3 dicembre 2021

Alcune considerazioni critiche sull’Evoluzionismo

Qui di seguito alcune mie riflessioni sull'Evoluzionismo pubblicate nella bacheca Facebook personale nel corso di questi ultimi mesi...

Sto notando che in biologia la differenza fondamentale tra la struttura degli esseri viventi e quella dei meccanismi costruiti dagli esseri umani è che i primi fanno uso a livello microscopico di fisica e chimica perfettamente integrati, ma soprattutto di quest'ultima, mentre i manufatti tecnologici, anche i più sofisticati, si basano quasi esclusivamente su processi fisici, principalmente meccanici ed elettronici: la chimica quando c'è è poca e questo perché la capacità di costruire sofisticatissimi micro-laboratori chimici specializzati e automatizzati quali sono le cellule viventi è stata finora al di là di qualunque possibilità umana.

A mio avviso, le continue scoperte della Genetica diventano un ostacolo sempre più grande e invalicabile per l'ipotesi della macroevoluzione. Infatti per poter nascere una nuova funzione o un nuovo organo, e quindi una nuova specie, le mutazioni microscopiche casuali favorevoli a livello di genoma dovrebbero essere talmente tante, e tutte individualmente improbabili, che il supporre che siano avvenute per giunta in fila indiana o in contemporanea, accordandosi tra loro 'inconsapevolmente' in maniera tale da costruire qualcosa di macroscopico che ha uno scopo e un compito, appare così improbabile che è molto difficile ritenerlo possibile. 

Credo di aver intuito una delle grosse difficoltà in cui si trova la teoria dell'Evoluzione e provo a spiegarla brevemente: per gli evoluzionisti le analogie sono le strutture diverse che hanno la stessa funzione - esempio l'occhio di una mosca e quello di un topo - e che dimostrano uno sviluppo indipendente, perciò il topo in base a ciò non può derivare dalla mosca; le omologie invece sono strutture identiche che hanno funzioni diverse – esempio le ali di un pipistrello, le pinne di una balena, le mani di un uomo, tutte con 5 'dita' portanti - e che per gli evoluzionisti dimostrerebbero una discendenza evolutiva comune. 

Il problema sorge nel momento in cui si nota che molti animali sistemati nello stesso ramo di discendenza per via delle omologie non solo derivano questi organi simili da differenti zone embrionali, e questo è già un grosso problema, ma presentano spesso anche delle analogie: ne consegue che se si vuole mantenere la discendenza ottenuta con le omologie bisogna postulare lo spuntare casuale e indipendente delle analogie presenti in diversi animali dello stesso ramo, quindi con probabilità sempre più piccole. Insomma, mentre le analogie tenderebbero a escludere la discendenza, le omologie invece la includerebbero, ma essendo spesso presenti entrambe, la scelta su quale debba prevalere resta del tutto arbitraria e in base a quale si fa vengono fuori alberi genealogici differenti e contraddittori.

Tutti gli esempi di Evoluzione che di solito vengono fatti dai divulgatori sono in realtà delle variazioni sul tema nell'ambito della stessa specie, e che quindi fanno parte della cosiddetta microevoluzione, l'unica verificata e ammessa anche dai creazionisti e di cui esistono numerosissime prove sperimentali (incroci tra piante per ottenerne alcune con determinate caratteristiche, varie razze canine, diversi tipi di uccelli che differiscono per becco, dimensioni, piumaggio, ecc). Ma di cambiamenti da una specie ad un'altra con nascita di nuovi organi e nuove funzioni, che vanno sotto il nome di macroevoluzione non esistono vere prove indiscusse e accettate da tutti gli scienziati. L'unico esperimento evolutivo in tal senso è stato fatto da Lenski nel 1988 su una popolazione di batteri facendoli riprodurre per 20.000 generazioni equivalenti ad un periodo di alcuni milioni di anni umani. Ebbene non è stata trovata nessuna traccia di macroevoluzione: si sono registrati cambiamenti lievi, ma tutti nell'ambito della microevoluzione. Insomma, almeno finora, non ci sono prove indiscuscutibili accettate dalla totalità degli studiosi che confermino la teoria dell'evoluzione, quindi essa è allo stato attuale più una ipotesi interpretativa di come si sarebbero svolti i fatti, non confermata però in maniera certa da risultati sperimentali dalle interpretazioni non controverse. Ma questo non lo si può dire troppo forte perché il gotha scientifico attuale, con atteggiamento più ideologico che scientifico, ha deciso che quella macroevolutiva debba essere l'unica spiegazione ammissibile. 

