29 ottobre 2016

Gli indizi dell’esistenza di Dio – parte 1^ - I mistici


Chi ha avuto modo di dare un’occhiata ai post che ho scritto e pubblicato in questo mio blog, ha senz’altro notato che la mia fede in Dio è presente in ogni mio  discorso, anche quando parlo di Scienza. Questo è perché se credi in Dio veramente, non puoi fare a meno di riferirti a Lui in ogni istante triste o felice della tua vita terrena. Essere convinti fermamente e al di là di ogni ragionevole dubbio che Dio c'è ti cambia l’esistenza e soprattutto gli obiettivi di essa. 
Provo dispiacere per quelli che non credono perché a mio avviso sono i veri poveri, perché non posseggono questo tesoro inestimabile che è la compagnia e l’amicizia dell’Altissimo e perché anche se non lo ammettono sono permeati dall’angoscia della scomparsa e dell’annichilimento finale delle loro vite e dei loro cari. 
Gli atei dicono che chi crede è un illuso, che si protegge inconsciamente dall’angoscia esistenziale inventandosi l’idea di Dio. Parlano in questo modo per ignoranza in quanto non hanno sperimentato e quindi non sanno la differenza che si prova quando dentro di noi Dio c’è. Non provano l’ebrezza dell’Amore divino che scalda il cuore e corrisponde. Infatti spesso chi crede veramente sente una specie di vicinanza e un aiuto che lo confortano, soprattutto se prega o si trova nei momenti difficili della vita, e alle volte riceve anche dei segnali inequivocabili. Quindi spesso il vero credente fa come una specie di pratica dell’amore divino, lo avverte e si sente ricambiato da esso. Che ne sanno i non credenti di tutto ciò? Di ciò che chi crede può ‘sperimentare’ nel cuore? I non credenti fanno di frequente delle affermazioni su ciò che non conoscono e non sentono intimamente, e in ciò manifestano la loro stoltezza oltre che la loro presunzione e mancanza di un atteggiamento ‘sperimentale’ che considera appunto l’esperienza, anche se personale, come una conferma della realtà un po' più seria rispetto alle costruzioni  solo ‘intellettuali’ e ai pregiudizi.

Ma oltre ai segnali che il credente riceve privatamente, ritengo che vi siano molti altri ‘indizi’ pubblici, perciò a disposizione di tutti, sia credenti che non credenti, che l’Amore divino ha seminato qui e là di tanto in tanto e che fanno come 'intuire' o 'sospettare' la sua esistenza, certo in una maniera non completamente evidente e questo per non forzare la nostra volontà e permetterci così di cercarlo, trovarlo e amarlo solo se lo vogliamo.
Ovviamente non posso parlare qui di tutti queste tracce, anche perché alcune le ho studiate, ma molte altre o non le conosco o le ho approfondite poco. Di tutte quelle che conosco ne elencherò perciò solo alcune e comincerò con le testimonianze dei Mistici.

Qualcuno ebbe a dire tempo fa che l’esistenza dei mistici è una delle prove dell’esistenza di Dio. Io aggiungo anche l’esistenza dei Santi, che nella loro testimonianza di vita hanno fatto capire in maniera eclatante fino a che punto la fede in Dio può trasformare il comportamento di una persona.
Tra i mistici porterò l’esempio di Maria D’Agreda, di Teresa Newman e di Natuzza Evolo.

1) La Venerabile Maria D’Agreda che si recava in America senza muoversi dal suo convento..

Uno dei fenomeni più sconcertanti della mistica è il fenomeno della ‘bilocazione’, cioè il fatto che una persona può trovarsi nello stesso istante in due luoghi differenti: tra i più noti che hanno goduto di questo ‘dono’ ci sono San Pio da Pietralcina, Sant’Antonio da Padova, Santa Caterina de’ Ricci, San Giuseppe da Copertino, S. Alfonso de’ Liguori, San Filippo Neri e la venerabile Maria D’Agreda.

Maria D’Agreda visse nella Spagna del ‘600, ai tempi di Filippo IV, con cui ebbe anche una fitta corrispondenza. Molte notizie su di essa ci vengono però dall’Inquisizione spagnola, e anche dal Sant’Uffizio, molto diffidente e attento nello smascherare casi di falsi mistici.

