Ho
iniziato a parlare in classe quinta liceo del concetto di tempo, di
come la sua misura sia diventata con Einstein ‘relativa’ e
dipenda quindi dal sistema di riferimento utilizzato.
Viste
‘parzialmente’, le grandezze quali ‘tempo’ e ‘spazio’
sono relative, appaiono come ‘deformate’ in base al proprio punto
di vista. E questo accade quando vengono misurate in maniera
indipendente l’una dall’altra; ma se si comincia a considerare le
coordinate spazio-temporali assieme ( e quindi un sistema di
riferimento quadrimensionale, con tre dimensioni spaziali e una
temporale) e si costruiscono nuove grandezze fisiche con componenti
spaziali e componente temporale aggregate, si scoprono degli enti
fisici il cui valore non dipende dal punto di vista.
Alcuni
esempi di grandezze assolute sono l’intervallo di tempo proprio, la
lunghezza e massa di un oggetto fermo, il quadrivettore spazio-tempo
e quello di energia-impulso. Queste ultime due grandezze unite nel
loro nome da un trattino fanno capire un po’ i termini della
questione: considerando separate le misure di spazio e di tempo per
ogni evento, si trova che queste grandezze dipendono dal sistema di
riferimento, ma ‘messe assieme’, nello spazio-tempo
quadrimensionale, in cui anche il tempo diventa una dimensione
fisica, contribuiscono a formare una grandezza assoluta, indipendente
dal modo di vedere, e quindi effettivamente oggettiva. Quindi con la
Relatività si è scoperto che alcune grandezze che classicamente si
ritenevano assolute (come la lunghezza di un oggetto o l’intervallo
di tempo tra due eventi) sono in realtà relative, mentre altre sono
assolute.
Lo
stesso concetto di simultaneità di due eventi è risultato essere
relativo. Infatti a causa della invarianza della velocità della luce
si può dimostrare facilmente che per un osservatore ‘fermo’ se
due eventi A e B distanti sono simultanei, cioè sono
spazialmente separati ma avvengono nello stesso istante, possono non
esserlo per un altro osservatore in moto. Anzi per per quest'ultimo
l’evento A potrebbe essere stato precedente all’evento B mentre
per un altro potrebbe essere che B sia successo prima di A! Ciò
comunque non porta alla crisi dell'ordine temporale causa-effetto di
due eventi che si possono influenzare, in quanto per avvenire questa
scorrelazione dell’ordine temporale i due eventi A e B devono
essere risultati simultanei rispetto ad almeno un osservatore, e
allora necessariamente saranno accaduti in punti dello spazio-tempo
così distanti tra loro che non potrà esserci stato legame
causa-effetto poiché, visto che nessun segnale può viaggiare più
veloce della luce, nessuno dei due avrà potuto influenzare l’altro
(detto tecnicamente in questo caso l'intervallo spazio-temporale tra
A e B è di tipo 'spaziale').
E
questa relatività della simultaneità potrebbe spiegare anche
l’apparente fatto paradossale che la lunghezza di un oggetto
risulta più piccola quando esso si muove: infatti un osservatore che
fa la misura di una lunghezza di un oggetto deve leggere
‘contemporaneamente’ la posizione occupata dalla parte iniziale e
dalla parte finale dell’oggetto su una scala graduata, ma la
relatività della ‘simultaneità’ porta a differenti misure dei
diversi osservatori in moto rispetto all’oggetto considerato.
Forse
il risultato più sorprendente della relatività della misura degli
intervalli temporali tra due eventi e del conseguente rallentamento
degli orologi in moto è quello costituito dal cosiddetto ’paradosso
dei gemelli’. Se di due gemelli uno resta sulla terra e l’altro
fa un viaggio con un’astronave a velocità prossima a quella della
luce, quando quest’ultimo sarà tornato scoprirà di essere più
giovane del gemello rimasto a terra. In pratica è come se la
Relatività permettesse i viaggi nel futuro. Infatti in base alla
velocità del gemello viaggiatore potrebbe anche succedere che al
ritorno questi sia invecchiato poniamo di un mese mentre magari sulla
Terra saranno passati mille o anche un milione di anni!
Sorge
spontanea la domanda: ma allora i viaggi nel tempo sono possibili?
Come
già detto nulla vieterebbe quello verso il futuro, ma probabilmente
sarebbe un viaggio senza ritorno. Infatti sembra che il processo non
sia invertibile. E questo perché esiste anche una freccia temporale
dovuta alla legge di aumento dell’entropia che comporta il fatto
che il tempo deve scorrere inesorabilmente dal passato verso il
futuro, almeno per i sistemi macroscopici. E d’altronde il viaggio
nel passato comporterebbe problemi causa-effetto non indifferenti:
immaginate se un assassino partendo dal presente andasse nel passato
e uccidesse i genitori di un suo nemico prima che questi nascesse:
cosa succederebbe di quest’ultimo nel futuro? A meno di non fare
ipotesi astruse come l’esistenza di infiniti universi paralleli o
roba simile, ne verrebbero fuori dei paradossi incredibili ed
inestricabili.
D’altronde
la prova più seria che non saranno mai possibili viaggi nel passato,
almeno fisicamente, forse è quella che nel nostro presente non abbiamo
affatto la presenza di visitatori provenienti dal futuro…(almeno
così pare!)
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