28 luglio 2021

L’intolleranza dei darwinisti

Diceva il filosofo della scienza Kuhn nella sua opera “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” (1), che una volta che la scienza, in un determinato periodo storico, ha costruito, consolidato e accettato un paradigma, vengono fuori delle resistenze molto forti atte a conservare tale struttura, e tutte le idee e teorie che mettono in pericolo tale visione vengono emarginate, derise e rifiutate.

Ma ciò per il progresso scientifico non può essere positivo, in quanto la scienza si deve basare sul dubbio e sull’analisi di nuove teorie che anche se su certi aspetti contraddicono quelle precedenti risolvono nuovi problemi che le vecchia teoria non riesce a spiegare.

Di solito il paradigma accettato comincia ad entrare in crisi quando sorgono fatti nuovi che, a meno di aggiustamenti ipotetici e cambiamenti poco eleganti nei modelli esistenti, non vengono spiegati o previsti dalla teoria che costituisce l’impianto di questa struttura.

Un esempio è stato il modello di atomo, si è passati da quello di Thomson (detto a panettone) a quello di Rutherford (a sistema solare), poi a quello di Bohr (con l’introduzione del concetto di quantizzazione dei livelli energetici e del numero quantico principale), poi ancora a quello di Sommerfeld (con l’introduzione dei numeri quantici secondari), a quello di Schrodinger (l’atomo idrogenoide quantistico) per finire con quello di Pauli (con l’introduzione del suo principio di esclusione e la spiegazione della tavola periodica degli elementi). Nella fase di passaggio da Thomson a Scrodinger possiamo dire che tutti gli altri modelli proposti erano variazioni con ipotesi ad hoc nell’ambito della fisica classica, quindi nel quadro del vecchio paradigma, però la vera rivoluzione è stata rappresentata dalla nascita della nuova teoria che ha costituito il nuovo modo di vedere il mondo microscopico, cioè quello della Meccanica Quantistica.

Credo che se nella metà dell'ottocento uno scienziato ai livelli di Bohr o di Pauli avesse proposto non dico la Meccanica quantistica come venne elaborata e accettata negli anni trenta del secolo scorso, ma anche solo l’ipotesi della quantizzazione dell’energia, sarebbe stato deriso e forse anche escluso dal dibattito scientifico dell’epoca.

Lo stesso passaggio al concetto di struttura atomica della materia e quindi all’esistenza degli atomi non è stato un indolore e la spiegazione in termini statistici della termodinamica ha portato a critiche molto forti verso il suo propositore Boltzmann, che entrò probabilmente anche per questo in una forte depressione e alla fine si suicidò!

Intendiamoci, una certa resistenza ai cambiamenti è fisiologica, visto che la costruzione di una teoria che poi è stata accettata, ha richiesto fatica, ma il suo abuso conservativo porta inevitabilmente ad un freno nel progresso scientifico in quanto anche i nuovi fatti che dovessero saltare fuori si cerca di spiegarli facendoli rientrare in essa, stiracchiandola e introducendo nuove ipotesi ad hoc, prive però del respiro e della completezza della nuova teoria che la sostituirà.

Una situazione del genere, anzi forse peggiore, a mio avviso, si sta manifestando oggi con la teoria dell’Evoluzione. Rimando ai miei precedenti post la descrizione delle tesi sostenute da tale teoria e delle relative ‘confutazioni’ o ‘perplessità’ espresse su di essa da svariati studiosi, c’è da dire che la difesa ostinata e quasi rabbiosa delle sue affermazioni da parte dei suoi epigoni è andata oltre ogni limite e si è trasformata in una battaglia ideologica.

