28 aprile 2009

il fascino della Messa antica (e in latino) - parte 2^






Il ‘Vetus Ordo’ , cioè la messa antica e in latino, è di una bellezza incomparabile, ricca di significato e di lodi verso l’Altissimo, molto differente dalla piattezza del nuovo rito nato con la frenesia di modernizzare tipico del 68..
Tutti rivolti verso il Signore che viene, verso il Tabernacolo, dove è veramente presente il Signore in Anima e Corpo..





Riporto il ‘duetto’ recitato tra sacerdote e fedeli ai piedi dell’altare, rivolti tutti verso il tabernacolo, prima che il sacerdote salga i gradini per recarsi all’altare (le parole sono tratte dal mirabile Salmo 42):

Sac. - Introibo ad altare Dei
(Mi accosterò all’altare di Dio)
Risp. - Ad Deum qui laetificat juventutem meam
(Al Dio che allieta la mia giovinezza)
Sac. - iúdica me, deus, et discérne causam meam de gente non sancta: ab ómine iníquo, et dolóso érue me.
(sii mio giudice, o Dio, e separa la mia causa dalla gente profana: liberami dall’uomo iniquo e ingannatore)
Risp. - Quia tu es, Deus, fortitúdo mea: quare me repulísti, et quare tristis incédo, dum afflígit me inimícus?
(poiché Tu, o Dio, sei la mia forza. Perché mi respingi? E perché devo andare mesto mentre mi affligge il nemico?)
Sac. - Emítte lucem tuam et veritátem tuam: ipsa me deduxérunt et adduxérunt in montem sanctum tuum, et in tabernácula tua.
(Irraggia la Tua luce e la Tua verità: esse mi guidino e mi accompagnino al tuo santo monte e ai tuoi tabernacoli)
Risp. - Et introíbo ad altáre Dei: ad Deum qui lætíficat iuventútem meam.
(E mi accosterò all’altare di Dio, al Dio che allieta la mia giovinezza)
Sac. - Confitébor tibi in cíthara, Deus, Deus meus; quare tristis es, ánima mea, et quare contúrbas me?
(Te loderò sulla mia cetra, o Dio, mio Dio. Perché sei triste, o anima mia? E perché mi conturbi?)
Risp. - Spera in Deo, quóniam adhuc confitébor illi: salutare vúltus mei, et Deus meus.
(Spera in Dio, poichè potrò lodarlo ancora, Lui che è la mia salvezza, ed il mio Dio).

(E dopo il Confiteor (il Confesso..) )
Sac. - Indulgéntiam, + absolutiónem, et remissiónem peccatórum nostrórum, tríbuat nobis omnípotens et miséricors Dóminus
(l’Onnipotente e misericordioso Signore ci conceda il perdono, l’assoluzione e la remissione dei nostri peccati)
Sac. - Deus, tu convérsus vivificábis nos.
(Volgendoti a noi, o Dio, ci darai la vita)
Risp- Et plebs tua lætábitur in te.
(e il tuo popolo si rallegrerà in Te)
Sac. - Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam.
(Mostraci o Signore la tua Misericordia)
Risp- Et salutáre tuum da nobis
(E dà a noi la Tua salvezza)
Sac. - Dómine, exáudi oratiónem meam.
(O Signore esaudisci la mia preghiera)
Risp- Et clámor meus ad te véniat
(e il mio clamore giunga a Te)
(mentre poi il Sacerdote sale i gradini che portano all’altare dice:)
Sac. - Aufer a nobis, quaesumus, Domine, iniquitates nostras: ut ad Sancta sanctorum puris mereamur mentibus introire.
( Togli da noi, Te ne supplichiamo, o Signore, le nostre iniquità, affinchè meritiamo d’entrare con animo puro nel Santo dei Santi)

27 aprile 2009

L'inferno - (Parte 1^)



Continuo qui la serie di Post dedicati ai Novissimi, cioè alle realtà ultime che per la Fede esistono oltre la nostra esistenza terrena.
Questo è dedicato all'Inferno.

