7 aprile 2009

La Scienza analizza la Fede - (Parte 2^)

Con questo continuo la serie di Post dedicati alle prove scientifiche effettuati su alcuni reperti che la Fede ci dice di origine miracolosa.

La Sindone di Torino
cosa è e come è fatta
La Sindone è un lenzuolo di lino che ha certamente avvolto il cadavere di un uomo che è stato flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi e trapassato da una lancia al costato.
Lungo l’impronta umana possiamo distinguere la ferita del piede destro, la ferita sul polso sinistro, la ferita nel costato, la ferita sulla fronte, ferite sulla testa dovute alla corona di spine, contusioni dovute al trasporto del patibulum (la trave orizzontale della croce), colpi di flagello su tutto il corpo, il tallone e la pianta del piede destro.
(volendo si può vedere la figura completa qui http://www.shroud.it/GUIDA.HTM ) Nel maggio 1898, un avvocato, Secondo Pia, realizzò la prima fotografia della Sindone. Egli scoprì che l'immagine impressa sulla Sindone si comporta come un negativo fotografico del corpo che fu avvolto nel lenzuolo.
L’emozionante scoperta del negativo ha mostrato in modo molto preciso le caratteristiche dell'Uomo della Sindone. Ciò fu l'inizio degli studi e delle ricerche, in particolare nel campo medico-legale.

