2 gennaio 2017

Una Fede ragionevole

Il credere in Dio dipende dalla storia personale di ognuno, infatti le strade che portano alla Fede sono molte e una di queste può essere costituita da un percorso razionale illuminato dalla Grazia e fatto nell'ambito della filosofia o della teologia.
Ma questo percorso può essere costituito anche dallo studio dei fenomeni naturali?

La storia della scienza è piena di studiosi che erano credenti e studiosi che non lo sono stati, così come la filosofia ha avuto filosofi religiosi e filosofi atei. Quindi lo studio della natura e delle sue leggi, come pure quello della filosofia e della teologia, non può automaticamente portare al credere in Dio.

Per poter credere occorre che ci sia comunque la Grazia, l’illuminazione soprannaturale, che è un dono divino che noi possiamo accettare o rifiutare (anche senza rendercene conto) e che deve agire o prima o durante o dopo la nostra ricerca della 'verità'.
Ciò succede in particolare nell'ambito delle scienze sperimentali, che sono il ramo del sapere di cui mi interesso di più..

Tale studio viene influenzato da ciò che già lo studioso crede in termini di esistenza del divino: infatti se uno è ateo e vuole continuare ad esserlo, sarà completamente materialista ed attribuirà al caso la nascita delle leggi naturali e invece se è credente nello studiare i fenomeni intravederà in essi una causa  che riporta al trascendente. Ad esempio, per me che sono credente il fatto che le leggi fisiche siano razionali mi rimanda all’esistenza di un Altro che le ha create, mentre chi non crede si accontenta di dire che esistono le leggi fisiche e basta, non si preoccupa se sono state state fatte da un essere Superiore, anzi di solito lo esclude a priori (anche se non ha prove per poterlo fare, spesso si tratta quindi anche di un atteggiamento di autosufficienza..).

Comunque è inutile negarlo, purtroppo l’atteggiamento dominante della Scienza verso la Religione non è neutrale, soprattutto dall’ illuminismo in poi, questo è sempre stato negativo per non dire ‘spregiativo’. Forse complice il cosiddetto ‘materialismo dialettico’ che ha infiltrato  tutto, anche i modi di pensare e le basi del discorso scientifico, lo scienziato lo si ritiene tale solo se (fideisticamente) aderisce ai dogmi materialistici. E questo alla faccia dell’indipendenza dai pregiudizi dello scienziato, pregiudizi di cui vengono invece accusati paradossalmente i credenti.

Si è passati dalla necessità metodologica  nel cercare le leggi della natura senza semplicisticamente rapportare tutto al divino, così come invece facevano gli uomini preistorici, ad una assolutizzazione ontologica, negando del tutto l'esistenza del soprannaturale. Insomma, invece di ammettere la possibilità di cause oltre che naturali anche extranaturali, metafisiche, e quindi al di là dei metodi di indagine della fisica, le si nega aprioristicamente, facendo così un discorso simmetrico e opposto rispetto a quello esclusivamente spiritulistico degli uomini primitivi.

E questo modo di pensare si è infiltrato anche nella mente delle persone 'comuni' che non studiano le scienze e ormai molti credono che avere fede sia sinonimo di ignoranza o stupidità e invece sia giusto e moderno credere in ogni affermazione della Scienza. Ma questa fiducia alle volte è forse un po' eccessiva e alla lunga può rivelarsi deludente perchè in realtà le teorie scientifiche sono spesso costruzioni umane approssimate e provvisorie, approssimate - perché la conoscenza ‘perfetta’ dell'esistente è al di là della nostra portata  per limiti nostri e per quelli imposti dalla realtà stessa nella sua essenza, come insegna ad esempio il Principio di Indeterminazione - e provvisorie - in quanto trattano casi particolari di situazioni più generali 'comprensibili' solo con teorie più raffinate che devono ancora essere inventate e che molto probabilmente forniranno  un modo diverso di  interpretare la realtà (la teoria della Relatività e la Meccanica Quantistica che hanno sostituito la Fisica classica Newtoniana ne sono state un esempio).

