11 settembre 2010

La mente di Dio

Ho passato l’estate leggendo tre libri dal titolo allettante, ma   dalla lettura un po’ difficile: ‘Il Cosmo intelligente’ di Paul Davies, ‘La Fisica del Cristianesimo’ di Frank Tipler (l’inventore del Principio Antropico) e ‘La mente di Dio’ sempre di Paul Davies. Di ognuno di essi e di quello che mi hanno trasmesso parlerò in futuri post, ora voglio solo dire che ambedue gli autori, analizzando i risultati della fisica moderna (soprattutto la meccanica quantistica relativistica e i tentativi di inserire in essa la gravità) e della Cosmologia sono giunti, nonostante siano partiti  da posizioni scettiche nei confronti dell’idea dell’esistenza di Dio, a dei risultati tali che sembrerebbero invece averli convinti della Sua esistenza.

Spesso nella parte finale dei libri è condensata la conclusione a cui sono giunti gli autori, per questo quando comincio a leggerne dei nuovi  una delle cose che faccio è andare a sbirciare tra le ultime righe.

Il primo libro (‘Il Cosmo intelligente’) finisce con questo discorso:

“Il fatto stesso che l’Universo è creativo, e che le sue leggi hanno consentito la comparsa e lo sviluppo di strutture complesse fino al livello della coscienza – in altre parole, il fatto che l’Universo ha organizzato la propria autoconsapevolezza – è per me una prova considerevole che ‘vi è un qualcosa’ dietro a tutto ciò. L’impressione dell’esistenza di un disegno globale è schiacciante. La scienza può spiegare tutti i processi per mezzo dei quali l’universo si costruisce il proprio destino, ma ciò lascia comunque aperta la possibilità che vi sia un significato oltre l’esistenza

Il secondo (‘La Mente di Dio’) termina così:

“La tesi centrale che ho esplorato in questo libro dice che attraverso la scienza noi esseri umani siamo in grado di comprendere almeno una parte dei segreti della natura. Abbiamo decifrato una parte del codice cosmico. Perché ciò sia accaduto, perché l’Homo sapiens abbia in sé una scintilla di razionalità che gli dà la chiave dell’universo resta un profondo enigma. Noi, figli dell’universo – polvere di stelle animata – ciononostante possiamo riflettere sulla natura dell’universo stesso e perfino intravedere le regole che lo fanno funzionare. Come sia nato il nostro legame con questa dimensione cosmica è un mistero, ma il legame stesso non può essere negato. Che significa tutto questo? Cos’è l’Uomo per partecipare ad un simile privilegio? Non posso credere che la nostra presenza in questo universo sia solo un gioco del fato, un accidente della storia, una battuta casuale del grande dramma cosmico. Il nostro coinvolgimento è troppo intimo, l’esistenza della mente in un organismo di un pianeta dell’universo è sicuramente un fatto di importanza fondamentale. L’universo ha generato, attraverso degli esseri coscienti, la consapevolezza di sé: non può essere un dettaglio banale, un sottoprodotto secondario di forze cieche e senza scopo. La nostra esistenza è stata voluta.”

Il terzo (“La Fisica del Cristianesimo”) addirittura così conclude:

“La Resurrezione di Gesù è un miracolo fondamentale del Cristianesimo (nota = l’autore spiega la Resurrezione come un processo di Fisica moderna di inversione della annichilazione barionica, processo che attuato su grande scala salverebbe l’Universo, che sta accelerando nella sua espansione, dall’ autodistruzione!). Morendo e risuscitando, Gesù non ha soltanto pagato il prezzo dei nostri peccati ma ci ha anche fornito la conoscenza necessaria per salvare l’intero Universo dalla distruzione

Che dire?

Ripeto che parlerò di questi libri e del loro contenuto in futuri post, però è notevole il fatto che tanti autori e studiosi di fisica moderna alla fine giungano a tali conclusioni. Quindi non esistono solo lo sfegatato ateo inglese Dawkins o anche il povero ma geniale Hawking, che ultimamente ha dichiarato di essere arrivato alla conclusione che l’Universo può benissimo essersi fatto da sé e che quindi l’idea di Dio non sarebbe necessaria ...