25 aprile 2009

Contro Benedetto XVI i 'profeti del niente'



Grande e magistrale omelia del cardinale Biffi il 21 aprile festa di Sant’Anselmo.

Al Papa spetta sempre l'ultima parola per le questioni di chiesa, quelle legate alla fede, perché "è sempre il normale punto di riferimento" e a lui spetta "l'ultimo insindacabile giudizio nell'indirizzo pastorale". Il cardinal Giacomo Biffi torna a parlare dopo anni di silenzio. E difende con tutte le forze papa Benedetto XVI, attaccato a più riprese da "molti profeti del niente". Lo fa appoggiandosi all'arcivescovo di Canterbury sant'Anselmo nel giorno in cui la chiesa ricorda la sua morte avvenuta nel 1109 e nell'omelia sferra un attacco implicito, ma duro a chi, anche all'interno della chiesa, non ha risparmiato critiche ad alcune recenti posizioni di Benedetto XVI.

24 aprile 2009

il Naufrago


Un naufrago fu gettato dalle onde sulla riva di un’isoletta disabitata. Ogni giorno scrutava l’orizzonte in attesa di un aiuto, ma nessuno si presentava sul mare. Riuscì a costruire una capanna. Un giorno, tornando da una battuta di caccia per procurarsi un po’ di cibo, trovò la capanna in fiamme, mentre dense volute di fumo salivano al cielo. Era ormai disperato. Ma il giorno seguente ecco all’orizzonte una nave puntare verso l’isola. Era stato il fumo a spingerla a dirottare verso quell’isola.



Il senso di questa storiella è chiaro: "anche se sul momento non sembra possibile, spesso le difficoltà possono sortire effetti positivi per la felicità futura".
Questa storiella fra l’altro mi ha fatto pensare ad una frase comunemente detta in Sicilia: "Ogni impirimentu è giuvamentu" (Ogni impedimento è di giovamento) oppure "Si chiuri 'na porta ma si rapi nu purticatu" (Si chiude una porta ma si apre un grande portone).
La vita mi ha insegnato che quelle che sembravano delle difficoltà o dei contrattempi spesso poi hanno evitato problemi maggiori o hanno creato altre opportunità.
Quindi mai scoraggiarsi o disperarsi davanti alle contrarietà.
E poi chi crede in Dio e quindi nella divina Provvidenza, non deve temere il futuro.
Bisogna affidarsi a Dio e avere fiducia in Lui. Chiedere, e se si ottiene, bene, ma va bene anche se non si ottiene, perchè Dio sa di cosa abbiamo veramente bisogno.
San Paolo ai Romani scrive "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio".
E soprattutto niente paura. Come ebbe a dire Don Bosco: "Sii con Dio come l'uccellino: pur sentendo oscillare il ramo su cui poggia è tranquillo, perchè sa di avere le ali"!

23 aprile 2009

il Paradiso - (Parte 1^)

Comincio con questo articolo una serie di Post dedicati alle Verità ultime della Fede, i cosiddetti Novissimi. Chiaramente non posso fare una analisi scientifica di queste realtà di Fede e neanche ho intenzione di trattarli a livello teologico. Solo cercherò di portare delle testimonianze o delle descrizioni che possono dare degli ‘sprazzi’ di luce per intravedere come queste realtà sono fatte. L’intento comunque non sarà solo quello di conoscere qualcosa di quello che ci aspetta dopo la morte, ma di fornire qualche piccola indicazione su come vivere meglio la vita cristiana per poter possibilmente meritare il Paradiso…

22 aprile 2009

La Scienza analizza la Fede - (Parte 4^)

Con questo continuo la serie di Post dedicati alle prove scientifiche effettuate su alcuni reperti che la Fede ritiene di origine miracolosa.

