28 ottobre 2009
La Chiesa e il lusso
Capita spesso di imbattermi in interventi di alcuni che attaccano la Chiesa con il pretesto che mentre predica che si debba aiutare i poveri farebbe poi mostra di lusso e ricchezza.
A parte che chi lancia queste accuse spesso non conosce o trascura il fatto non secondario che la Chiesa aiuta già i poveri con diverse organizzazioni (Caritas, missioni, ospedali e scuole nel terzo mondo, ecc…), quale sarebbe il lusso mostrato?
Forse le opere d’arte sacra? E hai voglia a dirgli che hanno anche la loro funzione in quanto l’aiutano nel suo compito principale che è quello di evangelizzare, e che inoltre spesso ormai non le appartengono e i veri proprietari sono lo Stato e la società civile…
In realtà per queste critici, che non sanno staccare i piedi da terra e che vivono una vita con prospettiva orizzontale senza alzare mai gli occhi verso il Cielo, la Chiesa dovrebbe essere solo una specie di associazione che si occupa della soluzione dei problemi materiali che attanagliano l’umanità: la povertà, la fame, le malattie. A parte che questo già la Chiesa lo fa, ma di ciò si occupano anche tante altre organizzazioni umanitarie laiche sparse per il mondo (tipo Unicef, Fao, Onu, Croce Rossa e via discorrendo)… La Chiesa oltre ciò deve occuparsi anche e soprattutto del suo compito primario che è quello di mostrarci la via per arrivare al Cielo.
E per fortuna che nel corso dei secoli i Papi proprio per fini evangelizzatori hanno finanziato un esercito di artisti che ci hanno così rappresentato il fascino del Sacro. Pensate se non avessero fatto così e dato ascolto agli iconoclasti (a cui assomigliano un po’ i critici attuali) evitando di abbellire le Chiese e i conventi con le immagini sacre: tutti disoccupati i vari Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Beato Angelico, Giotto ecc. per parlare della pittura e scultura e Palestrina, Mozart, Bach, Handel e gli altri per la musica! Di quale immenso patrimoni artistico sarebbe priva adesso l’umanità!
Il problema principale di questi critici secondo me è che pensano in maniera materialistica, poco o niente spirituale. Per loro l’importante è quello di nutrire il corpo e basta, perché esisterebbe solo quello. (Infatti che grigiore i regimi comunisti, il problema è stato però che alla fine paradossalmente mancava anche il cibo materiale..). E invece siamo fatti anche di spirito. Certo bisogna nutrire il corpo, ovviamente, ma anche e soprattutto lo spirito. E la Chiesa insegna che bisogna soccorrere il prossimo in entrambe le cose. Infatti esistono opere di carità materiale (dar da mangiare agli affamati e vestire gli ignudi ad esempio) e opere di misericordia spirituale (correggere chi sbaglia e istruire gli ignoranti ad esempio).
Compito principale della Chiesa è permetterci di salvare l’anima, e perciò in primis quello di farci avvicinare a Dio, e per ottenere questo si serve dell’insegnamento, della liturgia e dei sacramenti. E nel corso dei secoli quindi, quando la maggior parte delle persone non sapeva né leggere né scrivere, ha cercato di evangelizzare anche con le immagini e la musica e quindi con l’arte. Ed è sempre stato così, anche oggi infatti, pur tanto ‘colto’, l’uomo ha bisogno dell’arte (pittura, scultura e musica) per potersi elevare un po'. D’altronde lo ha detto anche Lui, ‘non di solo pane vive l’uomo’ e lo diceva anche Ulisse ai suoi, ‘fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza’.
I mistici e gli asceti per avvicinarsi a Dio non hanno bisogno di essere circondati dalla bellezza, possono farlo anche dal buio di una cella o nella solitudine del deserto. Ma essendo la maggior parte del genere umano non dotata di doni mistici, abbiamo bisogno di essere aiutati ad elevarci verso il Sacro anche con l’aiuto che ci può offrire l’arte (compresa quindi anche una liturgia bella e solenne). E questo per fortuna la Chiesa cerca di farlo.