Un esempio è stata la ‘guerra’ che gli evoluzionisti hanno condotto in America contro i creazionisti, pretendendo che l’ipotesi creazionista non venisse neanche minimamente presa in considerazione nei testi scolastici di biologia. Cosa costava cercare di mettere a confronto le due ipotesi e rilevare i punti forti e quelli deboli di ciascuna di esse? Se fossero così sicuri di sé non dovrebbero avere paura del confronto. Ma purtroppo si auto-nominano gli unici esperti e detentori della verità scientifica del settore e si chiudono nella loro torre paradigmatica trattando in maniera sprezzante coloro che mettono minimamente in dubbio tale visione. In realtà gli evoluzionisti pretendono che la loro ipotesi sia l’unica vera, e fanno passare per verità scientifica  quella che non lo è, almeno se vogliamo valutare una ‘verità scientifica’ come una teoria falsificabile secondo Popper: infatti molte affermazioni della teoria evoluzionista non sono falsificabili perché si riferiscono ad un passato di cui si sono perse nella maggior parte dei casi le tracce o di cui si portano ‘prove’ che in realtà sono tali solo se a priori l’ipotesi evolutiva si suppone vera (2).

D’altronde anche nei nostri giorni stiamo notando a nostre spese la saccenteria di alcuni esperti ‘biologi’ o ‘virologi’ e ‘immunologi’, sul problema Covid-19, spesso in disaccordo tra loro e che  spacciano di frequente per verità scientifiche quelle che magari sono solo loro opinioni. E la prova infatti è che essendo la verità una sola, non può avere due versioni opposte che si contraddicono come spesso ci si accorge ascoltando ciò che dicono questi ‘eminenti’ studiosi.

Mihael Georgiev nel suo libro ‘Charles Darwin oltre le colonne d’Ercole’ dice:  


“Nel materialismo occidentale (attuale) vengono negati non tanto i dati scientifici quanto le interpretazioni e i modelli non materialistici. Il dogmatismo materialista è particolarmente evidente nelle aree cosiddette storiche delle scienze naturali, che riguardano le origini del cosmo, della vita e delle specie. In queste aree, che sono fuori da una sperimentazione controllata, la comunità scientifica ufficiale accetta solo l’interpretazione evoluzionistica e materialistica, definita l’unica ‘scientifica’, anche se costituita da ipotesi immaginarie e speculative”

e ancora: 


“Il dogmatismo materialista è praticato sistematicamente dai vertici delle massime istituzioni scientifiche. (…) Il conflitto in atto però non si limita alle schermaglie verbali e speculative, ma include anche azioni di intolleranza (…). Esse consistono nell’impedimento sistematico della critica alle teorie evoluzionistiche, nel rifiuto di pubblicare lavori o testi scientifici che mettono in dubbio la validità del modello evoluzionistico e nell’allontanamento dalle loro posizioni dei docenti che dissentono dall’interpretazione materialistica dominante” (3).

Ecco cosa dice Mariano Artigas in “Le frontiere dell’evoluzionismo” (4): 


“Ci si domanda se l’evoluzionismo è una teoria scientifica o no. Come abbiamo visto, non poche delle affermazioni delle teorie evoluzioniste sono difficilmente dimostrabili; inoltre si presentano spesso legate a ideologie che non hanno nulla di scientifico (stessa accusa che gli evoluzionisti fanno ai creazionisti – nota mia). Alla base della polemica c’é dunque un vero problema. Con quale diritto l’evoluzionismo – con la sua miscela di certezze, ipotesi e ideologie – pretende il monopolio sull’insegnamento riguardante la storia dell’Universo e della vita?”

e ancora 


“La situazione sembra ingarbugliata e lo è davvero. C’è solo una scelta razionale: esporre le conoscenze scientifiche col massimo rigore, prescindendo da ogni ideologia pseudo-scientifica. Quando ciò non succede – caso frequente nella realtà attuale – i cittadini hanno diritto che vengano esposte, insieme alle conoscenze considerate ufficialmente scientifiche, altre diverse possibilità”.