Diceva il filosofo della scienza Kuhn nella sua opera “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” (1), che una volta che la scienza, in un determinato periodo storico, ha costruito, consolidato e accettato un paradigma, vengono fuori delle resistenze molto forti atte a conservare tale struttura, e tutte le idee e teorie che mettono in pericolo tale visione vengono emarginate, derise e rifiutate. Ma ciò per il progresso scientifico non può essere positivo, in quanto la scienza si deve basare sul dubbio e sull’analisi di nuove teorie che anche se su certi aspetti contraddicono quelle precedenti risolvono nuovi problemi che le vecchia teoria non riesce a spiegare. Ecco perciò quello che mi sento di rispondere a quelli che obiettano che "la maggior parte degli scienziati appoggiano la teoria dell'evoluzione": la storia della scienza ha confermato che i progressi e le rivoluzioni scientifiche sono stati fatti da pochi, mentre la maggior parte degli altri scienziati ha avuto quasi sempre un atteggiamento conservatore. Non è detto che quest'ultimo sia stato sempre necessariamente un male, non si può essere ovviamente accondiscendenti verso ogni nuova teoria, ma se questa condotta diventa eccessiva, con uno schierarsi ideologico che sembra essere contrario a prescindere alla stessa proposizione di dubbi, diventa un freno intollerabile e colpevole verso il progresso scientifico stesso. 

Il naturalismo non accetta l’idea che negli esseri viventi ci possa essere un finalismo, un disegno o una progettazione per uno scopo. Eppure molti indizi in biologia farebbero pensare al contrario. Questo si nota nella complessità strutturale e funzionale di certi organi, che fa sospettare che loro origine casuale nell’ambito delle probabilità accettabili non si possa ritenere plausibile. Nella teoria dell’evoluzione non è nota nessuna pressione selettiva che potrebbe favorire l’origine di strutture più complesse di quanto sarebbe richiesto per la sopravvivenza.

Esempi di questa complessità se ne potrebbero portare molti, ne riporto alcuni, quelli

-nell’ambito della complessità che potremmo dire di tecnologia avanzata o futuristica: la natura è stata spesso fonte di ispirazione per il progresso tecnologico; gli scienziati nello studiare piante e animali si sono accorti di frequente dell’esistenza di soluzioni ingegneristiche avanzate che hanno poi utilizzato nei loro manufatti.

-nell’ambito della complessità giocosa e della bellezza: negli esseri viventi c’è la presenza di caratteri che ‘appaiono più insoliti di quanto ne necessiterebbe la struttura’

-nell’ambito della complessità sovrabbondante: ad esempio l'occhio e l'orecchio umani. il meccanismo dell’occhio è molto sofisticato, ne sarebbe bastato anche uno molto più semplice, un complesso che assicurasse la visione in bianco e nero, magari al più con sfumature di grigio e comunque con una risoluzione minore. Sembra esserci in questo caso perciò una sovrabbondante raffinatezza difficilmente spiegabile come necessità evolutiva (fra l’altro si stima che l'occhio umano abbia una risoluzione di 576 Mega pixel: e io che pensavo di avere una reflex Canon "super" con la sua risoluzione di 12 Mega pixel!). Così come per l’occhio anche per l’orecchio sarebbe bastato un organo più semplice, che magari facesse sentire solo alcuni suoni sia bassi che alti

- nell’ambito della complessità o variabilità programmata: ci sono diversi casi in cui alcuni gruppi di individui di specie animali o vegetali, in certe condizioni, ad esempio di isolamento in certe zone geografiche, hanno subito processi di speciazione rapida, cioè cambiamenti molto veloci e tali da farli diventare un tipo di sottospecie a parte che non ha più la possibilità di incrociarsi con il gruppo della specie da cui si è staccato. Quello della speciazione può essere considerato un esempio dell’esistenza di ‘potenzialità’ nel pool genetico di una popolazione, come la sussistenza di strumenti utili ad affrontare diverse e possibili future situazioni di disagio. Sembra quindi di essere con ciò in presenza di una ‘variabilità programmata’, di una complessità potenziale, che si manifesta in atto quando le condizioni ambientali lo richiedono

