14 dicembre 2015

L'Amore e l'Oblio Divini

Alle volte mi chiedo a cosa possa somigliare l'Amore dell'Altissimo.

Nella Genesi è scritto che Dio ci ha fatto a Sua immagine e somiglianza. Allora forse le dinamiche amorose umane rispecchiano in qualche modo quelle divine.

Perciò...forse l'Amore divino può essere paragonato alla perfezione di tutti i tipi di amore che noi umani sperimentiamo nel nostro pellegrinaggio terreno, quelli che cerchiamo in continuazione,  che ci provocano dolore e nostalgia se li perdiamo . 

Sicuramente è come l'amore tenero di una mamma per il suo bambino, o quello fermo e affettuoso di un padre verso i suoi figli, o quello appassionato dello sposo verso la sposa, o quello struggente dell'innamorato verso la persona amata, o  quello fidato di un amico sincero, o, perchè no, come quello di un padrone verso il suo cagnolino. E potremmo continuare con numerosi altri esempi. Tutti questi amori però non danno che una pallida idea di quello che può essere quello divino. Consideriamo l'essenza profonda di questi amori, eleviamola all'infinito e forse avremo una pallida idea di quello che esso potrebbe essere.


Un esempio dell'Amore divino e della sua tenerezza ce lo ha dato più volte Gesù nel Vangelo. Egli,  vero Dio e vero uomo, ha  accetto di morire per la nostra salvezza. Fra l'altro la sofferenza di Nostro Signore Gesù Cristo in Croce, dovendo servire a riparare tutti i peccati presenti passati e futuri dell'Umanità, è stata INFINITA! L'esempio più calzante della figura umana di Gesù Cristo potrebbe essere quello dell'agnello indifeso e innocente sgozzato.
Riporto due soli passi della Sacra Scrittura per dare un'idea della natura dell'Amore divino. C'è ne uno che ci fa capire che Dio ci ama più di quanto una madre possa amare il suo bambino, è un passo di Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai(1) . E un'altro del Vangelo in cui Gesù  dice: “Gerusalemme, Gerusalemme… quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i pulcini sotto le sue ali, e non hai voluto!(2)

Tempo fa ho letto un libro che mi ha affascinato (3).
L’autore, il dr. Ricardo Perez Hernandez, deceduto a Città del Messico sei mesi dopo la pubblicazione (agosto 1977), asseriva di aver avuto un’apparizione soprannaturale nella persona di una bellissima ragazza ormai in Cielo, da lui conosciuta quando era  bambino all'età otto anni - e di cui era rimasto come innamorato a causa della sua bellezza e dolcezza. La beata gli racconta la Vita della Gloria celeste, parlandogli soprattutto della Gloria accidentale e lo sprona e incoraggia consigliandolo su come fare per meritare il Paradiso. In uno dei passi del dialogo la beata rivela qualcosa sulla natura dell'Amore divino, dice:
Il Creatore è, bada bene, profondamente innamorato di ognuno dei suoi figli umani d’adozione. Lui non ama globalmente il genere umano, al modo come il contadino ama tutto il suo orto, no; Egli ama ciascuno di noi con un Amore supremo, che supera infinitamente il migliore amore creato. Il Signore ama te, singolarmente, con veemenza, con energia, con ineffabile necessità amorosa, con affetto immenso, con tenerezza indescrivibile e con mille altre qualità che non si possono spiegare né in Cielo né sulla terra."
Quindi l'Amore di Dio per ogni creatura è personale e irripetibile, cioè Il Signore ama ognuno di noi con un amore singolare e immenso come se ognuno di noi fosse l'unico nell'Universo!
E come ogni innamorato fa di tutto per conquistare l'anima della persona amata. E quando vede il rifiuto, è colpito da una sofferenza acuta,  quella di un amante respinto.

In questo periodo dell'anno sto trattando in una classe il fenomeno fisico detto Risonanza.
I sistemi oscillanti entrano in ‘Risonanza’, cioè oscillano con ampiezza molto grande acquistando moltissima energia quando sono ‘forzati’ a vibrare da una forza esterna con frequenza pari alla loro frequenza naturale. L’ampiezza di queste oscillazioni può raggiungere anche un valore infinito nel caso di totale mancanza di attrito. Un esempio di risonanza è il processo che fa emettere il suono agli strumenti musicali, o di sintonia di un apparecchio radio su una ben determinata stazione emittente Questo nel piano fisico e materiale. Però credo che il discorso, con le opportune variazioni, possa anche adattarsi all'ambito spirituale. Infatti questo fenomeno mi fa pensare all'azione dell'Amore Divino sull'anima.

