Ho
letto ultimamente un libro (1) molto interessante in cui l’autore,
il ricercatore e chimico Giulio Dante Guerra, affronta il problema
(insoluto) della comparsa della vita sulla Terra. Il libro risulta
essere una sintesi ben documentata della debolezza delle ipotesi che
la ritengono come dovuta al 'caso', così come sostengono gli
‘abiogenisti’ e i sostenitori del darwinismo.
L'autore afferma infatti che "per quanto riguarda l'origine della vita, si può dire con certezza si sa che essa è stata assente dal nostro pianeta per lunghe ere geologiche, e che a un certo momento ha cominciato ad esistere. Qui cercherò di dimostrare che ciò non è avvenuto per puro caso..."
L'autore afferma infatti che "per quanto riguarda l'origine della vita, si può dire con certezza si sa che essa è stata assente dal nostro pianeta per lunghe ere geologiche, e che a un certo momento ha cominciato ad esistere. Qui cercherò di dimostrare che ciò non è avvenuto per puro caso..."
Infatti per quanto riguarda la 'nascita spontanea della vita’
“l'atteggiamento moderno non è cambiato, è stata variata solo
la semantica usando parole più sofisticate tipo 'abiogenesi' e si è
retrodatata questa 'nascita' a lontanissime ere geologiche con
supposte condizioni ambientali non verificate e non verificabili ma
“ricostruibili in laboratorio” in cui sarebbe potuto avvenire
quello che oggi è impossibile”.
Grandi
enigmi irrisolti: composizione dell’atmosfera primordiale,
chiralità, complessità irriducibile. Il caso può creare
informazione?
E'
così che nel libro si passa ad una analisi del famoso esperimento di
Miller (che ottenne alcuni aminoacidi tramite scariche elettriche in
un recipiente) e di quelli
seguenti che si sono ispirati ad esso mettendo in evidenza il fatto
che uno dei punti deboli è l'ipotesi non provata della composizione
dell'atmosfera o del "brodo primordiale" e il fatto che i prodotti
ottenuti sono degli aminoacidi che essendo solo parti per costruire
le proteine, che invece sono strutture di una complessità enorme,
tutto si possono ritenere fuorché 'vita'. “Il passaggio dagli
aminoacidi, che avrebbero dovuto interagire tra loro per formare
polisaccaridi, polipeptidi, poi proteine, poi polinucleotidi e poi
acidi nucleici, che messi assieme avrebbero dovuto formare i primi
organismi, infatti appare talmente complicato e improbabile che il
sostenere che sia avvenuto per 'caso' sembra più un atto di fede che
una seria supposizione scientifica”.
Esiste una delle più grandi difficoltà nella costruzione di
queste strutture organiche: la 'chiralità' della maggior parte delle
sostanze di origine biologica dovuta alla dissimmetria sferica delle
molecole. Parecchie di queste molecole possono cioè esistere in due
versioni simili ma non non equivalenti, come lo sono la mano ‘destra’
e la mano ‘sinistra’, quelle biologiche, per esempio 19
aminoacidi sui 20 che formano le proteine, la ventesima non è
chirale, sono presenti nelle solo nella forma ‘sinistra’, mentre gli
zuccheri degli acidi nucleici sono presenti solo in forma ‘destra’.
L’origine
di questa asimmetria è ancora avvolta nel mistero. E visto che la
composizione dell’atmosfera terrestre primitiva non poteva causarla, alcuni hanno proposto ‘l’origine extraterrestre’ della
vita, spostando così il problema sugli altri pianeti dove si
sarebbero potute avere condizioni diverse da quelle della nostra
Terra .
Ma
questo non è il solo problema. Anche la sequenza degli
aminoacidi per formare le proteine, come pure la sequenza delle basi
negli acidi nucleici, fa notare, è tutt’altro che casuale. Infatti
l’autore sostiene che è evidente un contenuto di informazione in
tali sequenze e - sostengo io - il caso non può creare informazione.