Ma al di là di ciò, uno 'scienziato' credente può trovare appoggi nella realtà per la sua Fede ?
Le condizioni credo siano che essa sia razionale, nel senso 'ragionevole', e che ci siano per lo meno degli indizi, come quasi delle prove 'sperimentali' della sua consistenza.
Io penso che sussistano per il Cristianesimo ambedue le condizioni.
Infatti la religione Cristiana nella sua espressione ‘cattolica’ è la più ‘ragionevole’ tra tutte le religioni e ciò lo hanno mostrato nel corso dei secoli grandi teologi come San Tommaso D’Aquino (con la sua monumentale ‘Summa Teologica’), Sant’ Agostino o altri Padri e Dottori della Chiesa.

Essi hanno analizzato e discettato sui dogmi e i contenuti della fede in modo rigoroso e ‘razionale’. Infatti se si studia la religione cattolica si trova che tutti i discorsi sono coerenti, non ci sono sbavature irrazionali, né contraddizioni.
Certo esistono i Dogmi, ma questo succede perché la nostra mente non può capire del tutto il mondo trascendente, almeno finché è in questo mondo. D’altronde alcune affermazioni previe tipo i ‘dogmi’ ci sono anche nelle discipline scientifiche, i cosiddetti ‘principi’ della fisica o gli ‘assiomi’ della matematica ad esempio.

E inoltre esistono  dei fenomeni e reperti, che possono essere assoggettati a verifiche sperimentali, quali ad esempio la Sindone o i miracoli eucaristici: studiati in maniera imparziale, proprio in virtù di una spiegazione scientifica, sembrano ‘per forza’ rimandare all’esistenza del trascendente.

E' davanti a questi fenomeni che lo studioso ateo si trova più in difficoltà e sembra arrampicarsi sugli specchi nel cercare di dare una spiegazione ‘naturale’ che escluda ogni intervento soprannaturale, mentre per me che sono credente essi sono una conferma ‘lampante’ (oserei dire ‘abbagliante’…) di ciò in cui credo. E forse proprio lo studio ‘onesto’ di questi fenomeni e reperti ‘al di fuori del comune’ e ‘inspiegabili’, con mente aperta e scevra da pregiudizi, può costituire quel ‘percorso razionale’ nell'ambito delle scienze sperimentali che può portere alla Fede. (E, guarda caso, tutti i fenomeni ‘seri’ ma 'inspiegabili' si ritrovano nel cristianesimo...).

4 commenti:

  1. Andrebbe riscoperta e rivalutata la Scuola di Antiochia, che parte dal Gesù uomo per arrivare a sancire la
    sua divinità e la fede in Lui come conseguenza, che poi è lo stesso tipo di esperienza avuta dagli apostoli.

    Chi scrive da agnostico è diventato credente proprio con l'ausilio delle argomrntazioni di questa scuola.

    Invece ad aver sempre avuto il primato è la Scuola di Alessandria, che parte dall'incarnazione del Verbo, ma corre il rischio di essere vista come una bella favola e niente più e il noioso catechismo di S. Pio X - che io ho subito e credo abbia fatto più male che bene - era la quintessenza della Scuola Alessandrina.

    Non si può discutere con qualche matematico più ottuso che impertinente con argomenti della Scuola Alessandrina, ma lo si può fare benissimo (ammesso che si abbia voglia e tempo da perdere) con una formazione da Scuola di Antiochia.

    E per finire, cathopedia.org non ha neppure la voce, basti questo per capire quanto poco sia considerata
    la Scuola di Antiochia.

