Dopo
36 anni di insegnamento credo di poter confermare il dato per esperienza personale. Ho notato
infatti che la risposta dei discenti agli stimoli didattici è
inesorabilmente e costantemente calata durante questi anni di lavoro
in classe. Le cause? Sono del tutto convinto che siano da ricercare
anche e soprattutto nella troppa accondiscendenza verso le nuove generazioni, nel buonismo che toglie tutte le difficoltà
dal loro cammino, nel regalare ogni cosa, spesso anche la promozione, senza che sia stata conquistata.
Fino a ieri pensavo che questi atteggiamenti verso i giovani fossero
controproducenti soprattutto perché li rendevano fragili emotivamente e invece scopro che essi provocano anche danni
intellettivi.
‘Le
difficoltà aguzzano l’ingegno’ dicevano gli antichi, e
avevano ragione. Infatti se uno si trova davanti ad un problema cerca
i modi di risolverlo e ciò si traduce in uno sviluppo di connessioni
cerebrali, che serviranno poi per risolvere altri
problemi, e così accresce la propria intelligenza. Ma se tutto viene
appianato, reso facile, perché ‘poverini si stancano, si
traumatizzano, si frustrano’ allora non cresce nulla e come i
muscoli che non vengono esercitati anche il cervello raggrinzisce.
Di
questo passo corriamo il rischio che i robot, che in futuro avranno
sofisticati computer quantistici come ‘cervelli’, potranno un giorno riuscire a sorpassare in intelligenza gli
esseri umani. E così forse si apriranno scenari da incubo: quelli in cui saranno le macchine a pensare e a
comandare, con gli uomini diventati solo infelici e passivi
consumatori telecomandati.
Mi dispiace,ma anche se questa tesi ha potuto, per un momento, illuderci sul fatto già opinabile che i prof sono tutti bravi e integri e gli studenti tutti cretini,tutti sanno che le statistiche non sono infallibili....quindi....
RispondiElimina"I giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche" (Joseph Joubert)
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