Il Sant’Uffizio nel 1630 si era interessato di lei soprattutto per le sue estasi e le assenze extra corporee che l’avevano messa in stretto contatto con gli indigeni del Nuovo Messico. Lei che non si era mai spostata dal suo monastero in cui era entrata all’età di 12 anni, asseriva di aver più volte viaggiato fuori dal corpo per andare nel Nuovo Mondo, l’America, ad evangelizzare gli indigeni!

All'inizio del Seicento, i missionari francescani già presenti in Messico, decisero di avanzare nel nord della regione, nell'attuale Texas, per fondare nuove missioni; e poi anche in Arizona, California e Nuovo Messico, ma furono massacrati dalle bellicose tribù locali, i famosi e leggendari Navajos, Apaches, Comanches.Nel 1622 una nuova spedizione di francescani, guidati da padre Alonso de Bonavides, raggiunse di nuovo il Texas e il New Mexico, dove impiantarono una missione fortificata e lì dopo un po', i francescani cominciarono a ricevere le visite inaspettate dei capi degli Xamanas, una delle tribù più grandi ed aggressive fra gli 'indiani ' d'America.

Essi chiedevano agli sbalorditissimi missionari di inviare tra loro qualche sacerdote, che amministrasse il battesimo e gli altri Sacramenti; alle domande che venivano poste loro, essi rispondevano che da tempo fra le tribù di quelle regioni, c'era una giovane signora vestita d'azzurro, che compariva fra loro predicando il regno di Gesù Cristo e insegnando le verità della fede; parlava nella loro lingua, compiva prodigi e li esortava a chiamare i missionari; poi scompariva di nuovo, senza rilevare la sua provenienza.

Convinti dalle suppliche degli Xumanas, i francescani si unirono a loro nel viaggio di ritorno, fino ai loro accampamenti; numerose relazioni dell'epoca, raccontano che i missionari francescani, furono accolti da una grande folla disposta in processione e con enormi croci adornate da fiori della prateria; i meravigliati missionari poterono constatare, che quegli indigeni, mai contattati da alcun europeo, possedevano una completa formazione dottrinale e chiedevano solo i sacramenti. Anche in altri luoghi, in Arizona e California, i missionari trovarono tribù indigene sconosciute, già catechizzate da quella che gli storici americani chiameranno "The Lady in blue".

I francescani cominciarono a pensare a Maria di Gesù di Agreda, identificandola nella giovane "signora in blu" (all'epoca suor Maria aveva venti anni e l'abito della Congregazione era azzurro); perché l'arcivescovo di Città del Messico, reduce da una visita in Spagna, aveva parlato loro di una giovane monaca di Castiglia, che, pur non essendosi mai mossa dal suo convento, descriveva minuziosamente in certe sue lettere, l'America come se le fosse familiare.

Nel 1631 padre Alonso de Bonavides, capo della spedizione francescana in Texas, rientrò in Spagna e raggiunse Agreda in Castiglia, a far visita a suor Maria de Jesus. La ventinovenne suora, non ebbe difficoltà ad ammettere di essere stata esaudita nel suo desiderio missionario; Dio le aveva concesso di raggiungere l'America centinaia di volte, non sapendo però "se senza o con il corpo". Aggiunse allo sbalordito padre Alonso, che ne scrisse poi la dettagliata relazione, i nomi di tutti i confratelli missionari, ricordò episodi e avventure missionarie, che lui stesso aveva dimenticato, confermò di avere catechizzato oltre gli Xamanas anche molte altre tribù.

Ancora nel 1699, cioè ben 34 anni dopo la morte di suor Maria, furono scoperte per la prima volta tribù che professavano un cristianesimo senza sacerdoti, perché non ne avevano mai trovato uno; anche questi indigeni raccontarono che molti anni prima, una misteriosa signora con abito lungo azzurro, si era presentata a loro, che ne provarono spavento, tanto che la bersagliarono con le frecce, senza però colpirla, alla fine si tranquillizzarono e presero ad ascoltarla.