E in questo discorso si inserisce anche la confutazione dell’accusa di ostentazione di vestiti 'lussuosi' rivolta al clero, e soprattutto al Papa, durante le liturgie (fatta talvolta anche da persone interne alla Chiesa).
A parte che Gesù stesso vestiva in maniera dignitosa, non certo di stracci, la veste che indossava era tanto buona che se la giocarono a dadi, e anzi sul monte Tabor fece molto di più, mostrandosi abbigliato dallo splendore della sua gloria!, tali critici non capiscono che il Papa nell’indossare paramenti belli e ‘preziosi’ (usa alla volte anche quelle dei suoi predecessori) vuole sottolineare la dignità e l’importanza della sua funzione, che gli proviene da Gesù stesso. Ma mi spingo più in là, il sacerdote che celebra la Messa io lo voglio vedere vestito in maniera splendida, figurarsi il Pontefice, perché così mi rappresenta, con l'eleganza e la dignità della liturgia, la gloria del Sacro.Perché il Sacro è di una bellezza incomparabile! E anche perchè il culto che a Dio è dovuto deve essere fatto con eleganza e solennità, e non in maniera scialba.
Basta volgere lo sguardo al Cielo stellato o ammirare lo splendore della natura nelle sue forme e nei suoi colori per dedurre che il Creatore ha voluto per Sè e per noi eleganza, armonia e bellezza.
Per molte persone che criticano, sia fuori che dentro la Chiesa, si è santi o si può essere vicini a Dio solo se poveri materialmente (l'importante invece è essere poveri in ispirito..), vestiti di stracci, circondati dal grigiore e dalla bruttezza: ma si rassegnino, il Paradiso (per fortuna) non è così!
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Salve! Anche io mi imbatto spesso in discorsi simili, con persone decisamente superficiali, riguardo alla ricchezza della Chiesa. Devo dire che il più delle volte gli “accusatori” sono male informati e tendo ad ingigantire la situazione economica della Chiesa che, al contrario, sostiene enormemente i poveri e le parrocchie.
RispondiEliminaMolto interessante ho trovato la sua visione in proposito al ruolo spirituale che svolgono gli abiti e le iconografie sui quali non mi trovo del tutto d’accordo. Affreschi, dipinti, statue etc hanno aumentato e aumentano enormemente il fascino del Mistero della Fede, ma gli abiti?
È giustissimo che gli abiti clericali siano differenti dagli altri per consentire una differenzazione di ruoli sociali all’interno di una comunità, ma è anche vero che non necessariamente debbano essere splendidi o eleganti perché la gloria del Sacro non la vedo rappresentata da un uomo, in qualunque modo esso sia vestito, ma la vedo rappresentata nelle parole di Cristo, nelle Sue azioni, nel messaggio che viene estrapolato da esse. La solennità della liturgia c’è già nei suoi testi, non è importate il COME e il DOVE vengano pronunciati ma è importante il loro contenuto, la solennità è già nel messaggio stesso e non nell’interlocutore che, da umile servo, deve solo prestare la voce a Dio e non deve imitarLo affatto, se non interiormente.
Come lei dice –il Sacro è di una bellezza incomparabile-, nulla di materiale può rappresentarLo, solo con lo spirito possiamo avvicinarci e quindi con le nostre parole, pensieri ed azioni. Basterebbe che gli uomini fossero vestiti di amore e umiltà per vedere la gloria di Dio su di loro, basterebbe vedere ciò che è al di là dell’apparenza, per scorgere che ognuno è vestito con i doni del Signore e tutto il resto, tutto il materiale, diventerebbe inconsistente.
La saluto e spero di riconfrontarmi con lei in futuro.