Cosa si può rispondere? Sì, ammesso anche che l’Universo abbia avuto la possibilità di essersi fatto da solo, questa è solo una possibilità e non una certezza! C’è la pari (secondo me certa) possibilità che l’Universo sia stato modellato da un Creatore intelligente e rispecchi nella sua bellezza (che non è necessaria, che è quindi un quid in più..) la perfezione e l’amore del suo autore.

Siamo quindi a punto a capo!

A quanto pare perciò nonostante lo studio della natura proceda verso limiti inimmaginabili ci sono lo stesso tra gli studiosi due fazioni: chi dice di credere in Dio e chi invece ritiene non necessario postularne l' esistenza.

Evidentemente lo studio dei fenomeni naturali non può essere decisivo, almeno al livello attuale delle nostre conoscenze. O forse è meglio dire che l'esistenza di Dio non è evidente  ma la si nota tra le righe  in maniera tale che chi vuole può anche non vederla: Deus absconditus est!

Una volta lo scrittore positivista scettico francese Zolà ebbe a dire che se fosse stato certo dell’esistenza di un miracolo allora quella sarebbe stata per lui e per la scienza la prova decisiva dell’esistenza del soprannaturale.

Ebbene, io credo che i fenomeni straordinari di cui parlo spesso nel mio Blog siano la prova decisiva!

Ma lo stesso per alcuni questi segni non bastano:  essi restano comunque scettici. Io ritengo che  in questo atteggiamento sia celata un po' di superbia. Vorrebbero infatti vedere Dio in maniera conclamata, e questi deve  coincidere con l'idea che di Lui si sono fatta, forse solo dopo ciò crederebbero…

Ma  Dio si nasconde ai superbi e si rivela agli umili.

Quindi è anche una questione di umiltà e di atteggiamento di ricerca aperta al mistero, cosa che manca alla maggior parte degli esseri umani di oggi, scettici su tutto, relativisti e  pregiudizialmente contrari a Dio.

Io credo che Dio ci dia dei segnali di tanto in tanto, degli sprazzi di luce, sia negli eventi  ordinari della natura (bellezza, simmetria e perfezione matematica delle leggi fisiche) sia nei fenomeni straordinari (miracoli, apparizioni, fenomeni mistici...)  che come per Giovanni nel sepolcro che ‘vide e credette’ (vide dei segni, non Gesù risorto!) possono fare in modo che anche noi una volta ‘visto’ crediamo.
E ricordiamoci che credere, non dopo aver visto direttamente Dio, ma avendo osservato dei ‘segni’ può bastare, infatti il Verbo ebbe a dire rivolto all’apostolo incredulo “Beati quelli che non hanno visto (cioè non hanno visto Lui risorto ma solo dei segni) e hanno creduto!” .

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3 commenti:

  1. '' Ebbene, io credo che i fenomeni straordinari di cui parlo spesso nel mio Blog siano la prova decisiva! ''

    Come mai dio dovrebbe mostrarci 'fenomeni straordinari' per dimostrare la sua esistenza?

    Non basta il suo amore verso di noi?

    L'amore che muove l'universo.

    Per raggiungere l'abbraccio divino.

    soli82man@hotmail.it

    P.S
    Tutto e' curvo.

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  2. Il "Come mai dio (minuscolo?)dovrebbe mostrarci 'fenomeni straordinari' per dimostrare la sua esistenza?"
    occorrerebbe chiederlo a Dio stesso non credi?
    Un cristiano non può non credere ai fenomeni straordinari che manifestano l'intervento divino nella storia e quindi la sua presenza: di miracoli ne sono pieni sia il Nuovo che il vecchio Testamento, e miracoli ne hanno fatto e tantissimi oltre ovviamente Nostro Signore Gesù Cristo anche i Santi

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  3. La Natura avrà le sue simmetrie, le sue armonie, le sue leggi matematiche, ecc. ecc., ma quando un vulcano esplode o un meteorite colpisce il nostro simpatico pianeta, addio bellezza ed armonia! Non parliamo poi dei mostri, idioti, violenti e sadici e distruttori, che popolano questo pianeta e vogliono spacciarsi per creature intelligenti! Insomma a guardarsi intorno c'è veramente poco da stare allegri... Ma ciononostante io credo che gli Dei esistano, ma non sono il creatore, bensì creature così evolute da sembrarci Dei, se qualche volta nella storia abbiamo avuto la ventura di incontrarli... :-) :-)

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