28 aprile 2019

Le proprietà di un corpo glorioso

In questo post analizzo alla luce delle leggi della fisica l’eventuale proprietà di un corpo di poterne attraversare indenne un altro e che, secondo i Vangeli, il cosiddetto corpo glorioso di Gesù Cristo avrebbe posseduto dopo la Resurrezione... 

Stamane a Messa durante la lettura del Vangelo, ho udito la frase ‘Gesù passò attraverso la porta chiusa...”. Si trattava del brano che racconta che Gesù andò a trovare i suoi discepoli per la seconda volta dopo essere risorto, in quest’ultimo caso con la presenza dell’incredulo Tommaso che venne poi invitato a toccare le piaghe dei polsi e del costato (Gv 20,19-31).
Mi sono perciò chiesto se questo fenomeno fosse necessariamente contrario alle leggi conosciute della Fisica... e come cercherò di spiegare e motivare, mi sono dato una risposta forse non del tutto negativa.
Ovviamente il discorso che farò, non essendo rivolto ad un pubblico specialistico, sarà per necessità di cose semplificato. Inoltre, trattando un argomento che per definizione sarebbe ai limiti della scienza, tra scienza e fede appunto, mi sforzerò per quanto  possibile almeno di non dire castronerie (scientifiche o teologiche), ma  è ovvio che  ciò che dirò è solo a livello di ipotesi - e non potrebbe essere altrimenti. 

Ci provo...

Non bisogna essere dei fisici per sapere che vige la legge di impenetrabilità dei corpi. Infatti sappiamo tutti per esperienza che un corpo solido non attraversa mai un altro corpo solido, a meno che non si abbia a che fare con i trucchi di un illusionista. Ma già se si cominciano a considerare corpi in uno stato di aggregazione diverso da quello solido, di tipo liquido o gassoso, questa ‘regola’ trova le sue numerose eccezioni: pensate ad esempio al passaggio di un liquido attraverso un filtro o una spugna…
Il fatto che il corpo di Gesù sia riuscito a passare attraverso la porta mi ha fatto pensare che lo stato di aggregazione della materia in cui si trovava il suo corpo dopo la Resurrezione non poteva essere quello solido normale a cui siamo abituati. E infatti i teologi dicono che Gesù possedeva un corpo glorioso, dalle proprietà differenti o per meglio dire potenziate rispetto a quello normale naturale.

La materia è composta da atomi che - come ha avuto modo di scoprire nel 1909 Rutherford nel suo esperimento di bombardamento di una lamina d’oro con particelle alfa - sono composti da un nucleo positivo, contenente protoni e neutroni, e da elettroni negativi che gli ruotano intorno. Ho scritto in corsivo ‘ruotano’ perché per la meccanica quantistica non è precisamente così, ma per il discorso che facciamo può anche andare bene il modello classico dell’atomo, detto a sistema planetario e che è quello immaginato come costituito dal nucleo al posto del sole e dagli elettroni che come pianeti gli ruotano intorno. La cosa importante di questo modello, che tanto stupì Rutherford e i fisici dell'epoca, è che l’atomo in tal modo è fatto soprattutto di vuoto. Se immaginiamo di ingrandirlo  come uno stadio, il nucleo sarà molto più piccolo di una capocchia di spillo posta al centro del campo mentre magari un moscerino che vaga nello spazio dello stadio potrà essere l’elettrone: tra essi vi è uno spazio enorme.

E allora come mai due corpi solidi non riescono ad attraversarsi visto che sono composti soprattutto da vuoto? La risposta è semplice dal punto di vista della fisica classica: perché esiste la forza elettrica di repulsione tra cariche uguali e quando tentiamo di avvicinare due atomi, l'interazione tra gli elettroni dell’uno e quelli dell’altro, o del nucleo dell’uno e quello dell’altro, genera una forza repulsiva il cui valore cresce enormemente col diminuire della distanza, e quest’effetto sommato per tutti gli atomi che costituisco i due corpi dà la proprietà di impenetrabilità. E  dal punto di vista quantistico la cosa si fa più complicata, l'avvicinamento spinto di elettroni crea ulteriori problemi...

E allora come la mettiamo con Gesù che sarebbe passato indisturbato attraverso la porta chiusa?
Per la meccanica quantistica è previsto che in certe condizioni, ad esempio con temperature molto basse, vicine allo zero assoluto, che è di -273 gradi centigradi, nella materia si possa stabilire un grado di ordine, fatta di cooperazione tra i suoi elementi microscopici atomici, quali ad esempio gli elettroni, che fanno in modo di mettersi come d’accordo tra loro, e si possono ottenere comportamenti simili ad attraversamenti senza ostacoli: questo succede ad esempio nel fenomeno della superconduttività. In condizioni normali di temperatura gli elettroni trovano impedimento a scorrere attraverso un materiale conduttore e ciò provoca la cosiddetta resistenza del materiale al passaggio della corrente, che porta ad una dissipazione dell’energia elettrica sotto forma di calore, ma in vicinanza dello zero assoluto questa resistenza sparisce e gli elettroni viaggiano attraversando senza problemi e senza sprecare la minima energia il materiale diventato così superconduttore.
Altri fenomeni simili, quali ad esempio quello della superfluidità, si verificano a bassissime temperature e tutti questi sono stati della materia in cui l’ordine aumenta, e questo perché in effetti la temperatura è una grandezza che è strettamente correlata con il disordine: di solito più alta è la temperatura e più grande è il disordine di un sistema, e quindi più ci avviciniamo allo zero assoluto e più diminuisce il disturbo e possono avere la meglio fenomeni di cooperazione o accoppiamento tra gli elettroni.