-nell’ambito della complessità irriducibile : un sistema si dice irriducibilmente complesso se è composto da ‘pezzi’ che fanno parte di un insieme cooperativo funzionante e tali che nessuno di essi può essere eliminato senza che il sistema smetta di funzionare. La probabilità della formazione casuale di un sistema irriducibilmente complesso è irrisoria e rasenta l’impossibilità: infatti ogni singola parte isolata non avrebbe ragione di sussistere, perché sarebbe uno spreco e verrebbe eliminata dalla selezione naturale, e quindi si deve supporre la formazione e l’aggregazione e il raccordo contemporaneo delle singole parti per ottenere in tal modo un complesso funzionante.

Tra le cose non necessarie dal punto di vista della sopravvivenza e quindi non giustificabili evolutivamente anche per la loro ingegnosa e sofisticata complessità, credo si possa portare l'esempio dell'esistenza di veri e propri apparati di analisi di frequenza dei colori, nell'occhio, e dei suoni, nell'orecchio. In base alla frequenza del segnale, meccanico per l'udito ed elettromagnetico per la visione, entrano in 'risonanza', cioè rispondono, solo alcune cellule anziché altre e ciò comporta l'attivazione di un potenziale di azione in una ben determinata fibra nervosa collegata a quelle cellule, creando così, nei neuroni appositi della zona della corteccia cerebrale deputata all'udito o alla visione, dei segnali che vengono percepiti dalla nostra mente come ben determinati suoni o colori. C'è in questi casi troppa differenziazione e finezza per essere spiegabile come necessità evolutiva. Sarebbero bastati anche dei meccanismi molto più semplici: per l'ascolto, il sentire rumori o suoni di frequenza ottenuta con una media delle frequenze, e per la visione, il vedere un mondo in bianco e nero, magari con al più variazioni di grigio. Invece abbiamo la possibilità di percepire numerosissime sfumature di suoni e colori, e ciò ci permette di godere della bellezza del creato e di sviluppare e usufruire delle attività artistiche tipicamente umane quali la musica e la pittura.

Studiando i processi di impollinazione dei fiori se ne scoprono alcuni veramente originali e irriducibilmente complessi mentre esistono dei modi molto più semplici che funzionano lo stesso. Esempi sono il ristorante per insetti del Gigaro (un fiore di campo) e la sacca da pasticcere del Lupino. In queste e tante altre variazioni sul tema che abbondano in natura, e che non sarebbero strettamente necessarie dal punto di vista evolutivo, si può scorgere forse l'impronta di un designer, che manifesterebbe così la sua creatività e fantasia tramite una progettazione 'giocosa'!

L' entanglement è un sorprendente effetto fisico quantistico che ha messo in crisi il concetto di separazione spaziale tra oggetti e quello dell'azione a distanza. In pratica due oggetti gemelli (ad esempio due elettroni o due fotoni), che vengono creati in uno stesso punto in due stati complementari in senso quantistico, come spin su/spin giù, o due polarizzazioni ortogonali, orizzontale/verticale, pur allontanati l'uno dall'altro anche a distanze considerevoli mantengono un legame, per cui un'acquisizione di uno dei due stati quantistici causato in uno di essi (ad esempio facendogli acquistare lo stato spin giù) si ripercuote istantaneamente sull'altro facendo assumere al gemello lo stato complementare opposto (nell'esempio lo spin su).
Nei laboratori di fisica che sperimentano l’ entanglement si riesce a mantenere tale stato di coerenza - che a causa delle influenze ambientali può andare distrutto - solo per un tempo molto breve, e a temperatura ambiente per massimo 80 microsecondi. Ebbene, è stato scoperto che invece gli occhi dei pettirossi riescono a generare uno stato entangled di almeno 100 microsecondi. Ecco cosa dice il fisico Klaus Schulten che ha scoperto il fenomeno: "la ricerca ha rivelato l’esistenza di speciali cellule ottiche contenenti una proteina chiamata criptocromo. Quando un fotone entra nell’occhio, colpisce il criptocromo, dando una spinta di energia agli elettroni che esistono in uno stato di entanglement quantistico. Uno degli elettroni migra a pochi nanometri di distanza, dove percepisce un campo geomagnetico leggermente diverso rispetto al suo partner. A seconda di come il campo magnetico altera lo spin dell’elettrone, vengono prodotte diverse reazioni chimiche. In teoria, i prodotti di molte di queste reazioni attraverso l’occhio di un uccello possono creare un’immagine del campo magnetico terrestre come un modello variabile di luce e buio". Un altro fisico, Simon Benjamin dell’Università di Oxford, col suo team che ha studiato l'entanglement usando una particolare molecola confinata in una gabbia geometrica di carbonio con un atomo di azoto all’interno, e che può però farlo solo per 80 microsecondi, ha concluso: "Come può un sistema vivente essersi evoluto per mantenere anche uno stato quantistico meglio di quanto possiamo fare in laboratorio? (già, come può? - nota mia.) Il pettirosso, comunque funzioni, qualunque cosa ci sia dentro, in qualche modo sta andando meglio della nostra molecola molto bella appositamente progettata. È semplicemente sbalorditivo" (2).

