23 dicembre 2023

Spigolature scientifiche

Non è così scontato che il 'caso' avrebbe potuto fare anche il bello e il vario, anzi è probabile che da esso sarebbero scaturiti solo il brutto e l'uniforme. La bellezza e la varietà nella Natura non essendo strettamente necessarie costituiscono quindi degli indizi potenti del fatto che l'esistente è stato voluto e creato. 

Sembra che il Creatore abbia dotato ciascuna specie di qualche dono particolare che la rende unica e originale, le fa percepire la sua attenzione e, perché no, la fa sentire orgogliosa. Ad esempio, leggevo oggi che le api hanno un fiuto eccezionale, riescono a percepire le più minuscole particelle di odore, come quelle una goccia di profumo sparsa in una piscina olimpionica. Appena ne sentono uno che gli piace, escono la lingua come riflesso condizionato e segno di interesse, tanto che alcuni scienziati hanno costruito delle gabbiette da cui le bestioline sporgono la testa, per scovare così odori altrimenti non percepibili ma la cui presenza viene segnalata dalle piccole lingue che prontamente fuoriescono.

Ecco cosa diceva nella parte introduttiva della sua opera l'evoluzionista Grassé (zoologo francese, autore di oltre 300 pubblicazioni tra cui l'influente Traité de Zoologie in 52 volumi) : “Ora, ciascun essere vivente racchiude in sé un'enorme carica di spirito, molto più di quanto sia necessario per costruire la più splendida delle cattedrali. Questo spirito si chiama oggi informazione, fatto che non modifica per nulla la cosa. Non lo troviamo inscritto come in un cervello elettronico, ma si condensa, miniaturizzato a scala molecolare, nel DNA dei cromosomi o di qualche altro organulo, e questo in ogni cellula. Questo spirito è il sine qua non della vita. Se manca, ogni essere vivente è inconcepibile. Da dove proviene? Il problema interessa biologi e filosofi e la scienza attuale sembra incapace di risolverlo.

A proposito di animali 'primitivi': “I trilobiti furono i primi animali altamente organizzati a popolare i mari primitivi. Per mezzo di quale meccanismo queste creature ‘primitive’ scoprirono come incorporare cristalli di calcite, allinearli con precisione e proteggerli con una cornea? Non c’è alcuna risposta. I trilobiti avevano sviluppato una lente per correggere l’aberrazione ottica identica a quella proposta (indipendentemente da qualsiasi conoscenza dei trilobiti) da Cartesio e Huygens, e lo avevano fatto 500 milioni di anni prima. Come fecero i primi trilobiti a raccogliere le complicate informazioni genetiche necessarie per costruire questa struttura quasi prodigiosa?” (Gordon Rattray Taylor - The Great Evolution Mistery – New Harper & Row, NY 1983 citato da Artigas - Le Frontiere dell'Evoluzionismo - Ares 1993)

Detto da un evoluzionista è tutto dire: “I fossili mancano in tutti i posti importanti. Quando si cercano anelli di congiunzione tra i grandi gruppi di animali, semplicemente non esistono; almeno, non in numero sufficiente da eliminare ogni dubbio. O non esistono del tutto, o sono così rari da generare discussioni interminabili […]. Data l’assenza quasi totale di fossili appartenenti ai ceppi dei phyla, ogni spiegazione del meccanismo dell’evoluzione, creatrice di piani organizzati, si vede inevitabilmente appesantita da ipotesi. Questa osservazione dovrebbe far parte dell’intestazione di ogni libro sull’evoluzione. In assenza di prove concrete, sulla genesi dei phyla non siamo in grado di fare altro che supposizioni, opinioni delle quali neanche possiamo valutare il grado di verosimiglianza” (P.P. Grassé- L'evoluzione del vivente. Materiali per una nuova teoria del trsformismo - Adelphi Mi 1979)

