5 aprile 2009

Bilancio del culto dell'ateismo

Ho trovato e letto tempo fa un articolo molto interessante dal titolo ‘Bilancio del culto dell’ateismo’, riporto alcuni passi significativi (il carattere in grassetto per evidenziare alcuni passi notevoli è mio):


"E' innegabile: il Novecento, anzitutto, è il secolo dell'ateismo assoluto, ed è, non a caso, il secolo degli stermini di massa, delle guerre mondiali, e delle più grandi catastrofi umane della storia.L'ateismo così come si viene a configurare tra Ottocento e Novecento è, a ben vedere, una forma di religiosità immanente, che ha generato uno a uno tutti gli ingredienti delle dittature totalitarie: il razzismo biologico (religione della razza), il nazionalismo (religione della patria), il social-darwinismo, l'eugenetica, e il social-comunismo.

Prendete questi ingredienti -accomunati tutti dalla negazione più o meno esplicita di un Dio trascendente, dell'uomo come sua creatura, dotata di un'anima immortale, e del peccato originale come limite dell'uomo -mescolateli e avrete le ideologie di morte del secolo appena concluso. Tutte incredibilmente simili. Cambiano solamente i dosaggi: un po'meno socialismo e un po' più razzismo ed eugenetica nel nazionalsocialismo, analoghe dosi di nazionalismo e un po'meno eugenetica, nel comunismo, ovunque la politica e lo stato al di sopra di tutto, al posto di Dio. Sempre, a fondamento, un'idea, la negazione della Caduta originaria e la mondanizzazione della Redenzione: l'uomo può fare senza Dio, per costruire un mondo razzialmente puro, economicamente giusto, eugeneticamente sano, socialmente equilibrato… un mondo perfetto, divino, utopico, paradisiaco.Si vede bene, insomma, che di una fede si tratta: una fede tanto più intransigente e totalitaria quanto più concentrata sul qui e ora, e cioè esigente nell'immediato. Non c'è spazio per il perdono, dinanzi all'ingiustizia; né per la rassegnazione e la sopportazione, in quanto questi valori religiosi sottintendono una giustizia superiore, divina: il regno della giustizia è di questo mondo, e il potere si assume il compito di realizzarla, interamente. Così la gramigna non verrà separata dal buon grano, come nella parabola evangelica, alla fine dei tempi, come in ogni concezione di una giustizia trascendente, ma subito, appena possibile, dal dittatore di turno.L'uomo, per fare un altro riferimento a un dogma religioso, non solo cattolico, non è macchiato dal peccato originale, che giustifica l'esistenza dell'imperfezione, dell'ingiustizia, e quindi anche della necessità della misericordia, sulla terra, ma è chiamato alla perfezione assoluta nell’ aldiquà, e può raggiungerla, a patto che l'ideologia incaricata di farlo venga realizzata politicamente, economicamente, socialmente, a qualsiasi costo. Se il paradiso è a portata di mano, infatti, non là, ma qua, sarebbe delittuoso non realizzarlo. Se il compimento del desiderio dell'uomo di Bene e di Giustizia è attuabile solo e soltanto, in toto, in questa vita, è da pazzi non perseguirlo con ogni mezzo.L'uomo, le masse ideologizzate e secolarizzate del Novecento chiedono dunque alla politica, al partito, allo stato, al dittatore, ciò che chiedevano, un tempo, a Dio, anzi di più: tutto, ma subito.La creazione del mondo perfetto, dell’"uomo nuovo", per le ideologie, dunque, urge, incalza, preme: necessita al più presto l’eliminazione, tramite ghigliottine, gulag, lager e polizie segrete, Ovra, Gestapo, Ceka e Kgb, di coloro che ostano, che impediscono, che non comprendono, che complottano, che conducono la "controrivoluzione", che, secondo l’articolo 58 del Codice penale sovietico, riedizione della "legge dei sospetti" di Danton, sono solo sospettati di farlo…: in una parola di quanti meritano l’inferno, anch’esso, come il paradiso, trasferito paradossalmente nell’aldiquà. E’ per questo, per fare un esempio, che la guerra – o la violenza, che è lo stesso – sempre considerata un male, per quanto talora inevitabile (guerra di difesa), diviene un bene in se stessa: il vento che spazza lo stagno, di Hegel, la guerra che porrà fine alle guerre, per alcuni interventisti italiani della Prima guerra, "la sola igiene del mondo" per i futuristi, una esigenza di natura, per i socialdarwinisti, uno splendido cozzare di popoli, per i nazionalisti, la fine del passato oscuro e l’inizio di una nuova era, per tutti i rivoluzionari, da Mussolini a Mao.Sempre per lo stesso motivo, ogni ideologia si afferma come un "mondo nuovo", un "ordine nuovo", un’era diversa, che data la sua origine non dall’evento salvifico della nascita di Cristo, ma, come avviene dalla Rivoluzione francese in poi, passando per il fascismo e il nazismo, dall’ascesa al potere, essa sì salvifica, dell’ideologia ateistica di turno. Al culmine del delirio, sotto l’ateissimo regime comunista di Pol Pot, causa di due milioni di morti su sette milioni di abitanti, in poco più di tre anni (1975- 1979), si arriverà a ordinare per legge non solo il rogo dei libri del passato, ma financo delle fotografie dei privati, affinché fosse cancellato anche il ricordo fotografico di come era il mondo prima dell’avvento del regime comunista dell’Angkar.In questo senso, evidentemente, la religiosità ateistica, profondamente secolare, temporale, non ha nulla a che vedere con quella autentica, che non è essenzialmente azione ma contemplazione; non manipolazione ma rispetto; non insofferenza e distruzione dei limiti ma loro riconoscimento e accettazione; non trasformazione della società, tramite una alchimistica tecnica politica, ma tramite la conversione dei cuori; non tensione alla eliminazione del male e del peccato, in generale, ma soluzione di un particolare male storico, o individuale. Ma come la religiosità trascendente è totale, nel senso che orienta tutto l’uomo, la sua anima, le sue azioni, a Dio, rimettendo ogni cosa terrena al suo posto, dalla ricchezza, al potere, al dolore, dando a ognuna il suo peso, assolutamente relativo, così la religiosità immanente è tentativamente totalitaria: avendo negato a priori l’essenza dell’uomo, l’anima, e Dio, identifica tutto l’esistente in ciò che è materiale e terreno e quindi coerentemente ritiene come soluzione di tutto la sola politica, che tutto controlla: la politica totalitaria dei regimi totalitari. Ha scritto giustamente Eric Voegelin: "Tutti i movimenti gnostici (tra cui anche comunismo e nazismo, ndr) mirano a recidere i legami dell’essere con la sua origine, cioè con l’essere divino e trascendente, per proporre un ordine dell’essere immanente al mondo, la cui perfezione sarebbe a portata dell’azione umana. Si tratta di modificare la struttura del mondo (avvertita come inadeguata) in maniera così radicale che da quella modifica emerga un mondo nuovo, di piena soddisfazione… Il mondo tuttavia resta quale a noi è dato e non rientra nelle facoltà umane la possibilità di cambiarne la struttura" ("Il mito del mondo nuovo")."

(il Link per l’articolo completo è:
http://www.mascellaro.it/web/index.php?page=articolo&CodAmb=1&CodArt=18007)

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