Il Prodigio delle Ostie incorrotte di Siena

Tra i documenti più importanti che descrivono il Prodigio c’è una memoria scritta da un certo Macchi nel 1730, in cui si racconta che il 14 agosto del 1730, alcuni ladri riuscirono ad entrare nella chiesa di San Francesco a Siena, e rubarono la pisside contenente 351 Particole consacrate.
Dopo tre giorni, il 17 agosto, nella cassetta delle elemosine del Santuario di Santa Maria in Provenzano, in mezzo alla polvere, furono ritrovatele 351 Ostie intatte.
Riportate con solenne processione nella chiesa da dove erano state asportate, non vennero consumate – come pure prescriveva il diritto canonico – perché i fedeli espressero il desiderio di adorarle a fini riparatori; ma, pare, anche perché – essendo state introdotte in una cassetta per le elemosine che si apriva una sola volta all’anno e piena, dunque, di polvere e ragnatele – ragioni igieniche sconsigliavano di comunicarsi con esse, malgrado i tentativi di ripulirle.
Sta di fatto che, col passare del tempo, vennero in qualche modo " dimenticate" e solo quasi cinquant’anni dopo si scoprì che erano rimaste assolutamente intatte sin dall’aspetto, non avendo nemmeno assunto una colorazione diversa da quando erano state fabbricate (impiegando, tra l’altro, un ferro particolare che prova che le ostie in questione sono proprio quelle rubate nel 1730).

20 aprile 2009

Genoma spazzatura? Ma per favore!...

Eccola la notizia clamorosa: fino a oggi una grande parte del genoma umano veniva considerato ‘spazzatura’ e ‘residuo inutile’ derivante dall’evoluzione. Molti signori scienziati non riuscendo a capire la funzione di questa parte di genoma la consideravano ‘spazzatura’, un residuato fossile all’interno delle cellule che comportava ancora una volta la ‘conferma’ della teoria dell’evoluzione. Ma a quanto pare non è così… non c’è niente di inutile nelle nostre cellule, è tutto funzionante, nessun residuo che confermerebbe l’evoluzione…

17 aprile 2009

San Michele Arcangelo e i demoni


Da tempo ormai considero come mio protettore San Michele Arcangelo, non per niente questo mio blog è intitolato MI-CHA-EL , in suo onore.
Come saprà sicuramente chi legge, si narra che San Michele era un Arcangelo neanche tra i più importanti in Cielo, ma nel momento in cui Lucifero, il più grande e intelligente tra gli Angeli si ribellò a Dio trascinando con se in questa tragica ribellione una moltitudine di Angeli, San Michele si schierò dalla parte di Dio e capitanò le milizie celesti favorevoli all’Altissimo in una cruenta battaglia contro lo stesso Lucifero e i suoi seguaci. Sappiamo come finì: gli Angeli ribelli e Lucifero sconfitti e, divenuti demoni, molti di essi scaraventati nell’inferno e altri sulla terra. Questo evento cruciale, doloroso e tragico, per i cristiani non è una favola, viene infatti descritto nell'Apocalisse: "Scoppiò una guerra in Cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo" (Ap 12,7)).

14 aprile 2009

La Scienza analizza la Fede - (Parte 3^)


Con questo continuo la serie di post dedicati ai test scientifici effettuati su alcuni reperti che la Fede ci dice di origine miracolosa.

Il Telo della Vergine di Guadalupe

A scuola per alcuni anni di seguito oltre che delle conferenze sulla Sindone ho anche organizzato delle conferenze sul Telo della Madonna di Guadalupe, venerata in Messico e in tutta l’America Latina.
Ho scoperto così grazie all’ingegner Claudio Perfetti, autore anche del libro ‘La Tilma della morenita’ (ediz. Paoline), di cui sono state fatte diverse ristampe ed edizioni, che la profonda religiosità cattolica del continente sudamericano è stata causata soprattutto dall’apparizione della Vergine nel 1531 ad un povero indio, Juan Diego, recentemente canonizzato, e al ‘miracolo’ della immagine di una madonna meticcia apparsa sul suo mantello (tilma), l’immagine della ‘morenita’ appunto, la Vergine di Guadalupe. Non c’è oggi messicano che non conservi nella sua casa una copia della Vergine di Guadalupe
Innanzitutto un piccolo exursus sulla storia dell’apparizione.