Mi pare scontato infatti constatare che ogni essere umano costituisce con la sua personalità un essere unico nell’intero Universo. I nostri ‘oscillatori’ spirituali interiori, quelli che ‘vibrano’ quando proviamo una sensazione di gioia, singolari e irripetibili, hanno una specie di loro personale ‘frequenza naturale’ che costituisce una delle caratteristiche essenziali della nostra personalità. 

L’avvicinarsi a Dio in questa terra, sia con una vita virtuosa che con la preghiera, considerato che Dio nel comunicare con noi usa probabilmente questa ‘frequenza naturale’ personale (che conosce certamente perché ce l’ha assegnata Lui!), provoca già un assaggio della Vita Celeste perché causa la  ‘vibrazione interiore in risonanza’ avvertita come gioia e pace interiore, uno stato di 'felicità' terrena anche se incompleto, frenato com’è dal corpo non glorificato e dal peccato, ma che può arrivare in casi estremi al fenomeno dell’estasi. Ecco perché chi crede in Dio e dialoga con lui con la preghiera, e fa la Sua volontà, cioè se vive una vita basata sulle virtù e pratica la Carità, ottiene già in questa vita il massimo di felicità possibile in terra, e questo in proporzione al livello personale di Grazia, che si trova al massimo grado nei mistici e nei santi.

E in Cielo invece cosa succederà?

Dice il Signore nell’Apocalisse (4) : "Al vincitore Io darò una manna occulta, e gli darò un sassolino bianco, nel quale è scritto un nome nuovo, che nessuno conosce se non colui che lo riceve", probabilmente questo ‘nome nuovo’, che esprime l’essenza della personalità del beato e anche le sottigliezze personali dell’amore che intercorrerà tra lui e l’Altissimo per l’eternità, ha anche a che fare con questa frequenza spirituale naturale di oscillazione che farà del vincitore, forzato dall’Amore divino, come un meraviglioso strumento musicale che emetterà il suono armonioso della sua personalità, unica in tutto l’universo, e provocherà così delle ‘oscillazioni’ interiori che faranno la sua completa felicità appagando per sempre in maniera totale e indefettibile, senza frustrazioni o delusioni di sorta, il desiderio di Amore e di Infinito che ognuno di noi porta nel cuore.

Ma che grande tragedia sarebbe per converso perdere per sempre questo Amore, come invece succede a chi va all'Inferno!

Forse nel giudizio particolare l'anima dannata si condanna perché scopre e osserva la perfetta innocenza divina fatta a pezzi, devastata, sfigurata, martirizzata e macchiata a causa dei suoi peccati, ma nonostante capisca di aver causato una sofferenza sconfinata al Creatore, invece di chiedere il perdono, che provocherebbe una immediata scomparsa delle ferite della Persona divina -  per il valore infinito della Redenzione in Croce di Gesù Cristo - , preferisce non farlo (e questo è un vero mistero!), pur sapendo che il suo rifiuto costituirà il suo peccato più grave, quello contro lo Spirito Santo, che genera una sofferenza infinita al Creatore e pur consapevole nel contempo che dopo quel "no" sarà veramente meritevole della condanna eterna!
Doppiamente colpevole questa negazione perché inferta deliberatamente alla perfetta Innocenza e all'infinita Bontà dell'Altissimo! Come la ferita che subisce l'innamorato abbandonato ingiustamente: è una spada che trapassa l'anima! Ma se Dio ci ama di un Amore infinito, quanto dolore se non uno di grandezza infinita può non provocarGli la perdita irreversibile di un' anima?
Ecco forse svelato il perché ultimo della pena che non avrà mai fine per i dannati: perché l'ultimo rifiuto provoca all'Altissimo un dolore infinito e quindi è meritevole di una punizione che non potendo essere infinita nell'intensità, perchè deve essere subita da una creatura, dovrà esserlo nella durata.