Le Analisi scientifiche
Nel 1978 molti scienziati, la maggior parte dei quali membri dello statunitense STURP (Shroud of Turin Research Project), hanno condotto misurazioni ed analisi sulla reliquia per 120 ore consecutive, per realizzare un'indagine scientifica multidisciplinare.
I loro risultati hanno mostrato che è un lenzuolo di lino, filato e tessuto nella regione del Medio Oriente nel primo secolo.
I pollini
E’ stata trovata la presenza di cristalli di aragonite con impurezze simili a quelle dell’aragonite trovata nelle grotte di Gerusalemme; inoltre sono state trovate aloe e mirra, le spezie funebri profumate usate dagli Ebrei nel primo secolo; e una grande abbondanza di pollini del Medio Oriente, che non esistono in Europa.
Il sangue
Le macchie di sangue e siero sul lino non sono riproducibili con mezzi artificiali. È sangue coagulatosi sulla pelle di un uomo ferito. Si è ridisciolto per fibrinolisi a contatto con la stoffa umida per un periodo di circa 36 ore. La fine del contatto è avvenuta senza causare un movimento che avrebbe alterato i bordi delle tracce di sangue. In altre parole, rimane inesplicabile come sia finito il contatto fra il corpo ed il lenzuolo senza alterare i trasferimenti che avevano avuto luogo. La permanenza del cadavere nella Sindone per un periodo di tempo limitato può essere dedotta non soltanto dall'interruzione del processo fibrinolitico ma anche dall'assenza di qualsiasi segno di decomposizione.
Si tratta di sangue umano maschile ricco di bilirubina: ciò significa che appartiene ad una persona che ha sofferto un grande trauma. È sangue di gruppo AB. Questo è il gruppo sanguigno meno comune; soltanto il cinque per cento della popolazione appartiene a questo gruppo sanguigno.
Un confronto interessante può essere fatto con i risultati della ricerca intrapresa sul miracolo di eucaristico di Lanciano di cui ho parlato nel precedente Post. I risultati hanno mostrato che la carne è vero tessuto miocardico di un cuore umano che si mantiene miracolosamente incorrotto e il sangue è autentico sangue umano del gruppo AB.
L’immagineOltre al sangue, sulla Sindone c'è l'immagine del corpo che vi fu avvolto. Questa immagine, dovuta a degradazione per disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino, è paragonabile ad un negativo fotografico. È superficiale, dettagliata, termicamente e chimicamente stabile. È stabile anche all'acqua. Non è composta da pigmenti, è priva di direzionalità e non è stata provocata dal semplice contatto del corpo con il lenzuolo: con il contatto il telo o tocca o non tocca, non c'è via di mezzo. Invece sulla Sindone c'è immagine anche dove sicuramente non c'era contatto. I suoi chiaroscuri sono proporzionali alle diverse distanze esistenti fra corpo e telo nei vari punti di drappeggio. Si può dunque ipotizzare un effetto a distanza di tipo radiante. Sotto le macchie di sangue non esiste immagine del corpo: il sangue, depositatosi per primo sulla tela, ha schermato la zona sottostante mentre, successivamente, si formava l'immagine. Come un cadavere abbia potuto imprimere sul lenzuolo l'immagine fotografica di se stesso è un fenomeno unico ed ancora inspiegabile. L'immagine non è stata prodotta con mezzi artificiali. Non è un dipinto né una stampa: sulla stoffa è assente qualsiasi pigmento. Non è il risultato di una strinatura prodotta con un bassorilievo riscaldato: le impronte così ottenute passano da parte a parte, tendono a sparire, hanno diversa fluorescenza e non hanno caratteristiche tridimensionali paragonabili a quelle della Sindone. Non conosciamo il meccanismo fisico-chimico all'origine dell'impronta; però si può ipotizzare che sia stato originato da un meccanismo come un fiotto di radiazione non penetrante che si attenua con il passaggio nell'aria e diminuisce con la distanza. L'immagine esiste soltanto sulle fibrille superficiali del lino.
Il chiaroscuro dell'immagine può essere letto e ricostruito da un computer e da un analizzatore VP-8 con un effetto tridimensionale. Una normale immagine piatta dovrebbe fornire un rilievo distorto; al contrario, in questo caso si ottiene un corpo tridimensionale ben proporzionato. Era alto 1 m e 75 centimetri e aveva circa 30-40 anni.
La ricostruzione del volto ha mostrato piccoli oggetti sugli occhi. Le piccole tracce sono state interpretate come lettere. Alcuni studiosi ritengono che sugli occhi siano presenti monete, coniate nel 29 d. C. sotto Ponzio Pilato
Uno studio molto importante è stato realizzato da un medico statunitense, August Accetta, il quale ha condotto un esperimento su se stesso: ha iniettato nelle sue vene una soluzione di difosfato di metilene contenente tecnezio-99m, un isotopo radioattivo che decade rapidamente. Ogni atomo di tecnezio emette un unico raggio gamma che può essere registrato da una apposita apparecchiatura di rilevamento. Il Dr. Accetta intendeva realizzare un’immagine provocata da una radiazione emessa da un corpo umano.
Secondo il Dr. Accetta, l’immagine sulla Sindone potrebbe essere stata causata dall’energia sprigionatasi all’interno del corpo di Cristo al momento della resurrezione. Le immagini ottenute dal Dr. Accetta sono molto simili a quelle che si osservano sulla Sindone e davvero questo esperimento arriva fin sulla soglia del mistero di quell’impronta che ci richiama il mistero centrale della fede. La formazione dell'immagine della Sindone potrebbe essere spiegata da un effetto fotoradiante collegato alla resurrezione.
Datazione al carbonio
Nel 1988 i laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo datarono la Sindone. Il risultato era incredibile: la Sindone sarebbe stata fabbricata fra il 1260 e il 1390 d. C.! Ma i limiti del metodo e la sua non applicabilità alla Sindone sono evidenti. Finché le piante e gli animali sono vivi, c’è un equilibrio al loro interno fra la quantità di carbonio 14 che decade e quella che è acquisita. Quando muoiono, lo scambio con l'ambiente cessa e l'equilibrio si interrompe: il carbonio 14 inizia a diminuire irreversibilmente. Di conseguenza, più vecchio è l'oggetto, meno carbonio 14 conterrà. Da quanto rimane di esso in un reperto, si può calcolare quanto tempo è passato dalla sua morte. Ma se c’è una contaminazione da parte di carbonio 14 proveniente da altre fonti, che non può essere rimosso con il metodo di pulizia impiegato, anche questo carbonio 14 sarà misurato. Il campione risulterà essere più radioattivo e per la datazione sembrerà "più giovane".