Emanuele
E’ vero che l’abito non fa il monaco, ma proprio per questo non vedo perché se il sacerdote o il Papa sono vestiti in maniera tale da non indossare un abito come quello di tutti i giorni ma per sottolineare la sacralità della Liturgia si vestono con abiti liturgici adeguati e possibilmente ‘belli’ debbano essere considerati come vanitosi: in realtà l’addobbare le Chiese, fare una bella Liturgia e indossare vestiti adeguati e belli servono perché anche così si rende gloria al Signore.
RispondiEliminaCerto l’importante è l’umiltà dentro il cuore, e questa umiltà non la si deve necessariamente mostrare con abiti umili, sennò diventa falsa umiltà, ostentazione direi. Un direttore d’orchestra deve essere vestito con il Frac, non può andare in tuta a dirigere l’orchestra solo per far vedere che non è vanitoso, così come io non posso andare in classe in pantoloncini, ebbene il sacerdote mentre dice messa deve essere vestito in maniera opportuna, armoniosa (e per me ciò che è armonioso è anche bello), in maniera da sottolineare la solennità del rito, la sua umiltà la si presuppone già, sono quelli che basandosi sul vestito e criticano che suppongono il contrario.
Grazie per il suo intervento.
La " ricchezza ecclesiastica" è più che altro un mito. La Chiesa ha un grande patrimonio ma è fatto nel 70% di beni immobiliari ( Basti pensare a quanto puà essere valutata San Pietro). Quello che un po' mi infastidisce delle alte cariche ecclesiastiche è lo sfarzo delle loro vesti. Badi bene, non ho idea di quanto costino quelle vesti perciò non punto il dito accusatore contro chi questo Natale ha mangiato con i poveri ( mi riferisco al papa) mentre io gozzovigliavo con i miei parenti, semplicemente trovo poco adatte quelle vesti, in quanto danno un'idea di lusso e regalità che Cristo non si attribuì mai e che forse un semplice uomo non dovrebbe avere. Certo cambiare le vesti toglierebbe l'aura di solennità che avvolge i sacerdoti, ma credo che la vera solennità di un rito cristiano sia nell'interiorità di quest'ultimo e che quindi un abbigliamento così formale non è necessario ( ma consono comunque).
RispondiEliminaUn abbigliamento più sobrio ( non povero) ma comunque dignitoso ed elegante a mio parere sarebbe più adatto, ma non per questo mi sento di scagliarmi contro un'isituzione responsabile di innumerevoli opere di bene, che ultimamamente sembrano esser state dimenticate.
Chiesa, 2mila miliardi di immobili nel mondo
RispondiEliminadi Marzio Bartolini15 febbraio 2014 (articolo dal Sole 24 ore)
Il suo patrimonio mondiale è fatto di quasi un milione di complessi immobiliari composto da edifici, fabbricati e terreni di ogni tipo con un valore che prudenzialmente supera i 2mila miliardi di euro. Può contare sullo stesso numero di ospedali, università e scuole di un gigante come gli Stati Uniti. Ha oltre 1,2 milioni di "dipendenti" e quasi un miliardo e duecento milioni di "cittadini".
Questo Paese immaginario dotato delle infrastrutture di un big dell'economia occidentale e della popolazione della Cina va sotto il nome di Chiesa. Un universo dietro al quale non c'è solo e unicamente il Vaticano, ma una galassia di satelliti fatta di congregazioni, ordini religiosi, confraternite sparse ovunque nel mondo che, direttamente o attraverso decine di migliaia di enti morali, fondazioni e società, possiedono e gestiscono imperi immobiliari immensi che nessuno forse è in grado di stimare con precisione e che sono sempre in costante metamorfosi.
Un patrimonio dove l'elenco dei beni, la maggior parte sicuramente no-profit ma una discreta fetta anche a fini commerciali, sembra non esaurirsi mai: chiese, sedi parrocchiali, case generalizie, istituti religiosi, missioni, monasteri, case di riposo, seminari, ospedali, conventi, ospizi, orfanotrofi, asili, scuole, università, fabbricati sedi di alberghi e strutture di ospitalità per turisti e pellegrini e tante, tantissime abitazioni civili in affitto. Un universo intorno al quale gravitano nel mondo 412mila sacerdoti e 721mila religiose – senza contare centinaia di migliaia di laici - che assistono 1 miliardo e 195 milioni di fedeli.