Sono molti gli elementi che rendono testimonianza alla realtà del fenomeno, ma ve n'è almeno uno che ne rende difficile una interpretazione. A differenza di altri casi di bilocazione, qui vi sarebbe una prova "materiale" delle apparizioni di Maria de Agreda: dei rosari che ella teneva in mano quando entrava in estasi e che poi, rientrata nel convento, non aveva più con sé. 

Anche l'episodio della folla di Indiani da lei raccolta in file ordinate "con le sue mani" farebbe pensare a un fatto fisico, sebbene gli Xumanas, guardandosi attorno per vedere chi li avviasse, non scorgessero alcuno. Non solo. La badessa di Agreda era convinta di essere stata veramente nel Nuovo Mondo per più di mezzo migliaio di volte, descriveva con precisione luoghi e persone e perfino le cose viste "durante" il viaggio dalla Spagna al Texas: una distanza di circa 10.000 chilometri. Il dettaglio dei rosari, se vero, farebbe pensare a dei viaggi fisici effettuati con il corpo e non a delle "semplici" apparizioni. 
Il Sant’Uffizio dopo approfondita indagine e soprattutto dopo il resoconto che Padre Alonzo de Bonavides fece al suo rientro in Spagna, assolse pienamente la Maria D’Agreda da ogni accusa di falsità.

Un fatto notevole: gli storici americani comprovano nei loro studi le testimonianze degli indiani e quindi quanto abbiamo esposto è accettato dalla storiografia ufficiale americana! Recentemente, nel 2003, un gruppo di Università del Texas ha organizzato un convegno sulla figura della venerabile suora spagnola, che riempì della sua fama la Spagna e le Colonie di re Filippo IV, il quale scambiò con lei centinaia di lettere, chiedendole consigli e pareri.

2) Teresa Neuman e il digiuno completo durato 36 anni..

Teresa Neumann ( 1898 – 1962) visse per tutta la sua vita a Konnensreuth un piccolo paese della Baviera, in Germania. A partire dal 1926 si verificò una serie di fatti straordinari: ricevette le stimmate e ad esse poco dopo si aggiunse il digiuno. che si protrasse per ben 36 anni (avete letto bene: 36 anni), fino alla morte, e il presentarsi di visioni relative ai fatti biblici, alla vita di Gesù Cristo, della Madonna e dei santi, che l’accompagnarono quasi quotidianamente.

A partire dal Natale 1926 infatti Teresa provò una totale ripugnanza per cibi e bevande e smise completamente di nutrirsi. Soltanto dopo la comunione quotidiana prendeva alcune gocce d’acqua per inghiottire meglio l’ostia; padre Naber, suo confessore tuttavia testimonia che a partire dal settembre 1927 non ci fu bisogno neanche di quella. Da allora, per quasi 36 anni, Teresa visse senza mangiare né bere: la comunione era il suo unico indispensabile nutrimento. Padre Naber, che le diede ogni giorno la comunione fino alla morte, ha annotato nel suo Diario : ‘ In lei si compie alla lettera la parola di Dio: La mia Carne è vero cibo e il mio Sangue è vera bevanda’.

Dell’autenticità del digiuno totale di Teresa Neumann non si può dubitare. Molti hanno sospettato inganni, frodi, ma sono risultati tutte calunnie. Per 36 anni, vivendo in una famiglia numerosissima e sempre piena di amici e conoscenti, ed essendo sempre al centro dell’interesse e della curiosità di tutti, Teresa non ha mangiato né eliminato nulla: come avrebbe potuto fingere e fare ogni cosa di nascosto?’

La Chiesa si mosse nella veste della curia di Ratisbona, e ordinò un rigorosissimo controllo che fu eseguito nel luglio 1927. Teresa fu sottoposta ad una minuziosa e rigorosa sorveglianza di una commissione medica e di quattro suore. La curia aveva preventivamente interrogato alcuni esperti per sapere quanto tempo una persona può vivere senza cibo e bevanda. L’esito di questa indagine stabilì un periodo massimo di 11 giorni, specialmente riguardo al bere. Su questo indice si decise di protrarre la vigilanza per 15 giorni.