Riguardo alla radiodatazione della Sindone, ci sono alcune perplessità sulle procedure dell'esame. Il lenzuolo ha sofferto molte vicissitudini (incendi, restauri, acqua, esposizioni all'ambiente esterno, al fumo delle candele, al respiro dei fedeli, ecc.) e quindi è andato soggetto a molte alterazioni e contaminazioni. La scelta della zona da cui i campioni sono stati prelevati era errata: soltanto da un punto e da un angolo molto inquinato che è stato restaurato nel Medio Evo. Il chimico Alan Adler della Western Connecticut State University di Danbury (USA), membro della Commissione per la conservazione della Sindone, ha analizzato 15 fibre estratte dal campione sindonico usato per la datazione radiocarbonica. Dopo un confronto con 19 fibre provenienti da varie altre zone della Sindone, ha riscontrato sul campione usato per la radiodatazione un grado di inquinamento tale da poter dichiarare che esso non è rappresentativo dell'intero lenzuolo. Inoltre l'alta temperatura raggiunta nel reliquiario durante l'incendio di Chambéry del 1532, in mancanza di ossigeno, ha provocato scambi di isotopi che hanno portato ad un arricchimento di carbonio radioattivo. La presenza dell'argento che ricopriva il reliquiario ha favorito ulteriormente la reazione, facendo risultare più "giovane" il tessuto. Durante le ostensioni della Sindone, quell’angolo era una delle parti più toccate del lenzuolo.
Leoncio Garza Valdés, ricercatore dell'Istituto di Microbiologia dell'Università di San Antonio (Texas) afferma di aver identificato, su un campione di Sindone, la presenza di un complesso biologico composto da funghi e batteri che ricopre come una patina i fili. La patina è spessa quanto i fili che ricopre e non è eliminabile con i consueti trattamenti di pulizia. Sono necessari speciali enzimi. Questo fattore avrebbe falsato la datazione radiocarbonica.
Corrispondenza con i racconti dei Vangeli
flagellazione
Nell’Impero Romano il cruciario veniva sottoposto ad una flagellazione alla presenza del magistrato. La flagellazione poteva essere una punizione fine a se stessa, seguita dalla liberazione, oppure mortale; poteva anche costituire il preambolo della crocifissione. In quest'ultimo caso, il numero di colpi doveva essere limitato a una ventina per non debilitare troppo il condannato, costretto successivamente a sopportare altri oltraggi. L’Uomo della Sindone è stato flagellato abbondantemente su tutto il corpo: 120 colpi prodotti da un flagrum romano. Se ne deduce che, inizialmente, questa flagellazione è stata ordinata come una severa punizione a parte. Si supponeva che essa dovesse essere seguita dalla liberazione; invece l’uomo fu crocifisso. Questo fatto ci ricorda il ripensamento di Pilato
Lo strumento utilizzato per la flagellazione era un flagrum romano che aveva tre corde, ciascuna con due piccoli pezzi d’osso acuminati. Ogni colpo ha provocato sei ferite.
Corona di spine
Sulla Sindone sono evidenti le tracce di sangue della corona di spine. La corona era un intreccio di spine, come un casco, che ha causato circa 50 ferite.
L'immagine del volto presenta un aspetto sereno nonostante i numerosi traumi: la fronte e gli zigomi gonfi, la cartilagine nasale rotta da un colpo di bastone che ha gonfiato la guancia destra, i baffi e la barba intrisi di sangue.
cadute
Gesù cadeva facilmente e non poteva attenuare la caduta con le mani perché erano legate alla trave; così ogni volta che cadeva il suo volto batteva a terra. Evidenti sulla Sindone sono la ferita al ginocchio sinistro, il segno di un colpo di bastone sulla guancia destra, la tumefazione ed escoriazione del naso, i gonfiori sul viso.
Sulla Sindone sono state trovate tracce di terriccio al naso, alle ginocchia ed ai talloni.
crocifissione
Osservando attentamente il lenzuolo torinese, appare evidente che l'Uomo che vi fu avvolto subì ferite imputabili ad una crocifissione romana del I secolo d.C. Il crocifisso della Sindone è stato inchiodato al patibulum mentre giaceva a terra, poi è stato sollevato ed il patibulum è stato incastrato al palo verticale per formare l’intera croce.
I chiodi per la crocifissione sono stati messi nel polso, non nella palma della mano, perché dovevano sostenere il peso del corpo. Nei polsi, i chiodi sono penetrati nello spazio di Destot, fra gli otto ossicini del carpo.
I piedi sono stati inchiodati insieme, il sinistro sopra il destro, direttamente contro la croce, senza un suppedaneo. Nella rigidità della morte sono rimasti nella stessa posizione, con le punte convergenti: ciò, oltre al sangue post-mortale uscito dal costato, dimostra una vera morte, non uno stato comatoso come alcuni dichiarano. Quando è stato sepolto, l'Uomo della Sindone era certamente morto.
ferita al costatoÈ inconsueta la trafittura al fianco prodotta dopo la morte del condannato, anziché prima per provocarla: questo fatto può interpretarsi come una prova di morte avvenuta. La lancia che ha colpito fra la quinta e la sesta costola, a morte già avvenuta, ha provocato l'immediata fuoruscita del sangue e del siero.
causa della morte
Numerosi medici si sono interrogati sulle cause della morte dell'Uomo della Sindone, la cui immagine mostra un cadavere in stato di rigor mortis. Attualmente molti medici concordano sull'ipotesi che l'Uomo della Sindone sia morto per emopericardio (rottura del cuore), considerando pure che, nella grande maggioranza dei casi, l'emopericardio è il momento terminale di un infarto miocardico. Quando c’è la rottura del cuore, il sangue fuoriesce fra i due foglietti del pericardio.
Sepoltura… per non più di 36 ore
Il lenzuolo funerario stesso mostra chiaramente la consegna quasi immediata del cadavere ai parenti; l'assenza di qualsiasi segno di decomposizione conferma il fatto che il contatto del corpo con il telo durò solo per un breve periodo di tempo. La presenza del sangue prova il mancato lavaggio del cadavere, giustificabile solo nel caso di una sepoltura nel contesto culturale giudaico, prima della distruzione di Gerusalemme (70 d.C.). Così il corpo rimase nella tomba per circa 36 ore, il tempo necessario affinché il sangue coagulato si sciogliesse per il contatto con il panno imbevuto di aloe e la mirra. Ma questo contatto si è concluso, senza traccia di spostamento, prima che cominciasse la decomposizione del corpo...