Una
ulteriore difficoltà messa in evidenza è il codice genetico “che
consiste nella corrispondenza tra gli aminoacidi delle proteine, la
cui sequenza non può essere casuale perché deve rispondere a
precise funzioni biologiche, e le terne puriniche e pirimidiniche del
DNA”. Questo codice è pressoché universale e il problema
consiste proprio nella sua origine e di quella del suo codice di
traduzione, con un meccanismo attuato solo dai composti codificati
dallo stesso DNA: ciò appare come una clamorosa autoasserzione del
detto ‘omne vivum ex ovo’, come ebbe ad ammettere lo
stesso Monod de ‘il caso e la necessità’, definendo questo fatto
un ‘enigma’.
Comunque
esistono teorie dell’origine della vita alternative rispetto a
quelle che postulano l'aggregarsi casuale nel ‘brodo primordiale’. Una di queste dovuta
all’italiano Barbieri, detta “la teoria semantica dell’evoluzione,”
criticata da molti perché evocherebbe ‘un fantasma di Progetto’:
con essa Barbieri ha individuato una terza realtà presente nei
sistemi biologici oltre alle due comunemente accettate, cioè oltre
‘la chimica’ tipica delle proteine e ‘l’informazione’
tipica del DNA: ‘il significato’, tipico del codice genetico.
Soltanto questo permetterebbe di trasferire alle proteine
l’informazione del DNA.
Tentativi
falliti di costruire la vita in laboratorio
Sono stati molteplici i tentativi di creare in
laboratorio ‘la vita artificiale’. In questi anni del nuovo
secolo infatti ci sono state diversi esperimenti, ma in nessuno di
questi, per quanto sofisticate potessero essere le procedure, si è
riusciti a non usare parti vitali già esistenti e comunque i
risultati ottenuti sono stati sempre abbastanza deludenti. In pratica
si è trattato finora, quando c’è stato un minimo di successo, di
creazione di OGM, ben lontani quindi dalle caratteristiche che
dovrebbe possedere una vera ‘vita artificiale’.
L’ordine
vitale non può nascere dal caos
San
Tommaso diceva che “l’ordine
non può nascere dal caos”.
Vero è che nella fisica dei sistemi disordinati o caotici si è visto che possono
nascere degli stati di ordine, ma l’autore dice che in biologia
‘ordine’
va inteso “non come
una semplice aggregazione di molecole e macromolecole ma l’esistenza
di una forma organizzatrice, l’essere vivente, che costruisce e
ordina queste molecole secondo un progetto strutturale; è un sistema
cibernetico dotato di un grado di informazione superiore a quello
delle singole parti che lo compongono”.
Il biofisico Polanyi aveva un concetto chiaro di questo problema nel
momento in cui diceva: “quando
affermo che la vita trascende la fisica e la chimica intendo dire che
la biologia non può spiegare la vita in termini di semplici azioni
di leggi fisiche e chimiche. Un libro o qualunque altro oggetto
recante un modello che comunica informazione, è irriducibile nella
sua essenza alla fisica o alla chimica. Ne segue che dobbiamo
rifiutarci di considerare lo schema attraverso il quale il DNA
diffonde informazione come parte delle sue proprietà chimiche.”
Intelligent
Design
Polanyi non aveva mai parlato di ‘Intelligent
Design’, concetto
elaborato da Behe vent’anni dopo, ma Guerra ritiene che questa
affermazione ne sia una anticipazione.
L’autore critica dall’altro lato le teorie ‘creazioniste’
perché troppo legate ad una interpretazione letterale della Bibbia
soprattutto per quanto riguarda il termine ‘giorno’ che invece in
ebraico può significare anche ‘periodo di tempo indefinito’ e la
data della creazione che risalirebbe a circa 6000 anni fa. L’
“Intelligent Design”
non fa queste considerazioni temporali, tuttavia gli
antisoprannaturalisti usano anche questo argomento per attaccare
questa teoria. Ma comunque la complessità degli organismi viventi è
così evidente che ultimamente alcuni ‘abiogenisti’ stanno
attuando lo stesso cambiamento nella semantica a suo tempo fatto
anche da Monod, e parlano di “teleonomia”, reintroducendo con un
altro termine la ‘finalità’, oppure di “informazione
funzionale” invece di ‘complessità irriducibile.