Il futuro progresso scientifico aiuterà a chiarire meglio quale ruolo debba occupare la selezione naturale, quale significato vada attribuito all’indagine su fossili e quali conclusioni sia possibile trarre dall’anatomia comparata. Intanto la biologia ha fatto grandi passi avanti grazie alla genetica e alla biochimica, arrivando a conoscenze ben consolidate la cui genesi e il cui sviluppo hanno poco da spartire con alcune idee centrali dell’evoluzionismo. Probabilmente continueranno ad esserci scienziati e filosofi impegnati a difendere tesi materialistiche e agnostiche basate sulla biologia. Ma diventerà sempre più chiaro – già lo è – che le loro argomentazioni non sono scientifiche e che, introducendole nella scienza, danno luogo a teorie pseudo-scientifiche che non rispondono al rigore scientifico-sperimentale. E’ un fatto che certe versioni attuali dell’evoluzionismo sono ideologiche e pseudo-scientifiche. E’ auspicabile che il loro effetto paralizzante per la scienza cessi quanto prima e che la biologia torni a esprimersi su tali argomenti con il massimo rigore scientifico, sia a livello di ricerca sia a livello di divulgazione” (M. Artigas – Le frontiere dell’evoluzionismo – Ares 1993 pag. 122)

La verità è che molte teorie sull’origine della vita a partire dalla materia inerte, come il trasformismo, la selezione naturale, le prove paleontologiche dell’evoluzione e dell’origine del corpo umano a partire da altri esseri viventi, sono – dal punto di vista della scienza sperimentale – solo ipotesi, che necessitano di maggiore sostegno di quello che hanno attualmente, se si vuole presentarle come ben dimostrate. E chi oggi le presenta come certezze dimostra una notevole mancanza di rigore scientifico. Sta di fatto che questa mancanza di rigore si è molto estesa. Il che fa supporre che alla radice ci siano motivazioni ideologiche” (M. Artigas – Le frontiere dell’evoluzionismo – Ares 1993 pag. 118)

L’evoluzione degli esseri viventi nel corso di milioni di anni non è un fatto osservabile, e nessuno lo ha mai osservato. Questa evoluzione, per essere ammessa, esige una dimostrazione, con un ragionamento a partire dai fatti. Se la dimostrazione non è assolutamente rigorosa – come sembra succedere in questo caso -, non si può semplicemente affermare che l’evoluzione è un fatto. Se inoltre risulta che diversi scienziati affermano l’evoluzione come un fatto certo, ma distribuiscono valutazioni differenti e talvolta contraddittorie intorno alle sue spiegazioni, la situazione sconfina dall’ambito scientifico ed esige il ricorso a fattori socio-psicologici. E’ urgente chiarire la questione, dato che minaccia non solo il rigore scientifico ma perfino la capacità di ragionare correttamente. Il rischio di strumentalizzare il prestigio della scienza in favore di ideologie è attualmente maggiore che mai, perché neanche le persone colte possono comprendere le conoscenze enormemente specializzate dei diversi rami delle scienze. Lo scienziato specialista ha una grave responsabilità dato che, se non è autenticamente obiettivo, le sue affermazioni possono essere facilmente usate per favorire ideologie pseudo-scientifiche” (M. Artigas - Le frontiere dell'evoluzionismo - ed Ares 1993 a pag. 115)

Una delle scoperte più incredibili realizzate nel ventesimo secolo nel campo della biologia è che gli organismi viventi sono il prodotto di strutture linguistiche codificate. Tutta la particolare complessità chimica e strutturale associata al metabolismo, alla riparazione, alla funzione specializzata e alla riproduzione di ciascuna cellula, è il prodotto degli algoritmi codificati memorizzati nel DNA. Un tema di capitale importanza, quindi, è come nascono queste strutture linguistiche così vaste. L’origine di tali strutture è, naturalmente, il tema centrale della questione delle origini della vita. Il batterio più semplice ha genomi composti all’incirca di un milione di codoni (il codone è l’insieme di tre delle quattro lettere A,G,T, C e costituisce una parola genetica che solito indica un amminoacido o un comando di start o di stop – nota mia). Gli algoritmi codificati, lunghi milioni di parole, nascono spontaneamente attraverso un qualche processo naturale noto? C’è qualcosa nelle leggi della fisica che che suggerisce in che modo tali strutture possono sorgere in modo spontaneo? La risposta onesta è semplice. Ciò che conosciamo attualmente attraverso la termodinamica e alla teoria dell’informazione dimostra in modo convincente che non è possibile!” (John R. Baumgardner in Ashton - i sei giorni della creazione - 1999 a pag. 217)

Ti dicono "ci sono le variazioni casuali e poi la selezione naturale lascia o sceglie quelle adatte". Il problema è che il numero delle variazioni casuali possibili è talmente grande che l'apparire di 'soluzioni' giuste, che poi saranno selezionate, sembra quanto meno miracoloso...