A mio parere la firma del Creatore si scopre man mano che con la ricerca scientifica si palesa sempre di più l'estrema complessità strutturale e organizzativa degli esseri viventi, a partire dalla cellula sino all'organismo completo. Sono convinto che in ultima analisi l'accusa di ignoranza e fideismo rivolta dagli evoluzionisti a coloro che credono in un Disegno Intelligente nella Natura gli si possa rivoltare contro perché, chiusi nelle loro specialità e ciechi verso ciò che esula dal loro campo di studio, è per ignoranza e conseguente sottovalutazione di questa sbalorditiva complessità che la maggior parte di loro afferma che è tutto frutto del caso. L'ho detto e lo ripeto: sono convinto che in un futuro non lontano, la dottrina evoluzionista si rivelerà come la fake scientifica più grande di tutti i tempi!

C'è un'obiezione che spesso viene fatta a chi sostiene la tesi della creazione divina. Siccome infatti a quanto sembra diverse specie sono apparse all'improvviso, poi si sono estinte e dopo ne sono spuntate altre più complesse, fra cui alla fine anche l'uomo, dicono: "ti pare credibile che Dio si sia messo a fare atti successivi di creazione nel tempo? Se Dio avesse creato tutto lo avrebbe fatto portando all'esistenza tutti gli esseri contemporaneamente". Ma in questo ragionamento scorgo almeno due possibili errori: il primo è che forse pensiamo di saperne più di Dio, infatti Egli nella sua infinita sapienza potrebbe anche aver deciso di fare così perché magari era la cosa più conveniente e, secondo, il discorso che si fa è forse troppo antropocentrico, in quanto quelli che noi esseri umani vediamo come eventi temporalmente separati magari non lo sono nella visuale atemporale divina e possono far parte di un unico atto creativo "istantaneo" effettuato da Dio nel suo eterno presente, in cui passato e futuro coesistono, e che si manifestano però alla nostra percezione legata al tempo che scorre come una successione di numerosi eventi creativi avvenuti in epoche differenti. 

A ben vedere, infatti l'atto creativo divino è avvenuto nella dimensione atemporale, e perciò potrebbe essere stato un atto singolo che poi si è riverberato e sviluppato nel tempo, magari perché così programmato, e con una successione cronologica di diversi esseri viventi, l'ultimo dei quali è stato l'uomo. In tal modo cadrebbe l'obiezione sulla figura del Dio che agisce a più riprese, quasi a fare le prove o a correggersi, e che viene considerata poco credibile dal punto di vista teologico: la creazione sarebbe stata invece così solo un atto unico, ma noi l'abbiamo vista svilupparsi come un susseguirsi temporale di esseri viventi, dai più semplici ai più complessi. Quello che ci appare come una evoluzione potrebbe invece essere stata solo una specie sviluppo piramidale, con variazioni sul tema man mano che dalla base si sale verso l'alto, con gli organismi più semplici che nel tempo preparano il terreno a quelli superiori e che generano e modellano un sistema ecologico sempre più adatto a mantenere la vita di esseri viventi sempre più sofisticati. Riflettendoci, a parte gli animali e piante che si sono estinti, magari per dare modo ad altri 'superiori' di manifestarsi liberando nicchie ecologiche, questa piramide sussiste tuttora: dai batteri all'uomo ci sono tutti e combattono la loro lotta per l'esistenza e la sopravvivenza.

