26 aprile 2010
Avessi tutta la fede, in modo da spostare le montagne, ma non avessi la Carità, non sarei nulla!
La Carità è una delle tre virtù teologali, insieme alla Fede e alla Speranza, ed è la più grande delle tre.
Comunemente si crede che la Carità sia sinonimo di fare l’elemosina, ma non è così.
La Carità è l’amore con cui aderiamo all’Altissimo per prima, e poi, insieme con lui, ai nostri simili.
Quindi non vi può essere Carità (quella scritta con la C maiuscola) senza l’amore verso Dio.
Quello che comunemente si intende per carità senza credere o amare Dio in realtà è meglio definirlo con il termine ‘filantropia’.
Non si deve confondere infatti la Carità con il sentimento di compassione. Sentire compassione del prossimo è appena l’invito per aiutarlo cristianamente; ma questo aiuto perché sia veramente cristiano, deve fondarsi e ispirarsi sull’amore a Dio onnipotente. Altrimenti il dono, per quanto importante sia, non ha nessun valore soprannaturale. E’ solo filantropia.
Per Dio è importante l’intenzione con cui si compiono le opere. Spesso il voler essere ‘filantropo’ e il voler fare l’elemosina o l'amare gli altri derivano da un bisogno di affermare il proprio io, da un impeto egoistico, dalla soddisfazione di poter dire a se stessi e agli altri, magari inconsapevolmente , ‘guarda quanto sono buono’!
Ecco perché sbagliano quelli che pensano di potersi salvare anche senza amare Dio, di non aver bisogno cioè della religione, credendo che basti comportarsi bene . In realtà nell’Aldilà queste persone avranno una forte delusione in quanto scopriranno che il valore soprannaturale del loro ‘buon’ comportamento sarà pressappoco nullo. E’ come se, per portare un esempio banale, andando in un altro paese (il Cielo) volessimo usare la moneta che lì non viene riconosciuta e che quindi non ha valore, mentre la valuta corrente, e che ci permette di spendere e goderci la Gloria celeste porta su stampata la parola ‘Carità’.
Quello che dà consistenza alla ‘carità’, all'amore verso il prossimo, è l’Amore verso l’Altissimo: solo così si trasforma in ‘Carità’, l’unica che ha valore e riconoscimento agli occhi di Dio.
Inoltre chi fa opere filantropiche spesso riceve in cambio solo delusione e ingratitudine, mentre chi pratica la ‘Carità’ non si aspetta nulla in cambio dal prossimo in quanto fa tutto per far piacere a Dio e quindi non resta toccato dalla mancanza del riconoscimento del bene fatto.
Ed è errato quindi credere che ‘Cristianesimo’ significhi solamente ‘pensare al prossimo e amarlo’. In realtà Cristianesimo per prima cosa significa ‘amare Dio con tutto il proprio cuore’ e subito dopo’ amare il prossimo come se stessi’. Se non ci sono entrambi non è Cristianesimo.
Cioè se non c’è l’Amore verso Dio, la ‘religione’ diventa filantropia, e che valore abbia quest’ultima agli occhi di Dio viene sintetizzato da San Paolo nella I lettera Corinzi (13,1):
‘Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la Carità, sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.’ o anche ‘ Se anche distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi la Carità, non mi gioverebbe a nulla.’
Ma d’altronde se non c’è l’amore verso il prossimo, la ‘religione’ diventa sterile, se non adirittura falsità e ipocrisia, o fariseismo.
Quindi sono essenziali entrambi: amore verso Dio e amore verso il prossimo.
Ed ecco, per concludere, perché non si può essere d’accordo con l' impostazioni della religiosità appiattita sul sociale senza la dimensione trascendente data dalla preghiera e dal culto. Infatti l’Amore verso Dio dobbiamo dimostrarlo concretamente e cioè, oltre che col seguire la Sua volontà anche e soprattutto con la Preghiera e con l’Adorazione.
E d’altronde non si può ritenere che la pratica religiosa inizi e finisca con un culto superficiale, in una preghiera di comodo, mentre magari, una volta finita l'adorazione, ci scontriamo col prossimo, praticando la massima ‘homo homini lupus’, mostrando indifferenza verso il dolore e i bisogni dei nostri compagni di viaggio in questa 'valle di lacrime'.
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è fantastico vedere come le parole di chi visse 2000 anni fa hanno ancor oggi una grandissima importanza! si dice che siamo nani che stanno sopra le spalle dei giganti, ma San Paolo era egli stesso un gigante!
RispondiEliminasono di nuovo l'anonima dei blog sui ragazzi da oggi in poi scriverò i miei commenti con questo nome così potrà riconoscermi...comunque è molto interessante quello che dice...però, come ho già detto una volta nell'ora di religione, non sempre solo chi ama Dio davvero sa aiutare il prossimo...molte persone sono credenti eppure se ne fregano e sono i primi ad allontanare chi ha davvero bisogno! Anche chi non crede in Dio aiuta il prossimo e a volte lo fa anche più di chi si reputa "Cristiano"...Non crede?
RispondiEliminaSi è vero, in ambedue i casi però manca appunto l'essenziale: la Carità.
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