Secondo il gruppo Re, che da sempre fornisce consulenze a suore e frati nel mattone, circa il 20% del patrimonio immobiliare in Italia è in mano alla Chiesa. Un dato quasi in linea con una storica inchiesta che Paolo Ojetti pubblicò sull'Europeo nel lontano 1977 dove riuscì per la prima volta a calcolare che un quarto della città di Roma era di proprietà della Chiesa. Un patrimonio immenso che però non si ferma appunto alla sola capitale dove ci sono circa 10mila testamenti l'anno a favore del clero e dove i soli appartamenti gestiti da Propaganda Fide – finita nel ciclone di alcune indagini per la gestione disinvolta di alcuni appartamenti – valgono 9 miliardi. La Curia vanta possedimenti importanti un po' ovunque in Italia e concentrati, tra l'altro, in gran numero nelle roccaforti bianche del passato come Veneto e Lombardia.
Quindi se oggi il valore del patrimonio immobiliare italiano supera quota 6.400 miliardi di euro – come qualche giorno fa ha registrato il rapporto sugli immobili in Italia realizzato dall'Agenzia del territorio e dal dipartimento delle Finanze – si può stimare prudenzialmente che solo nel nostro Paese il valore in mano alla Chiesa si aggiri perlomeno intorno ai mille miliardi (circa il 15%). Se a questa ricchezza detenuta in Italia – dove pesa l'eredità di un potere temporale durato per quasi duemila anni – si aggiunge il patrimonio posseduto all'estero fatto di circa 700mila complessi immobiliari tra parrocchie, scuole e strutture di assistenza la stima, anche stavolta più che prudenziale, può raddoppiare almeno a 2mila miliardi. Numeri, questi, che nessuno conferma dall'interno della Chiesa perché per molti neanche esiste una stima ufficiosa. Ma da ambienti finanziari interpellati la cifra sembra apparire congrua. Cifra a cui si devono aggiungere, tra l'altro, investimenti e depositi bancari di ogni tipo. Questi sì ancora meno noti.
La chiesa cattolica è la più ricca della terra
RispondiEliminaIl Vaticano ha grandi investimenti con i Rothschild in Gran Bretagna, Francia e America; con la Hambros Bank, con la Credit Suisse di Londra e Zurigo.
Negli Stati Uniti ha grossi investimenti con la Banca PJ Morgan, la Chase Manhattan Bank, la First National Bank di New York, la Bankers Trust Company e altre.
Il Vaticano ha miliardi di azioni delle società internazionali più potenti come:
Gulf Oil, Shell, General Motors, Bethlehem Steel, General Electric, International Business Machines, TWA, ecc. e, ad una stima prudenziale, questi ammontano a più di 500 milioni di dollari solo negli Stati Uniti.Il mondo è controllato da chi detiene denaro e ricchezze, l'ipotesi che i Gesuiti, reali controllori del Vaticano, abbiano avuto e abbiano tutt'ora un'influenza predominante sugli eventi mondiali è da prendere seriamente in considerazione. I Rothschild sono emersi nel '700, la Chiesa Romana c'è da 2000 anni; duemila anni di accumulazione di ricchezze. I Gesuiti ora controllano tutta questa ricchezza. La loro influenza è quindi così grande che, sembrerà strano, essi sono anche in primo piano nell'implementazione della Nuova Religione Mondiale.
La Chiesa Cattolica, una volta che sono stati messi insieme tutti i suoi patrimoni, è l'agente di borsa più formidabile del mondo.