    Too bad! :(

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  2. Molto interessante!la mia esperienza riguardo la fede,credo sia stata proprio una grazia,perchè in un momento molto "brutto" della mia vita nel quale mi chiesi se ci fosse qualcosa di eterno o qualcosa per cui "valesse la pena" di apprezzare questa vita,per qualche misterioso motivo e dopo aver chiesto a Dio di aiutarmi,cominciai a leggere la Bibbia....nei momenti più difficili la aprivo e sistematicamente "quella" frase che trovavo,rispondeva ai miei "gemiti" come se mi parlasse e questo mi tranquillizzava,sentivo e capivo il Suo amore...questo processo è durato circa un mese...dai profeti e Mosè, passai poi a S.Paolo e da lì arrivai finalmente ai vangeli....da notare,che ho sempre creduto in Dio ma non avevo mai letto la Sacra Scrittura....quando sono arrivato al capitolo dove si trova la frase "Prima che Abramo fosse, io sono" ho subìto quasi uno shock perchè quel Dio l'ho visto,nella mia mente, immediatamente sulla croce che moriva in quel modo orribile ed era come se stessi davanti a Lui e fossi pienamente consapevole che si trovava lì, ESATTAMENTE per colpa mia!il dolore mi fece contorcere come un verme,è stato un tutt'uno il sentirmi in colpa,piangere, chiedere perdono e sentirmi votato all'abisso......mi ritrovai addirittura nell'atto di coprirmi la testa come per difenderla da tutta l'ira che sentivo doveva da un momento all'altro venirmi addosso...e piangevo, piangevo....poi all'improvviso un'ondata di amore e perdono mi hanno avvolto e da quel momento la vera pace non mi ha più lasciato e ho capito che accettando e credendo nel suo sacrificio come atto d'amore per la riconciliazione, è stato proprio come "mangiare la sua carne e bere il suo sangue" e mi chiedo...forse è per questo che quando Gesù parla di questo,alla fine del capitolo 6 di S.Giovanni dice "E' lo Spirito che dà la vita,la carne non giova a nulla;le parole che vi ho dette sono Spirito e vita"?E' interessante anche il fatto che,sempre nello stesso capitolo,si legge che però alcuni non credevano e allora Gesù dice "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è concesso dal Padre mio" e sembra proprio quello che è successo a me.Spero di non essere stato prolisso ma volevo condividere la mia esperienza e complimenti per il sito!Andrea.

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  3. Grazie della testimonianza molto toccante, benvenuto.

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  4. IO penso che la scienza stessa porti a Dio riferendomi alla prima parte dell'articolo,solo che gli atei ,a mio avviso,NON vogliono vederci la mano del creatore in tutto cio' che esiste,eppure basterebbe fermarsi a riflettere,ad esempio,sugli apparati e sistemi del corpo umano,cosi' complessi,organizzati e finalizzati allo scopo di portare a compimento e seguire il programma genetico impostato all'atto della fecondazione.Se non avessimo una nostra capacita' di autoregolazione,pensiamo a tutti sistemi del nostro corpo,dal sistema nervoso,a quello immunitario,cardiovascolare,respiratorio,renale ecc che si regolano continuamente mantenendo una omeostasi interna,una adatta e idonea concentrazione delle sostanze ,nei confronti dell'ambiente esterno e delle sue variazioni, e del nostro stile di vita,una neutralizzazione continua dei microrganismi estranei,non vivremmo un solo istante su questo pianeta.
    Siamo quindi esseri che si autoregolano,tutto su una programmazione genetica che solo in minima parte produce proteine strutturali,ma in massima parte ha geni con funzioni di regolazione e di attivazione,in caso di necessita', delle varie esigenze dell'organismo.Qui ci vedo la mano del creatore,solo i fideistici atei pensano che siamo un frutto del caso o di un incidente di percorso.TUtto cio' che siamo e'prodotto di una intelligenza,perche' dove c'e' programmazione c'e' una intelligenza che l'ha decisa e concepita.
    Bisognerebbe solo rispettare e seguire le leggi di Dio,il Decalogo, per essere in pace con noi stessi e nelle nostre famiglie e seguire il vangelo,magari leggendolo ogni giorno.
    Nel mondo di oggi,a mio avviso molto brutto, dove l'egoismo e il narcisismo sono diventate leggi(vedi l'aborto e altre aberrazioni)che prevaricano gli interessi soprattutto dei piu' deboli,penso all'eutanasia e all'utero in affitto,in cui il bambino neonato e' diventato un pacco da acquistare,c'e' bisogno,almeno da parte di noi cristiani,di seguire scrupolosamente le leggi di Dio e di pregare...

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