Dice Wells: “I darwinisti sono sulla difensiva, e il loro comportamento lo dimostra. Secondo lo scrittore Orson Scott Card, le loro reazioni alle critiche sono sempre più illogiche personali e non scientifiche. Tra le altre cose, ricorrono alle ‘credenziali’ e agli ‘esperti’ (vi ricorda qualcosa che stiamo vedendo oggi con tutti questi ‘esperti’ a senso unico presentati dai mass-media quando si parla di vaccini anti covid-19? - nota mia). Ma la vera scienza non ha mai fatto ricorso alle credenziali. Se qualcuno privo di credenziali solleva una questione legittima, non si risponde facendo notare quanto costui sia poco istruito o qualificato. Ciò equivale infatti ad ammettere di non avere una risposta, e che desideri far sparire chi fa domande. Il ricorso agli esperti è la difesa basata sul fidatevi di noi, poveri sciocchi” (5). Però è anche vero che il riferirsi alle voci 'autorevoli' lo si fa solo quando fa comodo: in caso contrario, quando l'esperto sostiene una tesi non gradita, allora o è 'rimbambito' o è 'poco aggiornato', come stiamo notando anche in questo periodo nella querelle quotidiana relativa al Covid-19 e ai vaccini genici.

Anch'io nel mio piccolo ho avuto modo di sperimentare l'atteggiamento intollerante dei darwinisti. Alcuni anni fa organizzai a scuola una conferenza dibattito sul tema ‘Evoluzione e Creazione’ e un relatore illustre fu il prof. Sermonti, professore universitario emerito di Genetica, uno dei pochi studiosi italiani, diciamo così , ‘antievoluzionisti’. Per evitare l’accusa di ‘parzialità’ invitai anche due professori dell’università di Roma chiaramente ‘evoluzionisti’: ne venne fuori un dibattito tra sordi. L’impressione sgradevole che ne ricavai fu che mentre il prof. Sermonti metteva in evidenza dei problemi seri e delle contraddizioni palesi dell’ipotesi evoluzionista, i suoi interlocutori evitavano di rispondere direttamente e tiravano in ballo l’autorità di Darwin e della maggior parte del gotha scientifico internazionale. Insomma una specie di ‘Ipse dixit’ di medioevale memoria rivisitato, ma in realtà hanno evitato di ribattere con delle prove alle affermazioni del prof. Sermonti. Anzi uno dei due, con molto poco tatto, e tanto per far capire chi comanda all’Università, rivolto agli studenti disse che se avessero sostenuto in un esame le tesi esposte dal prof. Sermonti sarebbero stati bocciati.

Non parliamo poi dei social. Ho provato a linkare alcuni miei post sull'evoluzione in alcuni gruppi facebook che vorrebbero instaurare un dialogo tra credenti e atei ma, quando non sono stati preventivamente cestinati e sono stati pubblicati, quasi sempre ho ricevuto insulti da persone che non hanno letto l'articolo, ma che sono montate su tutte le furie solo perché dal titolo hanno capito (?) che metto in dubbio le loro profonde convinzioni basate di solito su quello che magari hanno sentito alla tv o che hanno letto sui giornali. Nella quasi totalità dei casi nessuna voglia o capacità di rispondere controbattendo alle tesi esposte. E da un gruppo sono stato pure bannato senza tanti complimenti.

E per finire riporto quest'altro episodio molto significativo. Qualche anno fa De Mattei, vicepresidente del CNR, organizzò un convegno sulla crisi dell’evoluzionismo con scienziati di diverse discipline (il cui elenco riporto in nota (7) ), persone altamente competenti e verso cui quindi non poteva neanche essere usata l’accusa di essere ‘privi di credenziali’ tanto cara agli esperti evoluzionisti. Ebbene dopo tale convegno De Mattei è stato oggetto di attacchi da parte dei depositari della verità evoluzionista nostrani. Dice lo stesso De Mattei in un articolo de ‘Il Foglio’ dal titolo “Risposta all'inquisizione evoluzionista da un professore perseguitato” (6) :