Alle volte mi chiedo come l'evoluzionismo abbia potuto far presa nella mente collettiva. Forse dipende anche dal fatto che la maggior parte delle persone non sa come stanno veramente le cose, ha una conoscenza superficiale degli eventi naturali e se ad esempio magari vede un batterio con una coda che lo fa muovere pensa che essa sia solo una specie di muscolo che vibra a causa di impulsi nervosi. È facile quindi convincerli a credere che sia spuntata col caso e con la selezione nel corso di milioni di anni. Ma se fosse più informata sulla questione e cioè che ad esempio in realtà il flagello viene mosso da un sofisticato nano-motore bioelettrico, sarebbe molto più difficile persuaderla. L'incredibile complessità dei sistemi viventi si può scoprire - per giunta attualmente non del tutto perché molte cose sono ancora da capire - solo studiando bene la biologia e, con buona pace degli evoluzionisti, questa complessità man mano che si svela depone sempre più a sfavore del caso...

Ho provato a condividere alcuni miei post critici sulla teoria dell’evoluzione in alcuni siti  ma, quando non sono cestinati e sono pubblicati, quasi sempre ricevo delle pernacchie se non veri insulti, magari dall'idraulico o dal commerciante di turno, e comunque da persone che non leggono l'articolo, per poca voglia o per incapacità di capirlo, ma che montano su tutte le furie perché dal titolo 'capiscono' che metto in dubbio le loro profonde convinzioni basate di solito su quello che magari ha detto la tv o che hanno letto sui giornalini a fumetti. Nella quasi totalità dei casi nessuna voglia o capacità di rispondere controbattendo alle tesi esposte (per quello bisognerebbe studiare...). Mi sembra quindi che il clima di isteria collettiva non sia inerente la sola pandemia del Covid-19, ma sia molto più generale.

Nella mia opera di informazione su fenomeni che riguardano la fede, ho imparato che si deve essere prudenti, soprattutto nei social, perché ci sono in giro molti che hanno in odio la religione e spesso pur non leggendo tutto il contenuto di un post ma solo il titolo o al più qualche frase, attaccano in maniera scomposta non entrando nel merito delle questioni, ma ripetendo frasi fatte e scontate che si rifanno sempre al tema "se uno crede nella scienza non può credere o avere fede in Dio". Insultano, si mettono sul piedistallo e danno lezioni di scienza a chi magari la scienza la studia e la insegna da anni! Alle volte per rispondere usano i motori di ricerca, trovano articoli che pensano essere a loro favore e ritenendoli veritieri a prescindere, te li propinano senza neanche averli letti. Quanti geni e scienziati per merito di internet abbiamo ai nostri giorni!

Trattare argomenti inerenti il rapporto tra scienza e fede, soprattutto di questi tempi, è molto difficile, se non quasi impossibile, perché è diffusissima l'idea sbagliata che scienza e religione (cristiana) siano in contrapposizione o incompatibili. Ci sono molti odiatori in giro che non vedono l'ora di sputare sentenze contro chi manifesta la propria fede, ridicolizzando e insultando. Quindi in certi ambienti, tipo i social, forse è meglio essere prudenti e certi argomenti probabilmente è meglio neanche proporli, perché verrebbero rifiutati a prescindere, e in maniera spesso rabbiosa.