Il Vaticano, indipendentemente dal papa che vi si insedia, si è sempre più orientata verso gli Stati Uniti. Il World Magazine delle Nazioni Unite ha stimato a diversi miliardi di dollari l'ammontare del tesoro in oro massiccio del Vaticano. Una gran massa di questo viene depositato in lingotti d'oro nella Federal Reserve Bank, mentre le banche di Svizzera e Inghilterra detengono il resto.
Ma questa è solo una piccola parte delle ricchezze del Vaticano che, solo negli Stati Uniti, è superiore a quella delle cinque più ricche e giganti corporation del paese.
Quando a ciò aggiungiamo tutto il patrimonio immobiliare, le proprietà, i titoli e le azioni all'estero, allora l'impressionante ricchezza della Chiesa Cattolica diventa così formidabile da sfidare qualsiasi valutazione razionale.
La Chiesa Cattolica è la più grande potenza finanziaria, accumulatrice di ricchezza e di proprietà che sia mai esistita. Possiede ricchezze materiali più di ogni altra singola istituzione, corporation, banca, cartello gigante, governo o stato nel mondo intero.
Il papa, come capo visibile di questo ammassamento di ricchezza, di conseguenza, è il più ricco individuo del XX secolo. Nessuno può realisticamente valutare quanto egli vale, in termini di miliardi di dollari.Nel corso dei secoli, le proprietà della Santa Sede si sono accumulate fino a formare un vero e proprio tesoro.Ben lontani dallo spirito apostolico e dallo spirito di umiltà e povertà raccomandato da Cristo, i rappresentanti di Dio in terra hanno edificato una complessa amministrazione per preservare, accrescere e controllare immobili, opere d'arte, monumenti, ori e denari. Vi sono le tombe faraoniche in marmo e oro di cardinali e papi, le decorazioni inestimabili di altari e volte, le collezioni di quadri, statue e preziosi esposte nei Musei Vaticani, nel Museo Lateranense e in altre collezioni della Santa Sede, i sigilli d'oro custoditi nell'Archivio Segreto e i tesori della Biblioteca.
C'è il denaro accumulato dallo Stato Pontificio dalle origini al 1870, e poi la fondazione degli istituti bancari dello IOR e dell'APSA e i capitali custoditi nelle Isole Cayman, un autentico Fort Knox fuori da ogni legge. Inoltre le prelature come l'Opus Dei, solo teoricamente autonome dalla Santa Sede, in realtà costituiscono una fonte ulteriore di ricchezza. Gli scandali, le rivelazioni e i sospetti su questo patrimonio immenso sono sotto gli occhi di tutti e alla ribalta delle cronache più recenti.
Da un po’ di tempo il Vaticano ha un telescopio ad infrarossi chiamato LUCIFER1. (da Lucifero)
RispondiEliminaNon é uno scherzo. Lucifero significa "portatore di luce" e il compito del nuovo strumento é di ricercare "Pianeti nascosti tra le polveri interstellari".
Monte Graham, Arizona, Stati Uniti. É questo il luogo dove ormai da anni si contrastano le esigenze della ricerca scientifica e le rivendicazioni culturali di un popolo, gli Apache, che lotta per la sua sopravvivenza culturale e religiosa. Dal 1993 sono cominciati sulla sommità della montagna, con l’autorizzazione del governo federale, i lavori per la costruzione di un centro internazionale di astrofisica che comprende tre telescopi. Uno fra questi, il Large Binocular Telescope, terminato e inaugurato da poco tempo, è il più grande mai costruito. Ma a fare notizia è un altro telescopio, il LUCIFER 1 già operativo dal 21 Aprile 2010 è di proprietà della organizzazione religiosa più grande del mondo, il Vaticano. Si tratta del Vatican Advanced Technology Telescope (VATT) realizzato in collaborazione con l’Università dall’Arizona e finanziato dalla Vatican Observatory Foundation grazie alle donazioni dei fedeli statunitensi.
(chissà se quei fedeli statunitensi erano a conoscenza di come sarebbero state utilizzate le donazioni)
Dopo oltre un decennio di progettazione, produzione e collaudo, LUCIFER 1 (nella foto a fianco) é andato online, come già detto, il 21 Aprile 2010, sarà seguito da un gemello che verrà consegnato al telescopio nei primi mesi del 2011.