A due a due le suore, sotto giuramento, osservarono incessantemente Teresa durante quei 15 giorni secondo le istruzioni ricevute. Nei 15 giorni non fu constatata la minima immissione di alimenti o bevade (per la Scienza Teresa doveva già essere morta…) tranne che la particola dell’ostia quotidiana. Il peso rimase praticamente costante. Il peso medio di Teresa Neumann negli anni non è mai diminuito. Ha sempre perduto peso il Venerdì, fino a 4 chili, quando partecipando misticamente e fisicamente alla passione di Cristo perdeva sangue, ma lo recuperava nel corso della settimana (senza mangiare né bere!)’. La curia di Ratisbona si dichiarò pienamente soddisfatta dell’esito del controllo.

Resta da aggiungere che il digiuno ebbe una conferma indiretta: durante il Terzo Reich Teresa fu cancellata dalle liste annonarie e dall’inizio della guerra fino al 1948 non ebbe la tessera alimentare.
Teresa Neumann, la sua famiglia e i suoi amici furono sempre nettamente contrari al Nazismo, e non ne fecero certo mistero; ciò nonostante non ebbero fastidi di alcun genere. Dopo che Hitler ricevette il risultato una indagine fatta dalla Gestapo sulla veridicità del digiuno di Teresa ebbe, a quanto pare, rispetto e timore di lei e la parola d’ordine nei suoi confronti fu: ‘lasciate in pace Konnersreuth’. 

A proposito del digiuno di 36 anni di Teresa Neumann, il gesuita dottor Carl Strater, che fu incaricato dal vescovo di Ratisbona di raccogliere materiali della vita in vista di una possibile beatificazione, afferma: ‘Il significato del digiuno di Teresa Neumann è stato quello di dimostrare agli uomini di tutto il mondo il valore dell’Eucaristia, far capire che Cristo è veramente presente sotto la specie del pane e che attraverso di essa può conservare anche la vita fisica’.

3) Natuzza Evolo e i suoi dialoghi con i defunti

Natuzza Evolo, di umili origini, povera, analfabeta, madre di cinque figli, morta nella festa di Ognissanti del 2009 all’età di 85 anni, viene considerata una delle più grandi mistiche dei nostri tempi, addirittura alla stregua di Padre Pio. Fare un elenco di tutti i carismi che l’hanno interessata è difficile, tanto sono stati numerosi. Provo ad elencarne alcuni: stigmate, emografia, bilocazione, divinazione, preveggenza, xenoglossia, visione e dialogo con i defunti, con gli angeli custodi, con i santi, con la Vergine e con Gesù.

E’ stato veramente notevole il numero di anime dell’aldilà che hanno parlato tramite Natuzza. Queste fra l'altro spesso hanno fornito agli ascoltatori dei particolari di avvenimenti nascosti o passati completamente sconosciuti alla veggente e che poi con una successiva verifica sono risultati veritieri.


Con l’avanzare degli anni però questa ‘capacità’ di ascolto si è trasformata in una capacità cosciente di vedere i defunti: essi si presentavano normalmente accompagnandosi ai parenti viventi che le facevano visita. Potendo dialogare con essi, la rivelazione di particolari completamente sconosciuti alla veggente, e poi scoperti come veri, hanno avvalorato la veridicitàdi tali apparizioni.
Possedeva la capacità di vedere l’angelo custode delle persone, potendo anche dialogare con esso. Inoltre spesso riusciva a comunicare con persone che non conoscevano l’italiano in quanto l’angelo faceva da interprete.

Ogni venerdì, e soprattutto durante il periodo della quaresima, riviveva la passione di Cristo: flagellazione, coronazione di spine, crocifissione. E durante queste sofferenze atroci emetteva un sangue che asciugato con fazzoletti puliti, come mosso da una forza invisibile, lasciava impresso figure sacre e scritte a carattere religioso in diverse lingue, anche in latino e aramaico, sconosciute a Natuzza che non sapeva né leggere né scrivere. Riceveva centinaia di persone al giorno che venivano a visitarla e ad ognuno dava un parola di conforto e di speranza. Inoltre è sempre stata povera e mai ha accettato offerte di alcun tipo: faceva tutto gratuitamente.

