Da un po’ di tempo, dovendo trattare le NDE (le cosiddette Near Death Experiences, o Esperienze di Premorte) nel mio libro “DIO ESISTE? – i segni e le prove”, ho cercato le testimonianze di coloro che hanno avuto la sventura di visitare l’Inferno, e leggendo o ascoltando su YouTube i loro racconti sono rimasto scioccato nel rendermi conto di quanto possa essere terribile finirci — e per giunta per sempre.
Mi era perciò sorta una domanda: ma se Dio è infinitamente buono, com’è possibile che condanni un’anima a un destino così orribile e senza fine?
La risposta che mi sono sempre dato è stata: se Dio lo ha stabilito, vuol dire che è giusto così.
Eppure, ogni tanto, la domanda — pur rimossa — tornava a farsi sentire, sicuramente per tentazione diabolica.
Finché forse il Cielo ha voluto illuminarmi: guardando alcuni di quei filmati, ho notato che, non appena la persona precipitata all’Inferno invocava l’aiuto di Dio — in particolare quello di Gesù — veniva immediatamente liberata da quel luogo.
Senza pretendere di trarre da queste esperienze una prova teologica, mi ha colpito la loro consonanza con quanto la fede cattolica insegna da sempre: che Dio non smette mai di offrire la sua misericordia finché dura la vita terrena.
Forse, allora, la risposta è proprio qui.
Quando si muore — o meglio, nel misterioso istante in cui la vita terrena si chiude e l’anima si stacca dal corpo — essa si trova davanti alla verità intera della propria esistenza: rivede le sue azioni, ne coglie il valore reale e riconosce con assoluta chiarezza il bene e il male compiuti.
È l’attimo decisivo, quello in cui il tempo si salda all’eternità e la libertà si compie per sempre.
In quell’istante, la volontà — pienamente lucida e libera — sceglie in base al giudizio che essa stessa dà alla propria vita, orientandosi verso l’amore o verso il rifiuto.
E qui entrano in gioco le abitudini spirituali: chi ha vissuto nell’apertura a Dio, anche con fragilità, tenderà naturalmente a rivolgersi a Lui; chi invece Lo ha sempre respinto, probabilmente — trascinato dall’abitudine e dall’orgoglio — continuerà a farlo anche in quell’ultimo istante.
Così, nell’istante della morte, la scelta si compie e diventa definitiva.
Subito dopo avviene il giudizio particolare: Dio mostra all’anima la verità della propria vita e le fa comprendere, con assoluta chiarezza, la direzione che essa ha liberamente preso.
Non è una condanna imposta dall’esterno, ma la piena luce su quella decisione ormai irreversibile.
Chi, nel momento della morte, si apre all’infinita misericordia divina viene accolto nell’abbraccio salvifico di Dio; chi invece rifiuta il suo amore si chiude da sé, e Dio non può violare quella libertà che Egli stesso ha donato.
In quel rifiuto nasce l’Inferno: non come castigo imposto, ma come conseguenza tragica e definitiva di un “no” detto alla Luce.
Insomma, se per assurdo all’inizio Satana si fosse pentito (come nella parabola del ‘figliol prodigo’), Dio l’avrebbe perdonato e l’Inferno non sarebbe mai esistito.
Invece sappiamo purtroppo com’è andata.
E quindi l’anima preferisce patire le pene infernali — e per sempre — pur di non chiedere a Dio di essere salvata? Pare proprio di sì.
Incredibile a dirsi, ma l’orgoglio riesce perfino a questo.
La cosa trova eco in alcune rivelazioni private — non vincolanti per la fede ma degne di riflessione — in cui la Vergine avrebbe detto: “Se un’anima dell’Inferno chiedesse di essere salvata, verrebbe immediatamente tolta da quel luogo e portata in Paradiso”.
Il problema è che non può più farlo, perché avendo compiuto una scelta eterna — libera e consapevole — nel momento stesso in cui l’ha fatta, questa ha assunto il marchio del ‘per sempre’.
È terribile, ma credo che sia proprio così.
Dio non condanna: rispetta. L’Inferno non è la vendetta di un Giudice, ma la libertà di una creatura che ha scelto di non amare
________________________
Note e crediti
L'immagine iniziale è tratta da Wikipedia “Luca Signorelli, «Dannati all’Inferno», ciclo di affreschi della Cappella di San Brizio, Duomo di Orvieto (1499-1502)”

Nessun commento:
Posta un commento
Non verranno pubblicati interventi fuori tema o con semplici rimandi con link