La costruzione finale prevede due specchi giganti di 8,4 metri di diametro. Ogni strumento è raffreddato a -213 gradi Celsius per osservare nella gamma di lunghezze d'onda del vicino infrarosso.
Negli ultimi anni moltissimi strumenti a infrarossi sono stati messi online.
il NASA's Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) é uno di essi. Questi strumenti ad infrarossi possono essere usati non solo per osservare le galassie lontane ma anche per controllare oggetti in avvicinamento alla terra.
Il Vaticano, che recentemente ha esteso le sue ricerche all'astrobiologia, si interessa di astronomia classica sin dalla fine del 1700 e dispone di tutta una serie di osservatori ben noti. Oltre a quelli ufficiali ve ne sarebbero anche di segreti, come già dichiarato in un articolo di Cristoforo Barbato e pubblicato sul sito internet www.secretum-omega.com e che potete scaricare di seguito in formato file PDF (http://www.secretum-omega.com/wp-content/uploads/2009/10/int_gesuita_ITA.pdf).
Dalle dichiarazioni pervenute ad alcuni ricercatori, il Vatican Observatory Foundation avrebbe costruito questo telescopio per lo stesso motivo per cui fu progettato lo Sky Hole e i telescopi Spaziali IRAS e SILOE, ovvero per dare la caccia ad un pianeta chiamato Nibiru che orbiterebbe intorno ad una piccola stella nana Bruna (compagna del nostro Sole?) denominata Dark Star.
(continua)
continua)
RispondiEliminaQuesta una delle tante dichiarazioni del famoso Gesuita, rilasciata al giornalista e ricercatore Cristoforo Barbato:
"Quello che posso dire è che il telescopio è stato costruito nel 1990 con lo scopo di studiare i corpi celesti ‘anomali’ in avvicinamento alla terra, analogamente a quanto fatto per esempio dalla CIA, che tra i tanti suoi ‘occhi segreti’ annovera il telescopio gemello di Hubble, SkyHole 12. Inoltre il SIV fu avvisato durante gli incontri con Pio XII dell’avvicinamento di un corpo celeste al sistema solare ospitante una razza aliena evoluta e molto bellicosa. Seppi ben presto che il materiale che dovevo ricevere qui a Roma ed elaborare al computer era molto interessante e segretissimo. Fu durante l’elaborazione di alcuni dati e informazioni provenienti da questo radiotelescopio che una sonda inviata nello spazio remoto, inserita all’interno di un programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni ‘90 denominato SILOE, aveva fotografato un pianeta di dimensioni enormi in avvicinamento al sistema solare. I dati furono ricevuti in Alaska nel mese di ottobre del 1995."
Il progetto di Lucifer 1 quindi é gestito dal Vaticano, dall'Università di Arizona e da un gruppo misto di tedeschi e italiani.
Il design innovativo di Lucifero permetterebbe agli astronomi di esaminare in dettaglio senza precedenti, ad esempio regioni di formazione delle stelle, che sono comunemente nascoste da nubi di polvere.
Ma questo nuovo strumento,che è il più grande telescopio ottico è il mondo, il Large Binocular Telescope sul Monte Graham, permette agli astronomi di osservare qualunque oggetto di luminosità molto debole (guarda caso...).
Lo strumento è estremamente flessibile, ed unisce il grande campo di vista con una risoluzione elevata.