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Note e crediti

(1) T. S. Kuhn – La struttura delle rivoluzioni scientifiche – 1970

(2) https://www.reccom.org/entanglement-quantistico-pettirosso/

Di seguito propongo una bibliografia di testi che presentano criticamente la teoria dell'Evoluzione:

  • Junker e Scherer – Evoluzione – un trattato critico Certezze dei fatti e diversità delle interpretazioni - Ed. Gribaudi 2007
  • Roberto De Mattei - Evoluzionismo, il tramonto di una ipotesi – Cantagalli 2009 
  • Ariel A. Roth - I sei giorni della Creazione – cinquanta scienziati spiegano come sono giunti alla conclusione che l’Universo è opera di Dio - ed. Armenia 2001
  • M. Georgiev – Charles Darwin  oltre le colonne d’Ercole – Gribaudi 2009
  • Mariano Artigas - Le frontiere dell’evoluzionismo - Ares 1993
  • J. Wells – Le balle di DarwinRubettino 2009 
  • Giuseppe Sermonti - Le forme della vita - introduzione alla biologia - Centro Librario Sadalitium 2003
  • Giuseppe Sermonti - Dimenticare Darwin - Rusconi 1999
  • G. Lo Presti - Darwin bocciato in medicina - Bonanno Editore 2008 
  • G. Lo Presti - Gli irrriducibili dell'evoluzionismo darwiniano - Bonanno Editore 2010
  • G. Lo Presti - Evoluzionismo a confronto - Bonanno Editore 2012
  • G. Lo Presti - DNA e dintorni - Albatros 2016
  • Lee Spetner - Not By Change! - Shattering the Modern Theory of Evolution - The Judaica Press 1998
  • Maurizio Blondet - La disfatta dell'Evoluzionismo - L'uccellosauro e altri animali - Effedieffe 2012
  • Gerald Schroeder - Genesi e Bing bang - Marco Tropea Editore 1996

 

 

4 commenti:

  1. Che cosa c'è di più banale e normale di un uovo di gallina? L'uovo è una cosa tanto poco apprezzata che al supermercato costa appena trenta o quaranta centesimi.
    Eppure Qualcosa (i più dicono il caso, altri continuano a ribadire che dietro sembra esserci un progetto) è riuscito a dargli forma e contenuto con una precisione sorprendente.
    L'albume e il tuorlo, se l'invisibile cellulina che c'è dentro viene fecondata da uno spermatozoo di un gallo, si trasformano in un pulcino!

    Un biologo che qualcosa di biochimica ha studiato sa che la cellulina fecondata e quelle che per mitosi ne derivano cominciano a smontare la proteina che costituisce l'albume e che, con gli aminoacidi derivanti dalla proteina smontata, sintetizzano le migliaia di proteine diverse che ritroveremo nei muscoli cartilagine pelle sangue eccetera eccetera e anche negli occhi e nel cervellino del pulcino.

    Una bella "magia"(termine non scientifico e messo per questo tra virgolette)!!! Le sostanze contenute nell'albume e nel tuorlo -chiusi nel guscio e senza apporti dall'esterno (non c'è trucco, non c'è inganno!!!) si trasformano nel corpicino di un pulcino. Non serve niente di più e niente di meno, sembrano stranamente predisposte perché lo zigote e i suoi cromosomi si mettano al lavoro smontando e rimontando proteine.
    Una bella "magia"! E' vietato a un biologo sorprendersi, perché all'università non gli insegnavano a sorprendersi?

    Il critico, oltre a condannare il termine "magia" (ma le virgolette dovrebbero farmi assolvere), farà notare che questo processo impropriamente definito "magia", richiede che le uova fecondate dal gallo siano covate dalla gallina: in sostanza serve un apporto di calore. Il termodinamico ci spiegherà senza problemi perché è necessario un apporto di calore; forse l'etologo animale ci spiegherà quello che, non avendo io studiato etologia animale, non so spiegarmi e cioè da chi ha imparato la gallina a covare le uova e perché la temperatura di cova è quella giusta per le reazioni enzimatiche...senza le quali il pulcino non viene fuori.

    Non voglio con quanto sopra dimostrare niente. Semplicemente, adesso che sono in pensione e che mangio più uova (non fecondate), osservo e faccio considerazioni che non facevo quando mi laureavo in biochimica. (D.N.)