E poi dicono che non c'è Disegno Intelligente e che tutto è dovuto al caso e alla selezione! Esistono nel DNA i 'geni sovrapposti' cioè delle porzioni della stessa sequenza di genoma che semplicemente spostando la lettura di una lettera, codificano per due proteine differenti. Che significa? Il DNA è come una lunghissima parola (3,2 miliardi di lettere nell'essere umano) composta da 4 lettere differenti (A,T,G,C) che non sono altro che simboli (nucleotidi) che presi a triplette (codoni) indicano un particolare aminoacido scelto tra venti diversi (ad esempio CTG indica la leucina) o un comando di stop. Questi simboli copiati nel mRNA costituiscono la ricetta che permette ad un ribosoma nella cellula di costruire una proteina, che non è altro che un 'treno' di aminoacidi. La cosa notevole è che spesso la stessa sequenza se viene letta spostandosi inizialmente a destra di una lettera indica la costruzione di un'altra proteina differente! Cioè lo stesso gene ha dentro due ricette sovrapposte. Ad esempio nel batterio 'stafilococcus aureus' nella ricetta di una proteina, lunga 288 lettere e quindi composta da 96 aminoacidi, dalla 81 lettera in poi si legge... GAT,GTT,GAT,GGT... e così via, che indica Asparagina, Valina, Asparagina, Glicina che sono alcuni aminoacidi della catena che compone la proteina. Spostando però la lettura di una lettera a destra (saltando quindi la G iniziale) si legge ATG,TTG,ATG,GTT...e così via, che vuol dire Metionina, Leucina, Metionina, Valina. Ebbene con la prima lettura si formerà una data proteina di 91 aminoacidi mentre con la seconda lettura se ne formerà un'altra diversa e funzionante, di 57 aminoacidi. Cioè nella stessa sequenza sono compattate due ricette per due proteine differenti! E' come avere una ricetta di cucina che se la leggo normalmente mi indica come fare una torta mentre se inizio saltando la prima lettera trovo le istruzioni per fare un panettone! Geniale!

Il migliore dei cervelli possibili?”. L’approccio alla minimizzazione del cablaggio è stato applicato al posizionamento delle aree funzionali della corteccia cerebrale. Dice il neurologo Cherniak: “Una ricerca esauriente per tentativi ed errori alla cieca del minimo assetto di cablaggio di un sistema a 50 componenti (come tutte le aree della corteccia cerebrale di un mammifero), anche a una velocità fisicamente irrealistica di una disposizione per picosecondo, richiederebbe comunque più dell'età dell'Universo”. Ma allora il cablaggio cerebrale può essersi formato per tentativi casuali come sostiene il neodarwinismo?

Quando provi ad affermare qualcosa contro la teoria dell'Evoluzione subito alcuni suoi epigoni, leoni da tastiera e che si credono solo loro colti e informati, si armano e partono lancia in resta come se dovessero combattere contro un oscurantismo terrapiattista. Si capisce subito che loro per primi ne fanno una battaglia ideologica. Inevitabilmente ti forniscono il link dei libri (che spesso non hanno letto) o filmati (che raramente hanno visto fino alla fine o seguito con senso critico) soprattutto del loro paladino e padre spirituale (per modo di dire visto che è il capo degli atei) Dawkins. E ti dicono che il 99% degli scienziati è evoluzionista (e che tu sei solo un ignorante che deve studiare). Ma in effetti enunciando questa percentuale si sbagliano per difetto perchè in realtà è il 100% degli scienziati evoluzionisti (gli unici a cui loro fanno riferimento) che è evoluzionista! 