( speriamo che vedano Gesù tornare presto, i poveri di questo mondo attendono con ansia il suo ritorno)
”La Corte dei Conti boccia l'8 x mille alla Chiesa cattolica. Almeno nella misura corrisposta dallo Stato italiano nel 2013. 1 miliardo e 254 milioni di euro: caso unico in Europa. Nessun altro paese dell'UE, versa così tanti soldi a una confessione religiosa che dovrebbe essere uguale alle altre. La cifra così elevata è determinata dal fatto che, in virtù della legge vigente, alla Chiesa vanno in automatico anche i contributi di quegli italiani che nella dichiarazione dei redditi non esprimono alcuna preferenza .In particolare, all'atto della dichiarazione solo il 34,5% degli italiani sceglie di destinare il proprio 8 per mille alla Chiesa cattolica, il 4% allo Stato, l'1% alle altre confessioni religiose e il rimanente 60,5% non sceglie nulla e quindi, a causa dell'automatismo sopra illustrato, finisce per versarli alla Chiesa.Ed è proprio questo meccanismo ad essere finito nel mirino dei giudici contabili, che, in una dura sentenza, lo definiscono "opaco, senza controlli, senza informazione per i cittadini, discriminante dal punto di vista della pluralità religiosa".Quello più annoso è proprio il problema dei controlli: "Nonostante la rilevanza delle risorse, oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro annui, dati senza controlli nonostante i richiami della Corte e le criticità emerse sulla gestione" scrivono le toghe. Pochi controlli, quindi poca trasparenza: "I dati sono confusi, non c'è nessuna descrizione, nemmeno sintetica, dell'uso che viene fatto dei fondi".E intanto, di opacità in opacità, i contribuenti italiani versano alla Chiesa quasi quanto versano al ministero dei Beni culturali e del Turismo (1,2 contro 1,7 mld), che dovrebbe essere al centro dell'agenda di tutti i governi, viste le bellezze artistiche e paesaggistiche che fanno dell'Italia una delle mete più ambite del mondo. Oltre ai suddetti rilievi, secondo la Corte dei Conti alla base di tutto vi è una questione di correttezza e di completezza dell'informazione: com'è possibile che oltre il 60% degli italiani non indichi enti a cui destinare parte dei propri redditi? I cittadini sono realmente edotti su dove vanno a finire i propri soldi? I giudici dicono di no: "Assente risulta essere l'informazione sull'attribuzione. I cittadini sono indotti a ritenere che solo una scelta esplicita faccia assegnare i fondi. Mentre non è così. E questo genera delle perplessità, perché i contribuenti pensano di dare fondi all'erario" e invece li danno alla Chiesa. Disinteresse più totale quindi, a differenza delle campagne pubblicitarie messe in atto dalla Chiesa, che, tra cartelloni e spot pubblicitari, ha ingenerato nell'opinione pubblica l'idea che la gran parte degli 8x mille ricevuti vengano utilizzati per opere di carità nei paesi in via di sviluppo. Nulla di più falso: il 43% viene impiegato per la manutenzione delle opere di culto, il 35% per pagare gli stipendi dei sacerdoti e dei prelati e solamente il rimanente 22% va a finire in opere caritative, di cui appena l'8% al di fuori dell'Italia.” Articolo di Alessandro Genovesi 29.11.2014 (continua)
RispondiEliminaCommento mio : è opera di Tremonti all’epoca ministro delle finanze, la modifica alla legge che assegna alla Chiesa cattolica l'8xmille in assenza di destinazione dichiarata da parte del contribuente. Governo berlusconi e lega nord, naturalmente. I loro politici hanno fatto lo stradello tra palazzo Chigi e il vaticano per assicurarsi voti promettendo esenzioni dall'ici e assunzioni in ruolo degli insegnanti di religione (indicati dalla chiesa, ovviamente). Io da quell'anno non ho più dato l'8xmille alla chiesa cattolica e ho firmato nella casella della chiesa valdese. La chiesa valdese ha dichiarato che quanto le perveniva tramite l'8x mille non sarebbe andato per il culto o per i loro religiosi ma per opere utili e fruibili dall'intera comunità.
RispondiEliminaAdesso che si può dare l'8xmile all'Unione Buddisti Italiani lo destino a loro con mia grande tranquillità. Io sono cristiana ma alla chiesa dei lupi massoni non darò più nulla e tantomeno avranno niente alla mia morte