(Alcuni anni fa invitai a scuola la dott.ssa Emanuela Marinelli, esperta sindonologa per tenere una conferenza sulla Sindone. Il resoconto è estratto dalla sua conferenza. Chi voglia saperne di più può consultare il sito: http://www.shroud.it/index.htm )
Post Scriptum: ho cercato tra le mie motizie in archivio e ho trovato questa:


Fisica: ricreata in laboratorio la Sacra Sindone
ROMA - Ricercatori italiani hanno 'ricreato' la Sacra Sindone: irradiando tessuti di lino con un brevissimo e potentissimo lampo di luce prodotto da laser a eccimeri del Centro Enea di Frascati, sono riusciti a imprimere immagini con le stesse caratteristiche della figura della Sacra Sindone, in cui la colorazione riguarda solo le fibrille piu' superficiali, senza passaggio di colore sul rovescio della tela. I risultati dei loro esperimenti sono pubblicati sulla rivista Applied Optics e secondo Giuseppe Baldacchini, coordinatore della ricerca, avvalorano l'ipotesi che da sempre la Chiesa sostiene, e cioe' che l'immagine di Cristo sia stata originata da un potente lampo di luce attribuito alla resurrezione. (Agr)
Si può vedere il filmato dell'Enea che riporta la notizia in questo Link
(ritorna alla pagina iniziale)

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