Su come funziona la non pubblicazione di articoli scientifici che contestano la teoria dell'evoluzione e sostengono l'Intelligent Design o che in generale vanno contro il paradigma scientifico attuale, ho letto questo gustoso aneddoto di J. Wells: “Nel classico romanzo di Ioseph Heller sulla seconda guerra mondiale, intitolato 'Catch-22', un aviatore poteva essere esentato dall’obbligo di combattere nel caso fosse pazzo. Una regola però specificava che prima dovesse fare domanda d’esenzione, ma dato che chi chiedeva di essere esentato ovviamente non era pazzo (visto che riusciva a scrivere la richiesta - nota mia), la domanda veniva invariabilmente respinta. La regola che rendeva impossibile l’esenzione dal combattimento venne chiamata 'Catch-22' (circolo vizioso n. 22). I darwinisti usano una regola simile, che chiamo 'circolo vizioso n. 23', per escludere il Disegno Intelligente dalla scienza: ‘il Disegno Intelligente non è scientifico, e quindi non può essere pubblicato sulle riviste scientifiche soggette alla revisione dei colleghi. Come sappiamo che non è scientifico? Perchè non gode di pubblicazioni nelle riviste soggette alla revisione dei colleghi” (J. Wells - Le balle di Darwin - Rubettino a pag.132)

Gli atei si sono appropriati della figura di Darwin, ma forse non sanno che in realtà era credente e infatti, ben conscio di non poter assegnare al caso la nascita della vita perchè troppo complessa, pensava che Dio avesse creato quattro o cinque specie iniziali da cui per processi evolutivi sarebbero spuntati le altre, infatti scriveva: "Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con le sue diverse forze, originariamente impresse dal Creatore in poche forme o in una forma sola; e nel fatto stesso che, mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l'immutabile legge di gravità, da un così semplice inizio, innumerevoli forme, bellissime e meravigliose, si sono evolute e continuano ad evolversi" (Darwin - L'origine delle Specie)

Siccome il DNA umano è lungo quasi 2 metri e c’è una molecola raggomitolata di DNA in ogni cellula, se si potessero sbrogliare e mettere in fila queste molecole, visto che il numero di cellule del corpo umano è di circa 37.000 miliardi, si otterrebbe una catena lunga 74 miliardi di chilometri che è pari a 12 volte il diametro del sistema solare (che è di 6 miliardi di chilometri)! La luce impiegherebbe due giorni per percorrere questa distanza siderale...

L'ammissione del genetista evoluzionista Richard Levontin: “Noi difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di alcune delle sue affermazioni, nonostante essa non riesca a realizzare molte delle sue stravaganti promesse sulla salute e sulla vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per delle favole immaginarie prive di verifica, perché? Perchè abbiamo un impegno aprioristico, un impegno materialista. Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci obbligano ad accettare una spiegazione materialistica dei fenomeni, ma al contrario siamo costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali a creare un apparato di investigazione e una serie di concetti che generano spiegazioni materialiste, non importa quanto controintuitive, non importa quanto mistificanti per i non addetti ai lavori; tale materialismo è assoluto perché non possiamo aprire la porta al piede divino” (Richard Levontin – Billions and Billions of Demons - 1997)

Il cervello umano si conferma essere quello che si sospettava: probabilmente l'apparato più complesso e sofisticato dell'universo conosciuto. Si è scoperto che funziona anche tramite l'entanglement quantistico. La cosa non sorprende in quanto si era già trovato che, ad esempio, anche il pettirosso fa uso di tale processo, con elettroni entangled nell'apparato visivo. E anche questo concorre a spiegare perché il cervello umano funziona meglio del più avanzato supercomputer che l'uomo abbia finora costruito. Leggo in un testo di Scienze per le Superiori: "Sebbene la conoscenza della struttura e della funzione del cervello stia facendo rapidi progressi, questo organo è così complesso che, forse, non si arriverà mai a conoscere realmente e nel dettaglio ogni sua funzione" (Curtis e Barnes - Invito alla biologia - a pag. 518). Ma niente paura, gli evoluzionisti vi diranno sempre e comunque che anch'esso è frutto del caso e della selezione...

