La teoria dell’Evoluzione ha prodotto delle conseguenze negative in diversi ambiti, come ad esempio in quello medico, perché considerando (erroneamente) alcuni organi come un inutile retaggio evolutivo, ha incoraggiato ‘mutilazioni’ chirurgiche non necessarie, in quello genetico, in quanto ritenendo (erroneamente) che il 97% del DNA fosse 'spazzatura', mentre invece è fondamentale per lo sviluppo individuale dei mammiferi e degli altri vertebrati, ne ha frenato lo studio, in quello bioetico, in quanto ritenendo (erroneamente) che l’embrione attraversi stadi ricapitolativi di sviluppo ‘animale’, ha portato alla sua svalutazione e all’incremento degli aborti.
30 aprile 2021
13 aprile 2021
Il tempo trascorso sulla Terra è stato sufficiente per l'evoluzione?
“Ai miei amici biologi vorrei fare questa domanda: quale velocità deve raggiungere l’evoluzione prima che inizino a sentirsi a disagio?” (Samuel Bowring) (1)
Anche ammesso che il periodo dell'evoluzione sulla Terra sia stato di 3,5 miliardi di anni, si presentano due problemi: l’intervallo iniziale troppo corto e il tempo successivo comunque breve. E non solo: da alcuni anni si stanno effettuando delle ricerche che tenderebbero a smentire l'ipotesi che la Terra abbia una età di 4,5 miliardi di anni o che i fossili si siano formati in periodi così lunghi come si è finora ritenuto. Se questo fatto venisse confermato, cioè che l'ipotizzato processo evolutivo non sarebbe perciò durato 3,5 miliardi di anni ma molto meno, allora la teoria dell’evoluzione sarebbe in serie difficoltà perché verrebbe a mancare uno dei due pilastri su cui poggia: quello del periodo di tempo lunghissimo necessario affinché ciò che è estremamente improbabile possa accadere.
4 aprile 2021
Alcune considerazioni dopo anni di insegnamento
“Tutti gli educatori sono assolutamente dogmatici e autoritari. Non può esistere l'educazione libera, perché se si lascia un bambino libero non lo si educa.”(Chesterton)
Dopo trentasette anni di insegnamento nella scuola secondaria superiore e un anno di docenza universitaria, vorrei fare delle ulteriori considerazioni oltre a quelle che ho pubblicato tempo fa.
L’insegnamento ce l’ho sempre avuto nel sangue. Quando ero piccolo, all’età di sei anni, nella casa di campagna dei miei nonni, mi mettevo alla finestra e avevo di fronte a me un terreno coltivato a vigneto, fatto di piante di uva basse, e nella mia immaginazione di bambino esse erano i miei alunni a cui potevo insegnare qualcosa. E infatti declamavo a voce alta alcune cose ed ero contento quando, dopo aver chiesto ‘avete capito?’ mosse dal vento sembravano annuire.
Oggi che sono in pensione, mi manca forse quella professione? La risposta è tutto sommata negativa.