesso tempo vengono colpevolizzati genitori e maestri nel caso
in cui osino ‘alzare le mani’, magari solo con un meritato
ceffone, verso i pargoli. E quest’ultimi, guarda un po’, come hanno sempre fatto tutti i ragazzi viziati, trovando un’inaspettato
appoggio alle loro ‘marachelle’ che quelli della nostra
generazione neanche ci sognavamo di poter avere, se ne approfittano sempre più.
Purtroppo ormai la fanno da padrone nel campo la pedagogia e la psicologia, ritenute scienze esatte.
Ma a mio parere non sono tali perché l’animo umano
è un abisso per certi versi insondabile e quindi non perfettamente
decifrabile o misurabile. Esse partono da una ipotesi di struttura meccanicistica e materialistica
dello spirito umano, non riconoscono il ruolo preponderante
del libero arbitrio che ogni persona possiede a partire dall’età
della ragione. Esse spiegano e quasi giustificano ogni cattiva
azione soprattutto con l’influenza ambientale e sociale. Non nego
quest’ultima, ma essa non è la sola causa del cattivo comportamento!
Leggete con quale arroganza viene rimbeccato dal
giornalista ‘pedagogo’ di turno il vicepresidente del
consiglio Salvini, che è anche padre di una bimba, solo perché ha
affermato che in certi casi ‘due ceffoni potrebbero servire’. Il tale 'esperto', l’unico che ritiene di sapere
cosa fare in questi casi, come se l’intuito e l’esperienza umana
di millenni- che ci ricordano che alle volte sono necessarie delle dure punizioni - non servissero più a nulla. Ormai ci sono loro, gli psicologi dell'età evolutiva, che vogliono dettare legge e tutti devono stare zitti, ascoltare e mettere in pratica le loro ricette scientifiche 'buoniste'!
Ma
se i risultati di una educazione permissiva e troppo
indulgente verso i pargoletti sono questi, vuol dire che forse in essa c’è
qualcosa di sbagliato. Insomma sorge il sospetto che i cosiddetti
‘esperti’ siano un po’ autoreferenziali e presuntuosi, e che le loro
ricette possano essere fasulle. Un po’ come per certi economisti che in
Italia arrivati al governo con la loro politica, derivante
dalla loro scienza, hanno combinato disastri applicando soluzioni che si sono rivelate peggiorative del problema.
Chi dice di voler proteggere con questa educazione i giovani in
realtà non li ama: senza punizioni essi persevereranno nella
strada sbagliata, anzi peggioreranno e prima o poi ovviamente andranno a sbattere facendosi veramente male. E
allora altro che il dolore provocato da semplici ceffoni!
E per finire ancora una notizia di oggi: una classe di 17 enni ha preso a sediate la prof. di
Italiano e storia, oltretutto in maniera vigliacca dopo aver spento la luce in aula! Ma quello che mi è apparso più sconvolgente è il
commento fatto da un deputato: "occorre approvare la mia
proposta di legge dell’Educazione Civica obbligatoria a scuola per
prevenire questi fatti (sic)".
Ma costui da dove arriva, dalla Luna? E quella sarebbe la ricetta per risolvere il problema? Come siamo messi male!...
Ma costui da dove arriva, dalla Luna? E quella sarebbe la ricetta per risolvere il problema? Come siamo messi male!...
Concordo alla grande. Sono padre di tre figli (21, 19, e 17) e non ho mai fatto mancare ai miei figli severe punizioni quando si ribellavano. Ma i risultati si vedono: i miei figli sono sempre stati portati ad esempio dai professori a scuola. Nessuno dei tre è mai stato rimandato una sola volta. Nessuno ha mai riportato punizioni a scuola, tranne la secondogenita alle elementari. Però si è presto ravveduta ed è riuscita, con un po' di fatica, a correggere il carattere ribelle e tendenzialmente menefreghista che aveva. Mio figlio, il più grande, 21 anni, frequenta il terzo anno della facoltà di matematica a Pisa con buoni risultati (ha sempre preso la borsa di studio finora) e, nel frattempo, lavora guadagnandosi da vivere e provvedendo a tutte le sue spese. La più piccola, dopo aver avuto grandi difficoltà a scuola, soprattutto alle elementari, è migliorata molto alle medie ed ora è una delle più brave della sua classe, studia con grande impegno ed ottiene ottimi risultati. Ma tutto questo non cade dal cielo come la manna, i figli hanno bisogno di essere educati anche con severità quando è necessario. Educati in questo modo, imparano ad assumersi le loro responsabilità ed a fare le scelte giuste per l’età che hanno. Grazie a Dio.
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