Molto belli sono stati i dialoghi quasi quotidiani tra lei e la Vergine o Gesù: pieni di umanità e familiarità, semplici ma con un nesso teologico inattaccabile, senza sbavature o forzature: parlava infatti con loro come con degli amici o parenti stretti. 

(continua con la 2^ parte)
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Note e crediti

1) Su Maria D’Agreda notizie tratte da: Lia Pierotti Cei – La Dama Azzurra – Piemme 2000

2) su Teresa Newman notizie tratte da: Paola Giovetti - Teresa Newman – Edizioni Paoline.

3) su Natuzza Evolo notizie tratte da: Luciano Regolo – Natuzza Evolo il miracolo di una vita – Mondadori 2010

2 commenti:

  1. Grazie per il bellissimo post. Forse è proprio questa mancanza dell'Amore per Dio che ci porta a desacralizzare ogni cosa. Tutto diventa insapore perché abbiamo amuchinizzato pure Dio.
    L'altro sole.
    "La nave è in mano al cuoco di bordo. E ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta ma ciò che mangeremo domani" Kierkegaard
    o questa incredibile "presunta" profezia del Monaco Basilio:

    IL SERMONE SULLE COSE INVISIBILI

    “All’uomo era stato donato l’occhio della carne
    e quello dello spirito, ma, quando il millennio
    sarà finito, lo spirito sarà cieco
    e l’uomo vedrà solamente
    le cose di un mondo destinato a passare.
    Egli dimenticherà che i mondi sono due:
    il primo fatto di pietre eterne cementate con l’amore
    e la spiritualità, il secondo di pietre
    che si sgretoleranno nel tempo,
    cementate con l’ansia del successo e l’egoismo.
    Il primo mondo e’ eterno, il secondo temporaneo.
    Questo e’ il grande segreto che l’uomo
    dimenticherà completamente,
    vivendo solamente per ciò che vede
    con l’occhio della carne,
    per le pietre che si sgretolano,
    per i muri destinati a crollare.
    E vivrà male.
    La pazzia umana preferirà il temporaneo
    all’eterno e l’uomo che vedrà quel sottile raggio
    d’amore che unisce sin dalla nascita tutti
    gli uomini. Non vedrà quel sottile raggio vitale
    che unisce tutti gli esseri viventi della terra.
    ...L’uomo che usa solamente l’occhio
    della carne vivrà male e soltanto a metà
    della sua vita, perché vedrà solo le foglie
    e non i fiori, ne’ le anime sante che ci sono accanto
    per consolarci e aiutarci nel momento
    in cui passeremo dal temporaneo all’eterno.
    Non vedrà l’eterna pianta che da’ tre frutti
    distinti, ma uguali: amore, bontà, felicità,
    ma quando le pietre saranno rinnovate
    e i tempi della carne sepolti, l’Eterno riaccenderà
    nell’uomo l’occhio dello spirito e di esso l’uomo
    vivrà in una dimensione di felicita’ angelica.”

    Credere significa in effetti "solo" questo:
    continuare a camminare tra le macerie di un mondo che si illude di poter clonare Dio, avendo la certezza assoluta che almeno Lui non ha bisogno di "aggiornamenti"

    "Ebbene, è proprio lui che ha dato diversi doni agli uomini: alcuni li ha fatti apostoli, altri profeti, altri evangelisti, altri pastori e maestri. Così egli prepara il popolo di Dio per il servizio che deve compiere. E così si costruisce il corpo di Cristo, fino a quando tutti assieme arriveremo all'unità, con la stessa fede e con la stessa conoscenza del Figlio di Dio; finché saremo giunti alla perfezione, a misura dell'infinita grandezza di Cristo che riempie l'universo. Non saremo allora più come bambini messi in agitazione da ogni nuova idea, portati qua e là come dal vento. Gli uomini che agiscono con inganno e con astuzia non potranno più farci cadere nell'errore. Al contrario, vivremo nella Verità e nell'Amore, per crescere continuamente e per avvicinarci sempre più a Cristo. Egli è il capo; e ogni parte del corpo collegata dalle giunture che lo tengono bene unito, riceve da lui quella forza che fa crescere tutto il corpo, nell'Amore."

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