Per
finire, l'autore ritiene che ormai il dibattito sull’origine
della vita e in particolare la contrapposizione tra ‘caso e
necessità’ da una parte e ‘progetto intelligente’ dall'altra sia uscito dall’ambito
scientifico per entrare in quello filosofico. Infatti
Behe avrebbe dimostrato in maniera convincente che l’opposizione
all’Intelligent
Design è privo di
basi scientifiche e ha solo motivazioni filosofiche. L’autore
quindi dichiarandosi non molto competente per poter affrontare tale
dibattito termina il suo libro non senza mettere in evidenza il
preconcetto antisoprannaturalistico del mondo accademico che in più
casi ha tagliato le gambe a valenti ricercatori che si sono
discostati anche se di poco da tale impostazione.
Il
libro finisce con la seguente affermazione: “Credo di aver esaurito il mio compito mostrando con dati
sperimentali, e non con discorsi campati in aria, almeno una cosa:
che le condizioni, postulate dagli stessi abiogenisti, per un
qualsiasi meccanismo ‘plausibile’ di passaggio dall’inorganico
al biologico, sono talmente specifiche, che invocare il puro ‘caso’
come ‘causa’, o meglio ‘non-causa’ del loro verificarsi, è
una offesa al buon senso e alla logica più elementare”.
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Note
e crediti
(1)
Dante Guerra “L'origine della vita” - il 'caso' non spiega
la realtà - D'Ettoris Editori
L'origine della vita e' come minimo un mistero,la formazione della vita dalla materia inerte non e' mai stata dimostrata.Basterebbe fermarsi a studiare l'anatomia,la fisiologia la genetica per rendersi conto che niente si svolge per caso,ma tutto secondo un progetto impostato anticipatamente nel Dna.
RispondiEliminaTutte le strutture del corpo umano sono ben precise e finalizzate ad uno scopo,tutto il lavoro endocellulare e' preciso,sequenziale ,organizzato e logico,e' evidente una intelligenza in ogni funzione organica,pensare che questo sia dovuto al caso,vuol dire negare la realta' e fare ideologia, l'evoluzionismo NON E' MAI esistito,la vita di tutti gli esseri viventi si basa su progetti genetici unici e irripetibili caratteristici di ogni specie,che dovevano essere perfetti fin dall'origine.Le strutture dei viventi non funzionano in modo parziale,ma correlate in ogni dettaglio,basta che una minima parte non funzioni per sviluppare uno stato di malattia e di rischio di esistenza,per l'individuo stesso.E' inconcepibile che si continui ancora a sostenere una teoria che non ha nessuna elementare evidenza scientifica.
Il nodo principale è che non esiste continuità tra vita e non vita. Gli organismi viventi più semplici sono costituiti da centinaia se non migliaia di proteine diverse, cosa che Darwin non poteva sapere. se teniamo anche conto che la probabilità che una singola proteina si sia prodotta casualmente è praticamente nulla, anche la probabilità di affidare al caso la comparsa della vita seguirà la stessa legge
RispondiEliminaPersino il premier Gentiloni non deriva dal brodo primordiale. Adolf Portmann dice cose interessanti col suo LE FORME VIVENTI. Lo stesso Sermonti da anni combatte quasi da solo in Italia su posizioni antievoluzioniste. Ottima recensione.
RispondiEliminaPremesso che non sono un fisico ne un matematico, credo però che la vita, quella complessa cosi come noi la conosciamo, non si forma ne per caso, ne tantomeno per volontà di un creatore grande matematico, ma si forma per due condizioni molto semplici e imprescindibili a cui bisogna associare poi un tempo di formazione sufficientemente lungo: dimensione della stella e distanza del pianeta da essa. Se manca una di queste due condizioni non ci può essere possibilità alcuna che si possa formare la vita. Il pianeta Marte è una prova inconfutabile di come una distanza appena maggiore dal sole di quella della terra non permetta la formazione di quell’evoluzione biochimica che poi porta alla nascita dei componenti base della cellula. D’altra se il sole sarebbe stato più grande, sarebbe la terra inospitale e priva di vita e Marte il pianeta adatto. Ora nell’universo la possibilità che si possano formare quelle due condizioni è sufficientemente larga come è larga la possibilità di variegate forme di vita che esso deve contenere. Lo scoglio da superare, che ci separa e non ci permette (almeno per ora) di dare prova che la vita si è formata in molte parti dell’universo, perche è l’universo stesso predisposto ad ospitarla ,resta e rimane, almeno per le nostre ancora primitive conoscenze fisiche, il tempo.