12 aprile 2009

Un sepolcro vuoto? Un giallo... con soluzione

La fede in Gesù nasce con le apparizioni del Risorto. Per tutti tranne che per uno: per il discepolo prediletto, Giovanni. E’ costui stesso come ci racconta nel suo vangelo che entrato con Pietro nel sepolcro "vuoto", "vide e credette" . Un’espressione lapidaria che segna un momento importante: è in effetti in quell’istante che nasce la fede, il cristianesimo stesso.
Ma perché Giovanni nello stesso istante in cui "vide" allora "credette"? Cosa vide effettivamente di tanto ‘strano’ ma ‘evidente’ da indurre nel discepolo a credere immediatamente alla resurrezione di Cristo?

9 aprile 2009

Volubilità del cuore umano


Un giovane beduino, vagando nel deserto, capitò accanto ad un pozzo vicino al quale si trovava ad attingere acqua una ragazza splendida come la luna piena.
Le si avvicinò e le disse: "Sono perdutamente innamorato di te!"
La giovane rispose: "Accanto alla sorgente c’è un’altra donna, tanto bella che io non sono degna di farmi sua serva".
Il giovane si voltò: non c’era nessuno.
Allora la ragazza esclamò: "Quanto è volubile il tuo cuore! Dici d’amarmi e basta che io ti parli di un’altra donna per farti voltare!".

7 aprile 2009

La Scienza analizza la Fede - (Parte 2^)

Con questo continuo la serie di Post dedicati alle prove scientifiche effettuati su alcuni reperti che la Fede ci dice di origine miracolosa.

La Sindone di Torino
cosa è e come è fatta
La Sindone è un lenzuolo di lino che ha certamente avvolto il cadavere di un uomo che è stato flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi e trapassato da una lancia al costato.
Lungo l’impronta umana possiamo distinguere la ferita del piede destro, la ferita sul polso sinistro, la ferita nel costato, la ferita sulla fronte, ferite sulla testa dovute alla corona di spine, contusioni dovute al trasporto del patibulum (la trave orizzontale della croce), colpi di flagello su tutto il corpo, il tallone e la pianta del piede destro.
(volendo si può vedere la figura completa qui http://www.shroud.it/GUIDA.HTM ) Nel maggio 1898, un avvocato, Secondo Pia, realizzò la prima fotografia della Sindone. Egli scoprì che l'immagine impressa sulla Sindone si comporta come un negativo fotografico del corpo che fu avvolto nel lenzuolo.
L’emozionante scoperta del negativo ha mostrato in modo molto preciso le caratteristiche dell'Uomo della Sindone. Ciò fu l'inizio degli studi e delle ricerche, in particolare nel campo medico-legale.

Il fascino della Messa antica (e in latino) - (parte 1^)


Mi ricordo da bambino quando servivo la messa (in latino) in collegio, e dovevo spostare il leggio con il messale da una parte all'altra dell'altare, avevo sempre il timore che mi potesse cadere per terra, era veramente pesante e difficile da trasportare. Mentre ero inginocchiato ai lati del celebrante, ne dovevo seguire i movimenti in quanto in certi momenti occorreva suonare il campanello per segnalare così ai fedeli il passaggio da una fase all’altra della Messa. In particolare ce n’era uno in cui il sacerdote distendeva le mani sulle offerte: dovevo suonare il campanello per segnalare l’inizio della consacrazione. Tra quelli che seguivano la messa c’erano i miei compagni di collegio e le suore, in particolare la nostra suora responsabile,

6 aprile 2009

Le lacrime di Dio


Il nipote del rabbì Baruk giocava una volta con un altro ragazzo a rimpiattino. Egli si nascose e stette a lungo ad attendere, credendo lo cercasse e non riuscisse a trovarlo. Dopo aver aspettato a lungo, decise di uscire ma non vide nessuno. Capì allora, che il suo amico non l’aveva mai cercato. Corse, allora, dal nonno piangendo e gridando contro il compagno. Il Rabbì Baruk, con le lacrime agli occhi, commentò: "lo stesso dice anche Dio".