Quindi è come se esistesse tra i costituenti microscopici della materia, in condizioni particolari, una specie di tendenza a collaborare e a comportarsi come un tutt’uno. Perciò mi chiedo se magari in uno stato diverso da quello normale - in quello che i teologi chiamano glorificato - la materia non possa arrivare a superare i fenomeni di disturbo costituiti dagli altri atomi e fare in modo da sfruttare appieno questa tendenza degli enti microscopici a collaborare,  e quindi non possa acquisire la capacità di attraversare indenne gli ostacoli rappresentati dagli atomi dei corpi solidi! Ma ovviamente questa è una curiosità che allo stato delle nostre conoscenze non può avere risposta scientifica, bensì solo di fede.

Forse anche un altro caso di attraversamento di un corpo solido fatto dal corpo glorioso di Cristo è descritto nei Vangeli, ma la traduzione che classicamente ne è stata data nasconde un po' il fatto. Ne ho già parlato in un precedente post . In esso mi riferivo ad alcune pagine del libro di Messori - ‘Dicono che è risorto’ (1) - in cui l’autore analizza il passo del Vangelo in cui si dice che Giovanni arrivato di corsa al sepolcro ‘vide e credette’. Il Vangelo dice che c’erano per terra le bende che prima ricoprivano il corpo e il sudario che prima era sul viso ripiegato in una posizione a parte (Gv 20,2-8). In effetti nell'osservare questa scena di ordine/disordine non si capisce come poté il discepolo credere subito alla Resurrezione, poiché chiunque in quelle condizioni avrebbe pensato invece ad un furto del cadavere. Ma Messori presenta la traduzione proposta dall’esperto di greco antico, Don Antonio Persili, che parla invece di telo afflosciato sul piano sepolcrale, come se il corpo vi fosse passato ‘attraverso’ e di sudario che era sul viso rimasto a ‘ponte’, non in una posizione a parte ma bensì ‘unica’, ovvero ‘strana, evidentemente come ‘inamidato’ incurvato e sollevato contro la forza di gravità, senza avvolgere la testa che più non c’era… 

Questa traduzione io comunque la preferisco perché oltre che ad essere suggestiva è anche indicativa di uno stato di ordine e non di disordine, come invece si evincerebbe dalla traduzione classica. Infatti se pensiamo ci sia stato l’intervento divino, esso  avrebbe generato ordine, e anzi quest effetto sarebbe una necessità teologica, perché in tal caso le  tracce dell'evento soprannaturale non potrebbero che essere armoniose e pulite, senza sbavature (2).

E forse si spiegherebbe così anche perché Gesù nell’incontro con Tommaso abbia detto ‘beati quelli che non hanno visto ma hanno creduto’. Probabilmente si riferiva a Giovanni che nel Sepolcro non aveva visto direttamente la Resurrezione ma per i soli segni  lasciati da essa aveva creduto.

Ed ecco, forse è proprio questo l’invito fatto a tutti gli uomini di buona volontà:  essi saranno ‘beati’ se considerati i segni che hanno sotto gli occhi, pur non vedendo direttamente il miracolo, avranno abbastanza onestà e umiltà da ammettere che tutto ciò non può essere avvenuto per caso, come ad esempio nella nascita dell’Universo o della vita. Infatti questi segni riportano in definitiva a un intervento sulla natura da parte di Qualcuno che evidentemente la conosce perfettamente e la padroneggia.
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Note e crediti

(1) Vittorio Messori - Dicono che è risorto - Indagine su un sepolcro vuoto - Edizioni SEI

(2) ho trovato un passo sorprendente in cui si descrive una ‘visione’ della scena dell'arrivo al sepolcro vuoto della mistica Teresa Neumann (1898 - 1962) (nel libro di Paola Giovetti – Teresa Neumann – edizioni paoline pag. 175): in esso sembra confermata la tesi di Persili:  "… Poi Pietro raggiunge Giovanni e insieme entrano nella tomba. Pietro tocca i veli e si convince che sono vuoti: essi non sono gettati per terra uno sull’altro, ma sistemati come se chi vi era stato avvolto fosse scivolato via senza spostarli"




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