RispondiEliminaLa generazione spontanea della vita non e' mai stata dimostrata,il presunto auto-assemblamento di molecole in "catene abbastanza lunghe da rappresentare una base chimica per lo sviluppo della vita",esiste solo nella fantasia degli evoluzionisti.Ricordo che le molecole organiche costituenti della materia vivente,in particolare,carbonio,ossigeno e azoto,sono PRODOTTI DALLA MATERIA VIVENTE,e non potevano pre-esistere a questa,sono le piante che,in presenza di sole,acqua,anidride carbonica,fascia di ozono protettiva, sono in grado di produrre ossigeno e carbonio:"i vegetali verdi,mediante la fotosintesi clorofilliana,utilizzano l'anidride carbonica dell'atmosfera per sintetizzare una serie di composti organici utilizzati da tutti gli organismi viventi come materiale plastico. da costruzione e per il loro metabolismo".Carbonio e ossigeno sono componenti essenziali degli idrati di carbonio(i cosiddetti zuccheri:pane,pasta,patate,riso,graminacei,e farinacei in genere) altamente energetici e facilmente digeribili.Quindi fotosintesi clorofilliana,ciclo dell'azoto con i soliti batteri azotofissatori e attori principali di questo che rendono disponibile l'azoto come costituente basilare di aminoacidi e proteine,presenza dell'acqua , ciclo dell'acqua, ecc..tutti questi fenomeni esistenti sul nostro pianeta sono correlati e rendono possibile,insieme, la vita a tutte le specie viventi ,ai quali permettono respirazione e alimentazione .Nell'atmosfera primordiale,non poteva essere presente ne' ossigeno,ne' carbonio,che sarebbero sopraggiunti solo grazie alla nascita delle piante che gia' sono vita ,oltre a una atmosfera acida ai massimi livelli,per l'assenza dell'ossigeno,in queste condizioni(senza ossigeno,senza protezione della fascia di ozono,costituita da 3 atomi di ossigeno senza il carbonio,e acidita'ambientale massima)NESSUNA FORMA DI VITA E' POSSIBILE NEPPURE QUELLA MICROBICA,come dimostra la sterilizzazione dell'ambiente Marziano,dove si e' cercato in tutti i modi,anche con presunte scoperte ,di dimostrare l'esistenza di una qualche forma di vita.Quindi lo sviluppo della vita e' possibile solo se esistono determinate condizioni,se usciamo da questo pianeta ci autodistruggiamo come dimostrano le patologie degli astronauti,scrupolosamente seguiti da equipe mediche, e che NON possono rimanere per lungo tempo nello spazio. Oltre a questo bisogna considerare le acquisizioni scientifiche degli ultimi decenni: Irripetibilita' e unicita' del patrimonio genetico,Peculiarita' di specie delle proteine,Peculiarita' di specie dei geni,Meiosi e crossing over cellulare,Le leggi di Mendel,L'anatomia comparata ecc..,se si sviluppano ognuno di queste documentate evidenze scientifiche si arriva alla logica conclusione dell'origine intelligente della vita,dell'esistenza di un creatore che ha voluto che ogni specie fosse specifica di se stessa,ha creato,per questo,un sistema immunitario che difende questa identita',fatto ampiamente noto in ambito medico,nel settore dei trapianti,dove la difficolta' costante sta proprio nel rigetto dell'organo trapiantato ..Solo una intelligenza puo' aver deciso di creare peculiarita' cosi' specifiche di specie,dal punto di vista evolutivo,se tutti proveniamo da un unico Dna ,non si capisce l'utilita' di tanta specificita' genetica.Gli evoluzionisti non vogliono vedere l'evidenza,anche perche' la gran parte di loro non e' a conoscienza di tutti quei settori che si interessano dei sistemi viventi,non basta conoscere la chimica,la fisica o la biologia,bisogna aggiungere la complessita' della scienza medica,e in questo, posso dargli un consiglio,di leggersi i libri del medico Giovanni Lo Presti,in particolare "Darwin,bocciato in medicina", oltre agli splendidi video di questo canale.