Questa è una parabola presa dai "Racconti dei Chassidim", una corrente mistica giudaica sorta nel ‘700. Dio piange come quel bambino, perché molti non lo cercano. Il suo volto è, certo, nascosto, ma non è irraggiungibile; solo che molti sono presi da altri interessi e distrazioni e non si preoccupano di mettersi alla ricerca del mistero di Dio. C’è, dunque, una sofferenza divina ed è quella di non essere cercato e amato.
In una pagina particolarmente bella la francese Simone Weil (1909-1943), mistica e filosofa ebrea, descrive "Dio e l’umanità come due amanti che hanno sbagliato il luogo dell’appuntamento. Tutti e due arrivano in anticipo sull’ora fissata ma in due luoghi diversi. E aspettano, aspettano, aspettano. Uno è in piedi, inchiodato sul posto per l’eternità dei tempi. L’altra è distratta e impaziente. Guai a lei se si stanca e se ne va!". Purtroppo, è proprio questo l’esito di alcuni della ricerca di Dio: dura lo spazio di un mattino e poi... si ha altro a cui pensare.

Ma per fortuna che c’è anche una decisione di Dio che ci rivela attraverso il profeta Isaia e San Paolo (che riprende il profeta): "Mi sono fatto trovare anche da quelli che non mi cercavano" (lettera ai Romani 10,20).

(liberamente tratto da un 'pensiero mattutino' di mons. Ravasi)

5 aprile 2009

Bilancio del culto dell'ateismo

Ho trovato e letto tempo fa un articolo molto interessante dal titolo ‘Bilancio del culto dell’ateismo’, riporto alcuni passi significativi (il carattere in grassetto per evidenziare alcuni passi notevoli è mio):


"E' innegabile: il Novecento, anzitutto, è il secolo dell'ateismo assoluto, ed è, non a caso, il secolo degli stermini di massa, delle guerre mondiali, e delle più grandi catastrofi umane della storia.L'ateismo così come si viene a configurare tra Ottocento e Novecento è, a ben vedere, una forma di religiosità immanente, che ha generato uno a uno tutti gli ingredienti delle dittature totalitarie: il razzismo biologico (religione della razza), il nazionalismo (religione della patria), il social-darwinismo, l'eugenetica, e il social-comunismo.

2 aprile 2009

La Scienza analizza la Fede - (Parte 1^)

Inizio con questo una serie di Post dedicati alle prove scientifiche effettuati su alcuni reperti che la Fede ritiene di origine miracolosa.

Il Miracolo Eucaristico di Lanciano

Il Miracolo è avvenuto nel VIII secolo a Lanciano.
Durante una Messa dopo la consacrazione, l’Ostia si tramutò in carne e il vino in sangue.
Le relique dell'ostia e del sangue sono conservate ancora oggi nella chiesa di Lanciano fatta costruire apposta, dove vengono visitate annualmente da centinaia di migliaia di persone credenti e non.
Nel novembre del 1970 l'Arcivescovo di Lanciano, decise di sottoporre ad esame scientifico le reliquie.Venne così incaricato il professor Edoardo Linoli, coadiuvato del professor Ruggero Bertelli dell'Università di Siena.Il 4 marzo 1971, presentò i risultati delle analisi da cui si evidenziava che la carne e il sangue erano sicuramente di natura umana. Che la carne era inequivocabilmente tessuto cardiaco umano, e il sangue era vero e apparteneva al gruppo sanguigno AB.