Dopo la scomparsa di Stephen Hawking ripubblico un post che scrissi qualche tempo fa:
Si può considerare Stephen Hawking come uno scienziato disabile con
una intelligenza molto acuta. Una malattia progressiva lo paralizza da
anni su una sedia a rotelle: egli comunica con il mondo tramite un
sintetizzatore vocale collegato al computer. Il suo handicap pur
costringendolo all’immobilità non gli ha però impedito di dedicarsi a
tempo pieno allo studio dapprima della Relatività Generale e poi della
Gravità quantistica.
17 marzo 2018
15 marzo 2018
L’Universo e il Tempo – la concezione scientifica e la visione mistica.
Ho
già detto in precedenti post qual’è la mia 'visione' del
tempo, ma ne voglio parlare di nuovo qui. Questa mia concezione non è ‘scientifica’, perché non può
essere 'provata' con gli strumenti di misura attuali, ma nel contempo, almeno per me, non è ‘fantasiosa’ o ‘assurda’ ma 'ragionevole'. Essa
fa parte delle mie convinzioni personali che non voglio imporre a
nessuno, ne tanto meno far passare come verità, e mi è stata suggerita per la maggior parte da un libro interessante che ho letto tempo fa (1)
e si è poi arricchita con alcune riflessioni derivanti dal mio essere credente.
14 marzo 2018
La Relatività e i viaggi nel tempo
Ho
iniziato a parlare in classe quinta liceo del concetto di tempo, di
come la sua misura sia diventata con Einstein ‘relativa’ e
dipenda quindi dal sistema di riferimento utilizzato.
Viste
‘parzialmente’, le grandezze quali ‘tempo’ e ‘spazio’
sono relative, appaiono come ‘deformate’ in base al proprio punto
di vista. E questo accade quando vengono misurate in maniera
indipendente l’una dall’altra; ma se si comincia a considerare le
coordinate spazio-temporali assieme ( e quindi un sistema di
riferimento quadrimensionale, con tre dimensioni spaziali e una
temporale) e si costruiscono nuove grandezze fisiche con componenti
spaziali e componente temporale aggregate, si scoprono degli enti
fisici il cui valore non dipende dal punto di vista.
8 marzo 2018
Tutto è relativo?
Oggi
ho cominciato a spiegare in classe quinta la teoria della Relatività Ristretta. Ho detto agli studenti: non dite mai "tutto è
relativo!", è un'affermazione falsa. Ci sono i nostri
modi 'relativi' di vedere ciò che ci circonda, che dipendono anche
dalle nostre convinzioni e impressioni personali e che spesso non
corrispondono alla realtà delle cose, ma esistono "verità e oggetti assoluti", indipendenti dai nostri modi di
interpretare. Einstein stesso la pensava così, forse la sua opera
si sarebbe dovuta chiamare più propriamente "teoria degli assoluti" anzichè "della relatività".
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