RispondiEliminaVolevo fare una correzione al precedente commento: i video non si riferiscono a questo blog,ovviamente,ma ad un altro canale da cui ho tratto questo articolo,effettuato sempre dal sottoscritto a suo tempo, e che ho copiato-incollato,perche'mi sembrava pertinente al tema sovraesposto.
RispondiElimina25 marzo ·
RispondiEliminahttp://www.enzopennetta.it/2017/03/tutto-il-tempo-del-mondo/
L'universo è nato 13,7 miliardi di anni fa calcolando l'età secondo il tempo attuale, ma secondo il tempo calcolato come scorreva nel primo istante esso ha.... 6 giorni.
"...In realtà all’Evoluzionismo manca una cosa per essere oggetto scientifico: una formulazione. Le definizioni di Evoluzione, che si trovano nei vocabolari letterari, sono esattamente quello di cui gli scienziati non vogliono sentir parlare. Il Devoto-Oli ha: “…passaggio lento e graduale degli organismi viventi da forme inferiori e rudimentali a forme sempre più complesse”. Sbagliato, dichiarano gli scienziati di Harvard; l’evoluzione organica è una forma di adattamento locale che non implica alcuna forma di progresso. Poi ci ripensano e concludono che “adattamento” non significa nulla. Vuol dire “sopravvivenza”, così che la migliore definizione dell’Evoluzione è la “sopravvivenza dei sopravvissuti”. Se cercate nei glossari dei testi scientifici una definizione di Evoluzione potete trovarvi di fronte qualcosa del genere: “cambiamento di frequenze geniche in una popolazione“. A buon diritto vi sentirete presi in giro, convinti come siete che l’evoluzione è qualcosa che dovrebbe consentire di passare da un batterio a una tigre, e non un’operazione statistica."
RispondiEliminahttp://www.assembleadiyahushua.it/levoluzionismo-e-un-inganno-utile-a-rimanere-nellignoranza/
"... il passaggio lento e graduale degli organismi viventi da forme inferiori e rudimentali a forme sempre più complesse" geneticamente non è possibile.
RispondiEliminaLa formulazione strutturale degli organismo composti è originariamente codificata nel DNA che utilizza appropriati geni, denominati omeotici, che in base alla specie di appartenenza "decidono la regolazione spaziale e temporale nello sviluppo embrionale, cioè stabiliscono ad esempio, dove devono crescere le gambe o gli occhi e quando questi deve avvenire. Enzo Gallori, Genetica, pag.76".
Gli organismi unicellulari, costituiti da una sola cellula come lo sono i batteri, non possono costituirsi in organismi composti che compendiano una varietà infinita di caratteri formali e strutturali,perché sono forniti di un solo filamento di DNA che non permette di ricorrere alla ricombinazione genetica (rimescolamento e riassortimento dei geni nelle fasi di maturazione procreativa degli spermatozoi e degli ovociti: meiosi, crossing over, mutazione puntiforme) che permette agli organismi composti,il cui DNA è fornito di un filamento paterno e di uno materno, un'infinita possibilità di caratteri differenziali.
Decade, quindi,l'affermazione che gli organismi composti siano il prodotto evolutivo di organismi unicellulari, come testimoniano anche gli attuali batteri che sono identici a quelli originari di 3,5 miliardi di anni fa.
Inoltre, poiché i batteri e gli altri organismi unicellulari sono l'un l'altro differenti, non possono appartenere alla stessa specie e siccome non possono differenziarsi hanno dovuto avere origine autonoma, per cui non è possibile passare per evoluzione genetica "da un batterio ad una tigre".
Giovanni Lo Presti