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  2. Ciao, io sono specializzata in biologia evoluzionistica ed è sempre piacevole trovare persone critiche rispetto alle teorie scientifiche perché è così che la scienza funziona, o dovrebbe funzionare. Pe le tue perplessità riguardo a macro e micro evoluzione ti posso dire però che sono molto antiche, anzi a dire il vero sono perplessità che ha avuto anche lo stesso Darwin..infatti l'evoluzione non prevede soltanto il meccanismo della selezione naturale che seppur mai confutato e facilmente dimostrabile non è il solo. Ci sono molti meccanismi che intercorrono a strutturare la vita sulla terra infatti: la deriva genica, l'adaptation, coevoluzione, evo parallela, retroevoluzione...etc.. e molto importante anche tutta la branca dell'epigenetica che ha dato una bella svolta a tutta la biologia e a causa della quale la gente ancora si picchia ai convegni perché, fondamentalmente, non sappiamo una cippa.
    Comunque, anche se forse già li conosci, ti consiglio il libro di Dawkins "il più grande spettacolo della Terra" e Gould "il pollice del panda" secondo me partire da lì per contestare e mettere in dubbio la teoria ti può portare a riflessioni un po' più moderne. Per l parte spirituale mi astengo perché non sono ferrata in ogni caso continua così

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    1. Ringrazio per il commento utile e garbato fatto a ragion veduta da una persona competente, coglierò l'invito e cercherò di approfondire ulteriormente l'argomento anche alla luce dei più recenti sviluppi. Però ho notato che tra le altre, nel suo intervento si riferisce alla ‘coevoluzione,’ ma in realtà si tratta sempre di microevoluzione in quanto ad esempio nell’adattamento reciproco nel tempo di un fiore e di un insetto che dipendono l’uno dall’altro, ci sono dei cambiamenti dovuti a selezione di caratteristiche genetiche preesistenti anche potenzialmente, ma comunque alla fine l’insetto rimane insetto, con le caratteristiche sue specifiche e il fiore rimane fiore: non c’è nascita di nuovi organi o funzioni che possono far pensare ad un cambiamento di specie. E poi la ‘retroevoluzione’, se riferita al fatto di una involuzione, se stiamo parlando della stessa cosa, è dovuta al fatto che il patrimonio genetico di ogni specie si degrada col tempo, ma ciò depone contro l’evoluzione. Insomma al di là di ciò credo che alla teoria evolutiva manchi finora la prova certa e indiscutibile, ‘la pistola fumante’ che confermerebbe la trasformazione di una specie in un’altra, con lo spuntare di nuovi organi e funzioni. Considerato che comunque ho colto nel suo intervento un incoraggiamento a documentare ancora di più le argomentazioni critiche, e non un rifiuto a priori di esse, la ringrazio, ciò mi serve di incoraggiamento nel proseguire

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  3. Condivido tutto, anche se ho un pensiero un po' diverso sulle estinzioni di massa che spiegherò tra poco.
    Un ulteriore punto secondo me importante è che il processo macroevolutivo richiede tempi estremamente lunghi, dell'ordine di milioni di anni. Eppure, non esistono prove che tale processo si sia svolto effettivamente nei tempi "richiesti". Le datazioni radiometriche, infatti, sono tutt'altro che affidabili (con l'eccezione del carbonio-14, che però è utile solo per datare reperti relativamente recenti), e la datazione dei fossili è perlopiù "relativa", basata cioè sui fossili guida (la cui età assoluta, in milioni di anni, fu stabilita praticamente a tavolino alcuni decenni fa).
    Che i tempi geologici (e di conseguenza evolutivi, anche se probabilmente di "evolutivo" c'è poco) vadano drasticamente compressi lo suggeriscono i ritrovamenti di tessuti molli di dinosauro ancora intatti (compresi perfino i globuli rossi!), che in teoria dovrebbero degradarsi al massimo entro un milione di anni. Tutto ciò secondo me darebbe un colpo micidiale alla teoria dell'evoluzione per com'è stata formulata (rimane però valida l'ipotesi della microevoluzione), e permetterebbe inoltre di incrociare la storia dell'umanità (che, al contrario di quella geologica, andrebbe notevolmente dilatata) con quella della vita sulla Terra. Forse è stato proprio l'uomo, presente anche in epoche remote, a causare direttamente o indirettamente quelle poi definite "estinzioni di massa". So che la mia potrà sembrare un'ipotesi azzardata, ma alla luce di tutto ciò che sappiamo oggi mi sembra molto più azzardato sostenere l'evoluzionismo darwiniano :)

    Un saluto!

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