Le scoperte della genetica assestano frequentemente dei fendenti alla teoria evolutiva. Uno di questi è il fatto che il codice genetico non è veramente universale come invece si affermava inizialmente. Pur essendo la probabilità della nascita casuale del codice 'transastronomicamente' piccola, quindi infinitesimale, si è trovato che in molte specie il codice genetico è diverso, o meglio ha delle differenze importanti rispetto a quello standard. E questa diversità fa ritenere che un eventuale processo di cambiamento del codice normale sarebbe dovuto avvenire almeno 8 volte e in maniera indipendente. L'avere un codice universale uguale e valido per tutte le specie sarebbe stato un punto a favore dell’Evoluzione ma così non è, e questo fatto rappresenta un serio problema per gli evoluzionisti. Non si capisce infatti come sarebbe stato possibile e che vantaggio evolutivo ci sarebbe stato nel cambiare la tabella di riferimento necessaria per identificare gli aminoacidi atti a costruire le proteine o a eseguire comandi per regolare i processi vitali. Un cambiamento di questo tipo avrebbe comportato infatti la necessità di rifare tutte le proteine e riformulare le procedure nell’organismo in cui tale variazione fosse avvenuta, ma ciò avrebbe comportato una distruzione o comunque un inceppamento totale del funzionamento dell’organismo stesso. Insomma un essere vivente non può chiudere i battenti, cioè bloccarsi per 'ristrutturazione', e poi riprendere a funzionare! Quindi bisogna supporre che siano spuntati in maniera casuale e indipendente almeno 8 codici genetici diversi...

Nel DNA vi sono più geni che contengono le istruzioni per costruire la stessa proteina e quindi possono sostituirsi l’un l’altro senza eccessiva perdita di funzionalità. Questo è un modo sofisticato di limitare gli errori. Inoltre si è scoperto che il contenuto informativo del DNA è dinamico: spesso nella stessa stringa sono contenuti tipi diversi di informazione in base a come essa viene letta o composta, e questo significa che lo stesso gene può codificare per differenti proteine. In pratica perciò si ha un immagazzinamento dinamico di informazione, con densità superiore rispetto a quello statico. E dire che gli evoluzionisti avevano incautamente considerato come 'spazzatura' queste porzioni di DNA, ritenendole solo un residuo dell'evoluzione!

Provate a chiedere a chiunque di indovinare la lunghezza complessiva del sistema circolatorio dei mammiferi (vene, aorte, capillari), in particolare quella dell’essere umano: nessuno ci azzeccherà mai pur proponendo magari numeri grandi perché nessuno sano di mente potrebbe immaginare che questa lunghezza è pari a 100.000 km (avete letto bene: centomila chilometri), cioè due volte e mezzo la circonferenza della Terra all’equatore!

La sensibilità dell'orecchio umano è sbalorditiva, ma il fatto notevole è che dipende anche dalla frequenza del suono che si vuole ascoltare. A 3000 Hz si riesce a sentire un suono di intensità veramente piccola, di 10 elevato alla -15 watt/metro quadro, ma per poterne udire uno di 70 Hz ci vuole una intensità 10 milioni di volte più grande, cioè 10 elevato a - 8, ovvero di circa 40 decibel. Questo fatto è provvidenziale (già sentito da qualche altra parte questo termine 'provvidenza'...) in quanto ci rende 'sordi' ai rumori interni del corpo, tipo il battito cardiaco o il flusso sanguigno, che altrimenti ci tormenterebbero...