Ma non è finita.
Una volta mi è capitato di leggere un brano in cui Gesù diceva ad un mistico che dopo il perdono delle colpe commesse (mediante il sacramento della confessione) "Dio non ricorda più i peccati, li dimentica completamente".
D'altronde  anche nella Bibbia, in Geremia, sta scritto (5) : "Io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati". Quindi Dio se vuole può "dimenticare"! Io credo che essendo la natura divina perfetta e intoccabile e visto anche che questo dolore enorme provocato dal rifiuto del dannato viene inferto  all'Altissimo ingiustamente, l'Onnipotenza divina sia come costretta e autorizzata a sanare le sue ferite e, come fanno gli innamorati, stende un velo di oblio sugli ex amati che hanno provocato quelle lacerazioni, e li dimentica completamente. Una cancellazione conveniente, anche se tragica per i dannati, ma necessaria per conservare l'integrità, la perfezione e la felicità della Persona divina che per Sua natura non può permettere o tollerare su di Se macchie o ferite durevoli.

Ecco quindi  come si può spiegare forse la tragica, terribile ed abissale disperazione dei dannati: sanno che per loro colpa non sono più nella Mente divina, che ormai li ha espulsi per sempre e ciò per giustizia e necessità. Dio non si ricorderà più di loro per l'Eternità! Come se non li avesse mai creati!
Completamente abbandonati, in mano a Satana e ai demoni per sempre!
Dio purtroppo non può fare ormai nulla per loro, perché è come se non fossero più, anche se continueranno ad esistere  “per sempre, per sempre, per sempre, un sempre il cui numero di anni non ha numero e rispetto al quale, se anni divenissero i granelli di rena di tutti gli oceani della terra, sarebbero meno di un giorno di questa mia eternità immisurabile, fatta di luce e di gloria nell’alto per i benedetti, fatta di tenebre e orrore nel profondo per i maledetti. ” (6) come dice Gesù a Maria Valtorta. L'Altissimo non penserà più a loro perché la Sua Onnipotenza ne ha completamente cancellato la memoria per necessità soprannaturale. E anche perché se così non facesse, persistendo il ricordo, continuerebbe a sentire un dolore infinito per l'eternità! E ciò non sarebbe corretto e conveniente perchè in tal caso Satana, i demoni e i dannati avrebbero ottenuto la loro ingiusta vendetta (7).

Note e crediti

(1) Isaia, (49,15)
(2) Matteo (23,37) Bello questo paragone dell'Amore divino, come quello protettivo e materno  di una chioccia verso i suoi pulcini..
(3) Ricardo Perez Hernandez, ‘Al di là dello Spazio e del Tempo – (Cosa c’è al di là di questa vita?)’ Ed. Segno – Udine.
(4) Apocalisse (2,17)
(5) Geremia 31
(6) Maria Valtorta - I quaderni del 1944 (15/1/1944) 
(7) Questo mio discorso sull'Oblio Divino deve essere preso solo come una ipotesi. Infatti non sono un teologo, e quindi non ho nessuna pretesa di affermare che quello che ho scritto corrisponda effettivamente alla realtà  della natura divina, sotto molti aspetti veramente impenetrabile per noi creature.

 

2 commenti:

  1. Premettendo che a Medjugorje gli avvertimenti sono due, voglio proporre alcune considerazioni sulla luce che si accenderà nel cosmo. Nel 2004 l'astronomo Fabrizio Bernardi e due colleghi stranieri hanno scoperto Apophis, un asteroide NE (vicino alla terra). che presenta alcune singolarità: il noe greco del dio egizio del male e della distruzione, le date in cui sarà visibile (13 aprile 2029 e 2036) e il codice numerico che fa parte del nome (99942). Il 13 aprile del 2029 sarà il secondo
    venerdì di Pasqua (che sarà il primo aprile). Sette anni dopo Pasqua sarà... il 13 aprile! Sommiamo 99942 e otteremo il numero 33 (gli anni di Cristo!) Se ci pensate bene Miriana (che annuncerà i segreti
    tre giorni prima) potrebbe dare l'annuncio martedì 10 aprile ( il mart si recitano i misteri dolorosi) mentre nel 2036 l'annuncio avverrebbe il giovedì santo! Che ve ne pare?

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