“Tutto ha preso inizio da un Workshop internazionale sull'evoluzionismo da me promosso lo scorso 23 febbraio presso l'ente di cui sono attualmente vicepresidente (il CNR – nota mia). Gli atti di quel convegno sono stati pubblicati a novembre dall'Editore Cantagalli, con il titolo “Evoluzionismo. Il tramonto di un'ipotesi”. Quanto è bastato per suscitare le ire di Marco Cattaneo, direttore della rivista “Le Scienze”, di Marco Ferraguti, presidente della Società dei biologi evoluzionisti, e del filosofo della scienza Telmo Pievani. Quest'ultimo, ha dedicato ben nove pagine sulla rivista “MicroMega”, per irridere e insolentire un libro che, per sua ammissione, non aveva letto. Nel suo articolo Pievani si è spinto a chiedere la mia rimozione dal CNR affermando che “chi nega una realtà comprovata non dovrebbe ricoprire cariche che implicano un'influenza sull'opinione pubblica o sulla gestione di enti pubblici. Ma qual è la “realtà comprovata”? Forse è quella che dà il titolo al più recente pamphlet dello stesso Pievani: “Creazione senza Dio”? Un libro in cui egli auspica che al reato di “vilipendio della religione” si sostituisca quello di “diffamazione della scienza” (a pag. 102)? Pievani accusa il “creazionismo” di spacciare per scienza un contenuto di fede. Ma cosa fa lui, se non spacciare per scienza, la sua negazione non della fede, ma dei principi evidenti della ragione. E' più “evidente” per l'intelletto umano affermare che Dio esiste, piuttosto che ritenere che l'uomo discenda dalla scimmia, come si ripete acriticamente da Darwin in poi. Però la prima affermazione (a pag. 115) è declassata a opinione “fideistica”, la seconda elevata a verità assoluta" (6).

Insomma, l'Evoluzionismo non si tocca, è la religione atea del secolo, chi ne parla male bestemmia ed è un eretico e come tale va trattato! La cosa stupefacente è che questi non si accorgono che usano gli stessi modi e le stesse parole che invece rimproverano ai credenti!


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Note e crediti

(1) T. S. Kuhn – La struttura delle rivoluzioni scientifiche – 1970

(2) Junker e Scherer – Evoluzione – Un trattato critico – Gribaudi 2007 a pag 176

(3) Mihael Georgiev - Charles Darwin oltre le colonne d’Ercole – Gribaudi 2009 a pag 438

(4) Mariano Artigas - Le frontiere dell’evoluzionismo - Ares 1993 a pag. 196

(5) J. Wells – Le balle di Darwin – Rubettino 2009 a pag. 257

(6) Da il Foglio - “Risposta all'inquisizione evoluzionista da un professore perseguitato” - edizione del 6 dicembre 2009

(7) Ecco l'elenco degli studiosi che hanno partecipato al convegno del CNR organizzato da De Mattei:

Guy Berthault - membro dell'associazione Internazionale dei sedimentologi , ricercatore in nano-elettronica all'Università di Grenoble, 

Maciej Giertych - membro dell'Accademia polacca delle scienze, 

Josef Holzschuh - ricercatore di Geofisica alla University of Western Australia 

Hugh Miller - chimico, dottore alla Ohio State University, 

Hugh Owen - presidente del Kolbe Center negli Stati Uniti, 

Pierre Rabischong - professore emerito dell'Università di Montpellier,  

Josef Seifert - rettore dell'International Academy for Philosophy del Liechtenstein, 

Thomas Seiler - dottore in fisico-chimica all'Università di Monaco, 

Dominique Tassot - direttore del Centre d'Etudes et de Prospectives sur la Science, 

Alma von Stockhausen - presidente della Gustav-Siewerth-Akademie.

3 commenti:

  1. Consiglio il libro "inchiesta sul darwinismo" dell'ottimo Pennetta per inquadrare il periodo storico sociale in cui il darwinismo si insediò in inghilterra

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  2. Salve, ho letto tutti i suoi articoli sull'evoluzionismo, anche i più recenti. A questo punto avrei una domanda: secondo lei, quale può essere la vera causa prima della totale intolleranza degli evoluzionisti ad altre idee e della loro "chiusura mentale dogmatica"?
    Grazie e cordiali saluti.

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    1. Molto semplice: la teoria neodarwinista è diventata una ideologia scientista che rassicura nel loro ateismo quelli che la sostengono.

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