Quando si devono rappresentare in un grafico grandezze che variano da valori molto piccoli a valori estremamente grandi si usa la scala logaritmica. In pratica è come se invece del valore numerico della grandezza si indicassero con i numeri interi nella scala il numero di zeri che costituiscono la grandezza. Cioè 1 significherà 10, 2 vorrà dire 100, 3 indicherà 1000, e così via. Questi sono i logaritmi in base 10, cioè gli esponenti che debbo dare alla base 10 per ottenere le grandezze desiderate. Ciò comporta che posso rappresentare in un tratto limitato grandezze molto distanti tra loro, e la distanza tra 1, 10, 100, 1000 ecc. nella scala sarà la stessa, mentre in una rappresentazione normale invece li avrei dovuto porre molto distanti tra loro. Ebbene, le reazioni fisiologiche, quali la visione o l'udito, danno una sensazione che va come il logaritmo della grandezza che provoca la sensazione, ciò comporta che lo stesso organo, tipo l'orecchio o l'occhio, può reagire senza difficoltà e senza sforzo a segnali di grandezza diversissima tra loro, come un fruscio di foglie o lo scoppio di una bomba: in tal caso ad esempio la sensazione varierà da 1 a 12 (in Bel, ovvero da 10 a 120 in decibel), anziché dal valore 10 (1) al valore 1000 miliardi (12) come dovrebbe avvenire con una sensazione proporzionale allo stimolo e non al suo logaritmo. Insomma siamo stati fatti in maniera veramente ingegnosa e chi ci ha fatto conosceva i logaritmi...

Tempo fa studiando la struttura dell'occhio trovai su un libro di scienze una figura in cui era rappresentata la retina a livello di cellule. Vi era disegnata un freccia che rappresentava il percorso della luce. Il verso di questa freccia mi sembrò sbagliato, pensai che ci fosse un errore di stampa, perché la luce attraversava prima le cellule gangliari collegati al nervo ottico, poi le cellule di Muller e solo dopo arrivava ai coni e bastoncelli, le cellule fotorecettrici. "In tal modo le cellule innanzi fanno ombra, non può essere così", pensavo! E invece è proprio così che succede nella realtà: si tratta della 'disposizione inversa della retina', che molti (incauti) evoluzionisti tempo addietro portavano come esempio di imperfezione ottenuta dal caso (e quindi una smentita dell'atto creativo), che poi comunque l'evoluzione avrebbe in futuro corretto e perfezionato. Ma in realtà si sbagliavano, la soluzione reale è invece quella ottimale anche se controintuitiva. Per dirla brevemente, con questa disposizione le cellule di Müller canalizzano la luce focalizzandola sulle cellule fotorecettrici retiniche comportandosi come delle fibre ottiche (!), riducendo la perdita dovuta a rifrazione e riflessione. Il tutto quindi è costruito in modo molto intelligente, geniale, anche se contrario al senso comune, tanto da far dire agli stessi ricercatori che hanno spiegato il fenomeno che la cellule di Müller "sono collettori di luce progettati ingegnosamente " .

La sensibilità dell'orecchio umano è sbalorditiva e non si capisce perché mai l'evoluzione sarebbe dovuta arrivare a tale livello finezza. Per alcuni ricercatori, a 3000 hz si riesce a sentire un suono di intensità 10 elevato alla -15 watt/(metro quadro). Questa energia è talmente piccola che dovrebbe essere ricevuta e immagazzinata da una goccia di acqua per 100 miliardi di anni (avete letto bene 'cento miliardi di anni', otto volte l'età del nostro Universo) perché essa si possa riscaldare di 1 °C! (i valori numerici li ho tratti dal Perucca - Fisica generale e sperimentale - Utet)

Hanno scoperto adesso che l'antimateria viene attratta dalla gravità come la materia normale. Alcuni anni fa ero andato al CERN in visita soggiornandovi una settimana. Eravamo un gruppo composto da docenti laureati in fisica e da ingegneri. Visitando lo stand in cui si cercava di creare un anti-atomo di idrogeno, chiesi se avessero notato se cadevano nel campo di gravità come gli atomi normali, cioè verso il basso e con accelerazione g. Non potei ascoltare però la risposta perché la voce del ricercatore a cui avevo posto la domanda venne coperta dallo sghignazzare del gruppo degli ingegneri vicino a me che diceva "ma che domande stupide fa costui, ma è ovvio che vengono attratti verso il basso con accelerazione g!". E invece a quanto pare la cosa non era così scontata visto che è stata provata solo ora!

A proposito del fatto non vero che l'Uomo discenderebbe dalle scimmie: "Non c'è nessun organo e apparato delle scimmie che abbiano un pur minimo punto in comune nella loro struttura con quella dell'uomo, che in base 'alle piccole modificazioni ereditate' come testualmente afferma Darwin, possano giustificare e rendere possibile una loro variazione. La configurazione, la conoscenza delle ossa e la disposizione delle articolazioni, l'altissima differenziazione funzionale qualitativa e quantitativa dei centri motori e intellettivi cerebrali, l'assenza di rilevanza nella caratteristica di specie del peso del cervello, la presenza di muscoli pertinenti solo all'Uomo, la dinamica della postura e della deambulazione, l'apposizione del pollice, la specificità delle proteine e dei gruppi sanguigni, l'esito infausto di tutte le mutazioni come testimoniano le circa otto mila malattie genetiche accertate, l'unicità e irripetibilità del patrimonio genetico di ogni singola persona, tutte queste peculiarità proprie dell'Uomo nei confronti delle scimmie fanno, al di fuori delle funzioni legate alla sopravvivenza, comuni a tutti gli organismi, due specie distinte, evoluzionisticamente inconciliabili" (G. Lo Presti - Darwin bocciato in medicina - pag. 369 - 2008)

Le soluzioni in natura non sono solo le migliori possibili, ma anche le più ingegnose e ottimali. E' questo il fatto che fa dubitare che siano state ottenute solo per 'miglioramento' dovuto al caso e alla selezione. Infatti mentre si potrebbe anche sostenere che col tempo qualcosa si può completare e perfezionare, è difficile affermare che sono spuntati 'casualmente' proprio dei meccanismi avveniristici e ingegnosi anziché quelli semplicemente ottimali. Esempi se ne potrebbero portare tantissimi e sono stati descritti nella letteratura scientifica, ma quello che è notevole è che spesso gli stessi ricercatori per descriverli hanno usato gli aggettivi 'ingegnoso', 'sorprendente', 'sbalorditivo'. E inoltre frequentemente queste scoperte sono state utilizzate per progettare e costruire manufatti considerati poi 'futuristici' e altamente tecnologici.

Credo di aver esaurito il mio compito mostrando con dati sperimentali, e non con discorsi campati in aria, almeno una cosa: che le condizioni, postulate dagli stessi abiogenisti, per un qualsiasi meccanismo ‘plausibile’ di passaggio dall’inorganico al biologico, sono talmente specifiche, che invocare il puro ‘caso’ come ‘causa’, o meglio ‘non-causa’ del loro verificarsi, è una offesa al buon senso e alla logica più elementare” (Dante Guerra - L’Origine della vita – il ‘caso’ non spiega la realtà – 2015 )

Quello che fa impressione è che nel periodo cambriano, quando ci fu la cosiddetta 'esplosione cambriana', ovvero quando spuntarono quasi tutte le specie viventi, il livello di CO2 era al massimo! Quindi 'alti livelli di CO2' incompatibili con la vita'? Sì, come no!

A proposito si organi "vestigali" che sarebbero una prova dell'evoluzione leggo: "...riprendiamo l'argomento del coccige, che a dire degli evoluzionisti, sarebbe un residuo di quella che i nostri antenati era stata la coda. Antenati che si fanno risalire ad uno dei Pongidi (scimpanzé, orangutan, gibbone, gorilla) ne sono sempre stati sprovvisti, così come ne era sprovvista la scimmia Procul, presunta loro antenata, per cui ci si chiede come mai l'Uomo abbia perduto un annesso mai posseduto..." ( G. Lo Presti - Darwin bocciato in medicina - pag. 316)

"La natura è costruita in maniera tale che non c'è dubbio che non possa esser fatta così per un caso. Più uno studia i fenomeni della natura, più si convince profondamente di ciò. Esistono delle leggi naturali di una profondità e di una bellezza incredibili. Non si può pensare che tutto ciò si riduca ad un accumulo di molecole. (…). Più ci guardi dentro, più capisci che non ha a che fare col caso.” (Carlo Rubbia (1934), premio Nobel per la Fisica 1984, La tentazione del credere, 1987)

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Note e crediti

Foto di copertina da Pixabay

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